CAPITOLO 22

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MERCOLEDI' 2 OTTOBRE

Per fortuna ieri non era accaduto lo stesso evento di lunedì, ossia il sangue dal naso. Doveva essere stata solo stanchezza, niente di più. Solamente stanchezza.

Lui <Bene ragazzi, voglio che per la prossima volta scegliate un'opera di Leopardi e troviate tutti I dettagli possibili. Potete andare alla biblioteca, piuttosto che cercare su internet. Potete andare!>

Uscimmo e io mi diressi verso l'aula di chimica. Perfetto, ero in coppia con Warren e sarei dovuta starci per tutto l'anno.

Mi sedetti al mio banco senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.

Prof <Ragazzi... stavolta voglio che scegliate un esperimento voi. Non andate a scegliere cose troppo complicate e difficili. Se avete bisogno sono alla cattedra. Ah, poi metterò il voto. Dovete collaborare, siete una squadra.>

Aprii il libro e trovai un esperimento abbastanza semplice.

Io <Va bene questo?> non disse niente e lo presi come una conferma. Iniziò a prendere gli ingredienti.

Lui <Cosa avevi ieri?> chiese come se volesse farmi questa domanda da quando mi aveva vista.

Io <Dobbiamo fare l'esperimento ora.> dissi concentrandomi su quello che stavamo facendo.

Non ci rivolgemmo neanche una parola e finimmo l'esperimento con buoni risultati. Anche se con qualche piccolo problema nel collaborare.

La campanella tanto attesa suonò facendomi rilasciare così un sospiro..

Prof <Passo a mettere I voti, intanto potete andare a lavarvi le mani. Una coppia per volta.>

Noi eravamo ultimi visto che ci trovavamo in ultima fila.

Aspettammo e poi ci dirigemmo verso il bagno. Non c'era nessuno. Solo noi due, erano tutti a fare l'intervallo, e questo bagno è solo per il laboratorio.

Lui <Allora? Sto ancora aspettando una risposta da prima.> disse appoggiandosi al muro mentre io feci scorrere l'acqua del rubinetto. Non dissi nulla.

Lui <Senti, ti ho fatto una domanda, devi rispondere.> disse avvicinandosi a me mentre I passi rimbombavano in quella stanza.

Io <Mi lasci stare?>

Lui <No.>

Io <Ma cosa ti interessa, saranno cazzi miei o no?>

In un millisecondo mi ritrovai con le spalle al muro e le sue braccia di fianco alla mia testa. I suoi occhi non erano più quelli di una volta. Erano scuri e mettevano quasi paura.

Lui <Ascoltami bene, te lo ho già detto. Sono cambiato. Quindi non sono più quel povero ragazzo buono e gentile. Ti conviene darmi retta e rispondermi.>

Io <Altrimenti? Cosa fai?> chiesi ancora con un sorriso in volto. Era quasi divertente infastidirlo.

Lui rimase a guardarmi dritto negli occhi.

Prof <C'è ancora qualcuno in bagno?> sentimmo urlare da dietro la porta. Mi tappò la bocca e mi trascinò in un angolo in modo che non ci vedesse. Sentii la porta chiudersi. Chiusi dentro? Mi liberai di scatto dalla presa.

Io <Ma che cazzo fai?> continuò a fissarmi. Cercai di aprire la porta.

Lui <Non ce la farai mai. È chiusa a chiave.>

Iniziai a camminare avanti e indietro pensando ad un modo per uscire da qui senza aspettare domani. Lui intanto si sedette soddisfatto.

Io <Aiutami a trovare un modo per uscire da qui.>

~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora