Over the Stars.

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Il momento tanto atteso era arrivato per Benjamin e Federico, quella sera avrebbero suonato al San Siro, lo stadio più importante e più grande di Italia. Se l'erano guadagnato sudando, andando avanti e riuscire in ogni cosa sempre e comunque aveva aiutato quel piccolo sogno a tramutarsi in realtà.
erano passati ormai nove anni da quel 10 dicembre 2010, dove tutto era iniziato grazie al biondo - rigorosamente tinto - che si fece avanti e scrisse al moro, e dopo tutti quegli anni ormai erano consapevoli di essere parte integrante l'uno dell'altro. partì tutto da una semplice ma forte amicizia, fondamentale per andare d'accordo sia in carriera che nella vita di tutti i giorni, ma col passare del tempo quell'amicizia non rimase tale, passò ad un livello successivo, quasi come nei videogiochi. i due non sapevano in che livello si trovassero, troppo inesperti in materia, ma qualcosa era cambiato, e nonostante questo continuavano a definirsi come due semplici migliori amici, solamente perché quasi impauriti di sapere cosa fossero realmente.
come dicevo: quella sera si sarebbero dovuti esibire al San Siro davanti a più di 80.000 persone solo ed esclusivamente per loro, e guadagnarsi tutto questo a soli 25 / 26 anni era un po' una follia, ma c'erano riusciti ugualmente, e dovevano tutto quanto alle persone che li seguivano e sostenevano ovunque si trovassero e in qualsiasi situazione. Erano le diciannove e mezzo di sera inoltrate, alle 20:05 il concerto avrebbe avuto inizio, come da copione, e l'agitazione da parte di tutti era ben visibile su ogni viso presente, maggiormente lo era nei visi di Benjamin e Federico che ancora erano troppo scettici a credere che tutto quello stesse accadendo, proprio a loro poi.
"sei agitato?" chiese Benjamin a Federico, appoggiato allo stipite della porta, mentre osservava il biondo riscaldare le sue corde vocali, mancava veramente poco.
"un po', tu non lo sei?"
"dire di non esserlo sarebbe una cazzata bella e buona" disse ironizzando il maggiore.
"sai ben, volevo dirti grazie"
"e di cosa?"
"di esserci sempre stato. ho aperto porte, varcato soglie, raggiunto traguardi per me impensabili con te e solamente grazie al tuo aiuto e ai tuoi incoraggiamenti per me fondamentali. a volte penso a come sarei in questo momento se quel giorno non avessi mai inviato quel messaggio, e al solo pensiero di vivere una vita monotona e senza di te mi fa venire i brividi, perché io una vita senza di te non riuscirei mai a sopportarla. se non ci fossi tu chi verrebbe a rompermi le palle la mattina presto svegliandomi nei modi più assurdi e inimmaginabili? se non ci fossi tu chi mi istigherebbe a fare qualsiasi cosa? negativa o positiva che sia solamente per dimostrare a me stesso di valere più di quanto creda? se non ci fossi tu con chi avrei passato i migliori momenti della mia vita? ho ricordi indelebili su ogni lembo di pelle, e in quei ricordi ci sei tu. lo sappiamo tutti e due che oramai tra me e te di amicizia non ce n'è più traccia, solamente perché ha fatto spazio a qualcosa di più importante e grande, ma non vogliamo ammetterlo a noi stessi e abbiamo la costante paura di rovinare tutto quanto, ed io lo so che provi le stesse cose Benjamin, non provare a negarlo, non saresti capace a mentirmi, perché io mi sono innamorato di te anche per questo, o soprattutto per questo: so a memoria ogni tua singola mossa, ogni pensiero, ogni tuo tratto. ti osservo da anni ormai, e nonostante tutto non mi sono ancora stancato di farlo perché é bello continuare a scoprirti giorno per giorno e ad innamorarmi di ogni tua nuova scoperta nascosta"
