Era una scena vista e rivista.
Ancora una volta, Casey e Jessica si stavano rendendo ridicole, dimenando il sedere come ballerine di un video rap. Ma penso che ai ragazzi certe schifezze piacciano, no? Mentre mi domandavo, per la centesima volta quella sera, perché mi ero fatta trascinare lì di nuovo, sentivo il mio quoziente intellettivo precipitare un minuto dopo l'altro.
Ogni volta che andavo al Nest, era sempre la stessa storia. Casey e Jessica ballavano,flirtavano, attiravano l'attenzione di tutti i maschi presenti, e alla fine la loro migliore amica (cioè io) per proteggerle le portavo fuori prima che qualche allupato approfittarsi di loro. Nel frattempo, stavo seduta al bancone tutta la sera a parlare con Joe, il barista trentenne, dei "problemi dei giovani di oggi".
Immagino che Joe si sarebbe offeso se gli avessi rivelato che uno dei problemi più grandi era quel dannato posto.Il Nest, un tempo un bar normale, tre anni prima era stato trasformato in una discoteca per adolescenti. C'era ancora il bancone di quercia traballante, ma Joe serviva solo analcolici ai ragazzini che ballavano o ascoltavano musica dal vivo.
Odiavo quel luogo per il semplice fatto che i miei amici, i quali normalmente erano persone abbastanza a posto, là dentro diventavano degli idioti. Ma il loro difesa va detto che non erano gli unici. Mezza Hamilton High lo frequentava il fine settimana, e nessuno usciva dalla discoteca con la dignità integna.
Insomma, parliamoci chiaro, cosa c'era di divertente? Vuoi ballare la stessa techno con i bassi potenti una settimana dopo l'altra?Sì! Bene, allora potrei provarci con quel calciatore sudato in cerca di sesso.Forse, nascerà un'interessante discussione su politica e filosofia mentre facciamo twerking. Eh. Sicuro Casey sì buttò sullo sgabello accanto al mio."Dovresti venire a ballare con noi,B." Disse, senza fiato. "È fighissimo"
" Certo", mormorai.
" Oh, mio Dio!" Jessica si sedette dall'altro lato, la coda biondo miele che oscillava sulle spalle
"Avete visto l'avete visto cazz...? Harrison Carlyle ci ha provato spudoratamente con me! L'avete visto? Oddio!".
Casey alzò gli occhi al cielo. "Ti ha chiesto dove hai comprato le scarpe, Jess. È gay fino al midollo".
"È troppo carino per essere gay".
Casey la ignorò, passandosi le dita dietro ľ orecchio, come per mettere a posto dei riccioli invisibili. Era un'abitudine che le era rimasta da prima di farsi l'attuale taglio biondo sparato da folletto. "B., dovresti ballare con noi. Ti abbiamo portato qui perché noi volevamo uscire con te... non che Joe non sia simpatico". Strizzò l'occhio al barista, probabilmente nella speranza di guadagnare qualche bibita gratis. " Ma siamo noi le tue amiche. Dovresti venire a ballare. "Non è vero, Jess?"
"Verissimo", confermò Jessica, fissando Harrison Carlyle, seduto su un divanetto all'altro capo della sala. "Aspetta. Che? Non stavo ascoltando".
"Hai l'aria annoiata, lì in disparte, B. Voglio che ti diverta anche tu".
"Sto bene", risposi, mentendo. "Sto alla grande. Sapete che non so ballare. Sarei una palla al piede. Andate...spassatevela. Io sto bene qui".
Casey mi guardò con gli occhi nocciola sospettosi. "Sicura?".
"Positivo".
Fece una smorfia,ma un secondo dopo scrollò le spalle e afferrò Jessica per il polso, trascinandola di nuovo in pista.
"Cazzarola!", gridò Jessica. "Piano,Case mi stacchi il braccio!". Dopodiché, si fecero strada fino al centro della stanza, sincronizzando i fianchi ancheggianti al ritmo della techno.
"Perché non hai detto alle tue amiche che sei triste?", chiese Joe, spingendo un bicchiere di Coca Cola Cherry verso di me.
"Non sono triste".
"E neppure una brava bugiarda", ribatte lui, prima che un gruppo di ragazzi iniziasse a chiamarlo gridando all'altro capo del bancone.
Sorseggiare la coca, guardando l'orologio attaccato al muro. La lancetta dei secondi sembrava in Immobile, e pregai che quell'aggeggio malefico fosse rotto. Avrei chiesto a Casey e Jessica di andare via solo alle 11:00 .Un minuto prima e sarei stata la guastafeste.Ma stando all'orologio non erano ancora le 9:00, e sentivo già spuntare l'emicrania da techno, acuita dalle luci strobo. Muoviti, lancetta dei secondi! Muoviti!"Ciao".
alzai gli occhi al cielo e mi voltai guardando in cagnesco lo scocciatore.Ogni tanto succedeva. Un tizio, stonato o con l'ascelle puzzolenti, si sedeva accanto a me e faceva un tentativo svogliato di attaccare bottone. Evidentemente, nessuno di loro aveva ereditato il gene dello spirito di osservazione, perché la mia espressione diceva in modo piuttosto eloquente che non ero dello stato d'animo giusto per farmi abbordare.
Strano,il ragazzo seduto accanto a me non puzzava di canne né di sudore. Anzi, mi sembrava di sentire odore di colonia. Ma il disgusto non poté che aumentare quando capii a chi apparteneva quel corpo profumato. Avrei preferito uno sballatone con la mente annebbiata.
Wesley.Rush. Cazzo.
" Cosa vuoi?",chiesi, senza sforzarmi di essere educata.
"Non sei una tipa amichevole?", domando lui in modo sarcastico.
"Sono venuto a parlare con te".
"Be',problemi tuoi. Stasera non parlo con nessuno trangugiai la bibita succhiando rumorosamente,sperando che cogliesse il segnale non troppo subliminale e se ne andasse. Niente da fare sentivo gli occhi grigi strisciare sul mio corpo.Non fingeva neppure di guardarmi negli occhi, eh? Ah!
"Andiamo",mi stuzzicò. "Non c'è bisogno di essere così fredda".
"Lasciami in pace",sibillai a denti stretti. "Risparmia la recita per qualche troietta con la l'autostima sotto i piedi,perché io non ci casco".
"Be', non mi interessano le troiette",disse lui. "Non sono il mio tipo".
Sbuffai. "Qualsiasi ragazza se abbassi a parlare con te,Wesley non può che essere una troietta. Nessuna con un briciolo di gusto, classe o dignità ti troverebbe attraente".
Va bene. Era una bugia, ma piccola piccola.
Wesley Rush era il più disgustoso playboy marpione che avesse mai varcato la soglia della Hamilton High.....ma era anche fico. Forse, se si fosse potuto azzerare il sonoro....e tagliargli le mani...forse (non era sicuro) sarebbe stato tollerabile. In condizioni normali,era proprio un pezzo di m**** . Un allupato schifoso.
"E tu hai gusto,classe e dignità, suppongo?", chiese con un ghigno.
"Sì".
"È un peccato".
"Ma ci stai provando?", domandai. "Se è così, hai toppato. Alla grande".
Lui rise. " Io non fallisco mai quando ci provo". Si passò le mani fra i riccioli scuri e mise su un sorrisetto sghembo e arrogante. Sto solo cercando di essere amichevole. Di fare conversazione".
"Mi dispiace. Non mi interessa." mi voltai e bevvi un altro sorso di Coca Cola cherry. Ma lui non si mosse. Nemmeno di un centimetro. "Adesso puoi andare", dissi decisa.
Wesley sospirò. "Bene. Non sei stata per niente collaborativa, sai. Quindi voglio essere sincero con te. Devo riconoscerlo: sei più sveglia e testarda della maggior parte delle ragazze con cui parlo. Ma se sono qui non è solamente per scambiare battute argute". Sposto l'attenzione sulla pista da ballo. "A dire la verità, ho bisogno del tuo aiuto. Sai, le tue amiche sono f**** . E tu, cara, sei la DUFF".
"E che significa?"
"Sta per Designated Ugly Fat Friend, ovvero la tipa brutta e cicciottella prescelta dal gruppo di amiche", spiegò lui. "Senza offesa, ma sei tu".
"Io non sono....!".
"Ehi, non stare sulla difensiva. Non è che tu sia un mostro, eh, ma in confronto a loro...". Scrollò le spalle larghe. "Pensaci. Perché ti portano qui se non balli?". Ebbe la faccia tosta di allungare un braccio e darmi una pacca sul ginocchio, come per consolarmi. Feci un balzo all'indietro e le dita si diressero come se nulla fosse verso il suo viso, da cui scostò qualche riccio. "Senti", disse, " hai delle amiche fiche...molto fiche". Si interruppe, osservando per un attimo la gente che ballava, poi si rivolse di nuovo a me. "Vedi, gli scienziati hanno dimostrato che ogni gruppo di amiche ha un anello debole, una DUFF. E le ragazze rispondono bene ai maschi che si avvicinano alla DUFF".
"I fattoni ora si fanno chiamare scienziati? Che novità".
"Non ti arrabbiare", disse lui. "Ciò che voglio dire è che le ragazze, come le tue amiche, trovano sexy quando i ragazzi dimostrano di avere un po di sensibilità e socializzano con la DUFF. Quindi, parlando con te adesso, sto raddoppiando le possibilità di portarmene qualcuna a letto. Per favore, dammi una mano e fai finta di goderti la chiaccherata."
Lo fissai a lungo, sbigottita. La bellezza era davvero superficiale. Wesley Rush poteva avere il corpi di un dio greco, ma l'anima era nera e vuota come il mio armadio.
Che bastardo!
Con un movimento rapido, balzai in piedi e gli rovescia addosso il contenuto del bicchiere. Fu investito dalla Coca Cola Cherry, che schizzò tutta la polo bianca di marca.
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Quanto ti ho odiato
RomanceBianca Piper ha diciassette anni, è cinica ma leale e sa benissimo di non essere la più carina tra le sue amiche. D'altronde sa anche di essere più sveglia è intelligente rispetto a molte sue coetanee, che si lasciano incantare dal fascino di ragazz...