Capitolo 5

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Non mi ero ancora ripresa dallo shock e Alexa si alzò per sedersi accanto a me.
«Archeus è un ibrido come voi ma molto, molto meno potente» disse posandomi una mano sulla spalla. «Carlhan 8° è nato oscuro, mentre Phalia dalla luce» continuò.
«L'ultimo scontro che avete con Gaphel vi pugnalò al cuore con la Ahmeca» disse Sulia porgendomi il pugnale che mi aveva piantato Cadel allo stomaco. «Tenetelo voi».
Presi il pugnale guardando con timore la lama scarlatta che luccicava alla luce.
«Quella lama è in grado di estirpare e distruggere l'anima di chi viene pugnalato facendola soffrire in modi atroci. Ma succede solo se colpiti al cuore» continuò Sulia.
«Ha già provato a uccidervi durante una guerra in cui combatteste come semplice soldato e vi salvarono per miracolo facendo tornare l'anima nel vostro corpo, e non aveva centrato il cuore con la lama» disse Alexa. «Voi e Archeus siete morti durante uno scontro poiché i matrimoni nel vostro regno legano due anime fino alla morte con un patto di sangue, morto uno... muore anche l'altro» proseguì.   
«Oltre a voi non ce ne furono altri, o così credevamo» disse Sulia.
«Poi nacque Cadel... Gaphel tentò di convincere molti stregoni per dare anche a lui i poteri del Dragon Blood, che solo agli ibridi della casa reale oscura» disse Alexa.
«Quel potere diventa innato legandosi all'anima del possessore che ovviamente deve avere un anima candida, visto che è stato creato per voi» continuò Sulia.
«E cosa mi consente di fare?» chiesi un po' turbata e scossa dalla situazione.
«Ohh lo vedrai cara...» disse Dragonicus.
Ero ancora molto scossa da tutto ciò che stava succedendo, insomma era impossibile che io fossi la regina di un mondo che nemmeno conoscevo, specialmente perché nel nostro sistema solare non c'erano altre forme di vita oltre che sulla terra.
«In realtà Akkaja è un altro universo» disse Sulia sorseggiando tranquillamente dalla sua tazza.
«Tu come fai a sapere quello che stavo pensando?» chiesi scossa.
«Uno dei mie poteri è quello di sentire cosa pensi, ecco come sapevo che eri in pericolo tre sere fa...» disse.
Dopo ciò Alexa mi porse una tazza con all'interno un liquido rossastro, un po' in trasparenza e fumante, ne bevvi un po' ma notai che aveva uno strano gusto dolciastro ma non sembrava zucchero.
«Cosa c'è qui dentro... e buonissimo» dissi bevendo con più foga.
«Dai Dragon diglielo tu...» disse Alexa soffocando una risata.
«E va bene...» disse Dragonicus sogghignando. «Un po' del mio sangue» disse ridendo di gusto e io sputai tutto.
«Ma sei pazzo?» gli urlai contro.
«Ma come, una volta ti piaceva tanto... e poi ti serviva, ti avrebbe aiutato a riprenderti più velocemente. Quindi ora da brava bimba finisci la pentola che abbiamo fatto apposta per te» disse Dragonicus con uno sguardo inquietante. «E lo finisci, a noi non piacciono gli sprechi. Vedrai dopo un po' ci prenderai gusto» concluse più tranquillo.
Così cominciai a bere da prima con nausea... poi ci presi gusto e cominciai a bere direttamente dal contenitore dopodiché mi leccai le labbra non  notando le piccole escrescenze sotto di esse.
«Ancora... Ne voglio ancora...» dissi quasi ringhiando non riconoscendomi.
«Come sei carina mia piccola Nai» disse Dragonicus guardandomi teneramente. «Sei così dolce. Che bei dentini... e questi occhioni gialli... mi ci perdo quasi» continuò prendendomi da sotto il mento.
Lo guardai affamata ma stranita dalle sue parole...
«Che vuol dire occhi gialli e dentini? Che vuol dire Nai?» chiesi.
Così Alexa estrasse da dentro la borsa uno specchio porgendolo a Dragonicus che subito lo rivolse verso di me...
«Quella non sono io» urlai coprendo la bocca con una mano e indicando il mio riflesso «Non posso essere io...» continuai terrorizzata.
«Eppure... guardati su...» disse tranquillo.
Tolsi la mano dalla bocca e mi avvicinai allo specchio intimorita... pensai che quindi quella era la vera me... un mostro... un famelico mostro assetato di sangue...
Non potei fare a meno di lacrimare per l'orrore che ero...
«Mia signora voi non siete un mostro» disse Sulia.
«Anzi sei bellissima e Nai significa amore inteso come nomignolo nella mia lingua» disse Dragonicus abbracciandomi.
In quell'abbraccio mi rilassai come non mai. Il suo corpo era così caldo e rassicurante, il profumo così coinvolgente e mi faceva venire così tanta fame... Ma mi trattenni.
«Allora.. cosa vuoi fare?» interruppe il momento mia madre. «Vuoi assumerti le tue responsabilità in quanto regina o restare qui e farti venire a prenderti da Gaphel e i suoi?» continuò con calma.
«Compirò il mio destino...» dissi con un coraggio che non pensavo di avere.
Leggevo nei suoi occhi il desiderio che io rimanessi lì con lei per sempre ma l'avrei messa in pericolo. 

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