Venticinquesimo Capitolo.

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Due giorni dopo il derby l'aria a Vinovo non è ancora delle migliori. Io, personalmente, sono molto arrabbiata con i ragazzi perché vincere ci avrebbe aiutati a vincere lo scudetto il prima possibile e loro dovevano capire che non andavano a giocare con l'ultima in classifica. Diciamo che è hanno giocato male e che solo Gonzalo ci ha salvati all'ultimo minuto.

Mio padre ha deciso di non esserci neanche oggi, mentre Pavel e Beppe sono sempre presenti. Insieme osserviamo il riscaldamento mattutino della squadra e la rifinitura del pomeriggio; nello spogliatoio nessuno scherza. A quanto pare subito dopo la partita Gigi ha fatto un cazziatone generale nel quale elencava tutti gli errori che la squadra ha fatto in partita. E secondo me ha fatto benissimo.

Domani c'è una semifinale di Champions che, se giocata nel migliore dei modi, può portarci in finale. Dall'altra parte ci sono Real Madrid ed Atletico Madrid, i Galacticos sono avanti ai cugini di tre reti. Chissà chi arriverà a Cardiff il 3 Giugno. Ma io sono fiduciosa perché la Juventus di quest'anno ha un non so che di speciale. In fondo c'è molta gente –anche all'interno della società- che ritiene questo l'anno giusto. I fisioterapisti, i medici e lo staff di allenatori stanno facendo il possibile per non far arrivare la squadra sotto tono e stanca alla fine della stagione. Eppure i ragazzi sono molto tranquilli, sembra che siano sicuri di cosa andranno a fare domani sera in campo. Spero per loro di arrivare in Galles.

<<Char, puoi venire un attimo? Ti devo parlare.>> il mio ragazzo mi prende per mano e mi guida attraverso i tavoli, saliamo al piano di sopra e ci fermiamo davanti alla stanza nella quale fino a qualche tempo fa ci 'amavamo' all'insaputa di tutti. Spinge la maniglia ed insieme entriamo, dentro è proprio come l'ultima volta. I due lettini neri, usati dai fisioterapisti, e un paio di vecchie scrivanie. Abbiamo sempre e solo usato le ultime due. SEMPRE. <<Ti ricordi di quando ti facevo sdraiare qui su?>> di colpo mi solleva da terra prendendomi per il sedere e poggiandomi con forza su una di queste.

<<Non ti ricordavo così prepotente.>> glielo sussurro all'orecchio perché ho paura che qualcuno possa sentirci. Inutile, le sensazioni che provo sono le stesse dello scorso anno. La paura, però è bello perché il senso del pericolo ci fa eccitare ancora di più. <<Hai visto. Oggi mi sono messa la gonna solo per te.>> sentivo che qualcosa sarebbe successa, per questo ho deciso di indossare una gonna lunga facile da maneggiare. Lui, capendo i miei intenti, si posiziona tra le mie gambe e mi sposta la gonna in su.

<<Sei pronta?>>

<<Sono pronta, prontissima.>>


<<DANI...>>

<<ALVES!>> il suo goal è qualcosa di unico e fantastico, batte tutte le reti di quest'anno. Potessi scegliere la migliore, sceglierei proprio questo. E' un goal pesante e bello. Lo Stadium è su di giri, nessuno riesce più a contenere la propria felicità perché a questo punto sappiamo bene che ci siamo qualificati per la Finale. Ancora non riesco a crederci, tantomeno mio padre che continua ad abbracciare me e Deniz ed ogni tanto ci scuote.

Quando l'arbitro si decide a fischiare tre volte è ormai troppo tardi; lo stadio ha cominciato a cantare all'85° minuto 'Ce ne andiamo a Cardiff' ed è impossibile non accorgersene. I ragazzi saltano da una parte all'altra del campo ed anche Buffon –che raramente vediamo sorridere e baciare tutti colore che gli capitano sotto tiro- sta esultando come un pazzo. Lo capisco, ha 39 anni ed arrivare a questo punto a quest'età è una cosa unica.

<<Andiamo dai!>> papà ci prende per mano ed invita nonna a seguirci; ci porta negli spogliatoi dove tutti quanti stanno festeggiando come dei pazzi ed in mezzo ai loro festeggiamenti ci è finita anche la nuova fisioterapista. Ma quella poveretta adesso cosa ha fatto di male?

Il più bel goal||Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora