«Jenna, tesoro mio dove sei? Dai, voglio solo parlare» dice quel mostro, mentre con la torcia cerca di intravedermi nell'ombra.
Aspetto che distolga lo sguardo per dirigermi verso di lui e colpirlo...
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Un anno primaApro lentamente gli occhi e mi guardo intorno, sembrava ieri il giorno in cui mi sono trasferita a Miami invece sono passate ben due settimane. Oggi dovrò affrontare la parte più difficile, andare in una nuova scuola senza conoscere nessuno e so già che per il mio carattere orribile non stringerò amicizia e resterò come al solito da sola.
Con la stessa voglia di vivere di un emo degli anni novanta ,mi alzo dal letto e mi dirigo in cucina; lì trovo la colazione lasciata da mia madre che consiste in un toast bruciato come al solito, con un pezzo di burro buttato sopra a caso con l'unico scopo di abbellirlo, almeno devo esserle grata per darmi questa minima considerazione visto che questo è il massimo dell'affetto giornaliero, ad eccezione di qualche giorno in cui mi lascia qualche bigliettino con su scritto la lista delle cose da fare. Visto che è troppo impegnata a starsene il resto del giorno con Sheila, la mia sorellastra comunemente chiamata"stronza di prima categoria" e con suo marito Jersy che l'unica cosa che fa è essere dannatamente noioso con i suoi continui discorsi riguardo il lavoro e la sua strafottenza nei miei confronti.
Mi guardo intorno sperando che Shelia non sia più in casa e dato che non mi sembra di sentire il verso di una gallina starnazzante mi sento tranquilla e sospiro.
Grazie a Dio che è già andata via, non mi andava di sopportala fin dalla mattina e poi non credo che se l'avessi incontrata sarebbe uscita viva da questa casa.
Peccato che frequentiamo la stessa scuola, quindi credo sia inevitabile che in un modo o nell'altro ci incontreremo qualche volta e quando succederà mi dovrò trattenere dal menarla.
Cerco di non pensare a lei, mi basta già vedere la sua faccia tutti i giorni non serve che intasi pure i miei pensieri, comunque mi dirigo in camera mia per vestirmi che mi devo muovere.
Cosa mi metto? D'altronde non mi importa vestirmi bene ma alla fine è il mio primo giorno e preferirei non vestirmi come una barbona.
Dopo una leggera indecisione, metto un paio
di jeans strappati e una maglietta lunga che mi copre leggermente i fianchi, mi guardo un' ultima volta allo specchio e decido di non acconciare i miei lunghi capelli rossi ma di pettinarli soltanto.Metto solo un po' di mascara e dopo aver preso il mio zaino mi dirigo a piedi a scuola che non dista molto lontano da qui.
Durante il cammino noto che un gruppo di quattro ragazzi sta dall'altra parte del marciapiede, mi guardano e fischiano e alcuni di loro mi chiamano, ma io li ignoro e continuo a camminare so per certo che a persone del genere è meglio non rispondere ma ignorarle soltanto.
Ma visto che questi trogloditi continuano a fare apprezzamenti indesiderati, mi volto infastidita e gli faccio un bel dito medio,così mi accorgo che poco distante da loro c'è un ragazzo, il quale dopo aver visto la scena intima a quei ragazzi di smetterla di fare i coglioni : È abbastanza palestrato perché sotto la maglietta aderente si vedono i suoi addominali, ha degli occhi verdi magnetici e dei capelli ribelli castani, in pratica un dio greco".
Eh si, quando si tratta di bei ragazzi anche se mi stanno lontano una decina di metri la vista da falco nel riconoscerli mi viene sempre e posso dire decisamente che lui sia un bonazzo di prima categoria.
Inizialmente non lo ascoltano, ma dopo che lui lo ridice in tono più serio la smettono e se ne vanno più avanti sparendo dalla mia visuale.
Grata dal modo in cui mi ha difeso senza nemmeno conoscermi gli urlo
:«Ehi, grazie per l'aiuto».
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BACI RUBATI
RomanceGli urlavo con dolore :"Hai mentito per tutto questo tempo! Non ti è mai importato nulla di me, nulla. Il nostro amore, i pianti, la gioia per te erano solo un divertimento." Mi guardava con occhi freddi :"Si, non mi è mai importato nulla di te ed o...