Benjamin era imbambolato, o forse quello era dire poco. Aveva ragione in tutto, e continuava a darsi del coglione silenziosamente. Non aveva e non riusciva a dir parole concrete e degne del discorso della persona che tanto amava, sì l'aveva ammesso, bastava solo dirlo ad alta voce, difronte a sé.
A spezzare quella situazione-non-decifrabile ci pensò un ragazzo dello staff che entrò precipitosamente nel camerino dei due: "Ragazzi, muovetevi! Tra cinque minuti si inizia!"
Benjamin e Federico erano davvero agitati ma allo stesso tempo sereni e orgogliosi di se stessi. decisero di mettere quel che era successo trenta secondi prima in un angolo della loro testa, si sarebbero occupati di quello più tardi, e di divertirsi senza pensare a niente.
"Andiamo a far tremare Milano, adesso" disse il più grande dritto negli occhi del più piccolo dove la determinazione aveva preso il sopravvento.
Sussurrarono il loro PCC, e iniziarono a sentire il boato all'interno dello stadio urlare i secondi che mancavano alle 20:05.
"tre!" non potevano crederci ancora.
"due!" se lo meritavano.
"uno!" che il sogno abbia inizio.
salirono sul grande palco costruito, che sembrava fosse retto da un oceano di persone, come un'isola in mezzo al nulla, che a stento sembrava si reggesse in piedi per via delle urla molto forti che si erano scatenate. Era impossibile che due ragazzini - così i giornali li definivano - fossero riusciti a riempire il San Siro, ma la realtà era una e sì: loro erano riusciti a farlo.
Il concerto iniziò con la prima canzone della lunga scaletta progettata per quella sera, ogni emozione era indescrivibile nei cuori del pubblico, le voci sovrastavano quella di Federico e a stento si poteva udire il suono degli strumenti della band compresa la chitarra di Benjamin, era tutto perfetto.
A quasi metà del grande evento arrivò Non È Da Te, la canzone che a Benjamin stava più a cuore, e tutti quanti sapevano il perché nonostante lui stesso in tutte le interviste non disse il vero motivo per il quale l'avesse scritta. I due erano seduti all'estremità del palco per godersi quel momento a parer loro magico, e una cosa inaspettata colpì agli occhi del moro: Federico era a gambe incrociate seduto in direzione di Benjamin, guardava solo il più grande e nessun altro, perché anche lui aveva capito tempo prima il vero motivo per il quale fosse stata scritta la canzone, e ne apprendeva bene il significato.
Il ragazzo dagli occhi color cielo guardò dritto negli occhi di Benjamin per tutta la durata della canzone, e solo alla fine di questa il moro si accorse di aver smesso di suonare con la bocca semi-aperta circa due minuti prima solo per bearsi del ragazzo accanto a sé. Una miriade di emozioni lo assalirono, e decise di metter fine a tutto quello, stava per scoppiare da un momento all'altro, quindi prese il microfono e iniziò a fare un discorso che lasciò tutti senza parole:

"Hai ragione. Hai ragione Federico"
Nessuno capiva cosa stesse succedendo
"non voglio negare quel che provo, non più. tutto quel che mi hai detto prima in camerino ha un senso, e voglio mettere apposto i pezzi della mia vita con te."
Il biondo era incredulo. Lo stava facendo davvero.
"sono troppo coglione, credo tu lo sappia come ogni persona presente qui dentro. Cercavo di nascondermi e sopprimere quel che provavo e provo ancora solo per paura, ma paura di cosa? Di cos'ho davvero paura? Paura di esser felice? Non me lo spiego come non so spiegare a me stesso molte altre cose. Per esempio: perché quando non ci sei mi sento vuoto? Perché non sento di essere me stesso?
Oppure: perché mi sono innamorato di te? Sarà che il tuo splendido sorriso ha abbindolato anche me? Sarà che i tuoi occhi profondi come il mare mi abbiano catturato come un leone in gabbia? O sarà che io mi sia innamorato delle tue bellissime piccolezze? Mi sono innamorato del tuo arrossire violentemente ogni volta che qualcuno ti fa un complimento? Mi sono innamorato del tuo modo di abbinare i vestiti come se l'avessi fatto ad occhi chiusi, appena sveglio in una mattina di lunedì? Mi sono innamorato del tuo vizio di mettere il mignolo dalla parte opposta del microfono mentre canti e dai il meglio di te? Mi sono innamorato del tuo ridere con un po' di agitazione quando ti "prendo in giro" nelle interviste? Non lo so. Ma una cosa voglio dirtela: nel corso della mia vita non ho mai sentito la necessità di trovare una persona che mi accompagnasse nel resto di quest'ultima, per quale motivo? Fino a due giorni fa non avrei saputo spiegartelo, ma adesso sì. Io quella persona l'ho già trovata, sei tu Federico. Quella persona che voglio accanto fino al mio ultimo respiro in questo mondo così piccolo sei tu. Voglio svegliarmi ogni mattina con accanto te, persona bella come sei che fai invidia agli angeli. Farti il caffè, prepararti la colazione per poi urlarti contro un: "Federico, siamo in ritardo, muoviti!" per la tua estrema lentezza nel prepararti, ma tu vuoi solo stare bene con te stesso, vuoi solo accettarti ogni giorno che passa, ma le abitudini son abitudini, continuerò a dirtelo e tu continuerai a sbraitarmi contro dicendomi: "adesso scendo, quanto sei pesante Benjamin!". Voglio continuare a romperti le palle con i passaggi di cui ho bisogno per passare da una parte all'altra della città perché son senza patente, e sai che non la prenderò mai e i mezzi pubblici mi fanno quasi vomitare, e voglio continuare a scusarmi con te per sopportarmi giorno dopo giorno perché non è facile gestirmi, ma incredibilmente tu ci riesci. Forse voglio continuare a far quel che abbiamo sempre fatto, solo con una stretta di mano in meno e con qualche bacio in più. Voglio continuare a vivere la mia vita con te come abbiamo sempre fatto, ma con la consapevolezza di amarti e di farlo sapere al mondo intero. Mi sono innamorato di te, ti basta?"
Il pubblico nel mentre del discorso era come se non ci fosse per quanto nessuno non avesse spiccicato una sola parola, rispettavano Benjamin, stava raccontando il suo amore alla persona più importante della sua vita con un coraggio da invidiare, e non si poteva che non apprezzarlo, soprattutto per esser riuscito a sopportare quel segreto da tanti anni.
In quanto a Federico, non ricordava neanche il suo nome. Era sicuro di cedere da un momento all'altro, desiderava sentire quelle parole dal suo compagno di band da molto tempo ormai, che per lui era diventata un'illusione, solo un'illusione.
Passarono pochi secondi, e la folla nello stadio non riuscì più a star zitta, erano felici. Gran parte di loro credevano in un qualcosa di più in quei due ragazzi, e ormai avere la certezza che non stessero sbagliando soltanto li mandava fuori di testa. Il biondo non riusciva a spiccicare parola, andò solamente con passo svelto verso Benjamin, prese il suo viso dolcemente con le mani grandi e calde che aveva, sussurrò un: "ma adesso posso baciarti?" che fece ridacchiare il moro e ottenendo un consenso silenzioso da quest'ultimo, e lo baciò dolcemente non curandosi di avere più di 80.000 persone davanti, non gli importava, era arrivato finalmente alle stelle che quasi gli venne l'impressione di toccarle, o forse lo faceva già? Oppure molto probabilmente le stelle le aveva già superate, era molto più in alto, e non era solo.

hey, ciao!
questa è la mia prima One Shot, volevo provare a fare qualcosa di nuovo, e appena l'idea mi è apparsa all'improvviso in testa l'ho scritta con carta e penna per poi trascriverla e perfezionarla qui.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi piace o se vi fa pena, e se volete mettere anche una stellina siete liberi di farlo, non potrebbe far altro che provocarmi
un grande piacere.

Per qualsiasi cosa potrete trovarmi su twitter:
@albesmilesback!
Con tutto l'amore del mondo

- Lucrezia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 29, 2017 ⏰

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