<<Dove ci mettiamo?>>
Siamo appena arrivati ad un bar non troppo lontano dal centro della città, ma che non conoscevo.
È un posto carino, ci sono tutti tavoli in legno, cosí come il lunghissimo bancone dietro al quale ci sono i baristi. Ha un'aria piuttosto accogliente, speriamo che il caffè sia all'altezza. È strana questa ossessione che ho per il caffè, ma se non è come piace a me, non riesco a berlo. In effetti non è cosí solo con il caffè. Posso sembrare una di quelle ragazze che mangia di tutto, ma non è vero: mangio tutto quello che mi piace, diciamo che riguardo al cibo sono abbastanza viziata. D'altronde non ho mai detto il contrario, sono abituata alla cucina della mamma e della nonna. Lei era una cuoca eccezionale...
<<Ehm... lí va bene?>> Chiedo a Dylan, che stava aspettando una mia risposta, indicando un tavolo a caso.
Lui annuisce e ci sediamo.
Arriva una cameriera, che credo abbia la nostra età, e prende le ordinazioni di entrambi. Poi va via, lasciandoci soli.
<<Allora? Come mai hai voluto vedermi?>>
Beccata. Ma non lo darò a vedere.
<<Cosí. Non posso uscire con un mio amico per conoscerlo meglio?>> Faccio il sorriso tranquillo più falso che abbia mai fatto. Non sono per niente tranquilla e, se ci fosse stata Ally, se ne sarebbe accorta e mi avrebbe detto: "Te lo avevo detto".
A quel pensiero mi scappa una risata, Dylan se ne accorge e mi guarda confuso.
<<Sicura che per Taylor vada bene? Ho notato che è molto prepotente con te. Beh, lo è con tutti.>>
Non è solo prepotente.
È testardo e dispotico.
E geloso.
E possessivo.
Ma lo amo. Dio se lo amo.
Sospiro.
<<Lo so. In effetti è il suo carattere, ma ci stiamo lavorando.>>
Sembra davvero che io stia a tutto quello che mi impone Taylor?
Fino ad ora è stato cosí e me ne sto accorgendo solo adesso.
Non va bene, mia madre mi ha sempre insegnato che non bisogna farsi mettere i piedi in testa da nessun uomo. Nemmeno l'uomo che ami, perché se ti ama davvero cerca di assecondarti. Certo c'è sempre bisogno del confronto e non è giusto nemmeno che la donna abbia tutto ciò che vuole, ma c'è bisogno che entrambi si incontrino a metà strada. Io la vedo cosí.
Infatti ho sempre trovato qualcosa di affascinante nei ragazzi impossibili e ho finito per innamorarmi di quello con cui ho litigato di più in tutta la mia vita. Sono fatta in questo modo: mi piace l'impossibile. Preferisco il confronto, lo scontro con la persona che ho davanti, ho bisogno di provare qualcosa, non voglio che mi sia dato tutto e subito.
Forse è anche per questo che con Taylor finisco sempre per litigare. Forse su questo siamo molto simili.
<<Come mai? Anche tu hai paura di lui?>> Chiedo scocciata.
Nessuno che riesca a tenergli testa, sono stanca di tutti questi ragazzi che hanno timore di lui.
<<Io non ho paura di lui>> afferma sicuro.
<<E comunque, lui ora dov'è?>>
<<Oh, non lo so>> confesso, abbassando la testa.
<<Come non lo sai?! Sparisce anche con te?>> Chiede incredulo.
Allora lui sa del fatto che ogni tanto va via senza dire una parola.
<<Anche?>> Chiedo, sconvolta a mia volta.
<<Si. Ogni tanto capita che sparisce per qualche settimana e non viene agli allenamenti. Poi compare sempre con qualche livido in più.>>
Cosa?! Qualche livido?
Io l'ho sempre trovato lo stesso, a parte per i piercing e i tatuaggi, ma non ho mai notato lividi.
<<Quando ho scoperto che eri la sua ragazza ho pensato che, quando non c'era, fosse con te. Ma a quanto pare mi sono sbagliato>> Dylan continua con il suo discorso, poi si ferma e mette una mano sotto il mento, come per pensare.
<<Non lo capisco, non lo capisco davvero Dylan. L'ultima volta è scomparso per due giorni, la volta prima ancora per due settimane.>>
Porto le mani a coprirmi il viso, esasperata e sull'orlo di un pianto di frustrazione, scuotendo la testa.
Tutto questo non è servito a niente. Sono punto a capo perché Dylan non sa nulla.
<<Aspetta... due settimane?>> Chiede per essere sicuro.
<<Si, esatto.>>
La cameriera ci interrompe per portarci i caffè ed io la maledico perché ci ha interrotti e mi è passata la voglia.
Quando se ne va, Dylan continua a parlare.
<<Non è mai stato via per due settimane che io ricordi. Si, per due giorni lo è stato. Ma la volta precedente è stato via per una settimana, non per due.>>
Aggrotto le sopracciglia.
No, è impossibile. Lo ricordo benissimo perché è stato uno dei periodi peggiori per me. Non sopportavo la sua assenza, mi aveva rimasta in sospeso perché dovevamo uscire insieme.
<<No, me lo ricordo benissimo. È impossibile. Ne sei sicuro?>>
Magari si è sbagliato o ricorda male.
<<Sicurissimo. Lo ricordo perché era una settimana importante: c'erano tantissimi incontri e avevamo bisogno dei pugili migliori, ma lui non è venuto a nessun incontro. Quando la settimana dopo è tornato, l'allenatore voleva cacciarlo dalla palestra ma non l'ha fatto solo perché è il migliore e non poteva perderlo. Ricordo ancora tutte le urla di quel giorno e tutto quello che Taylor ha spaccato dalla rabbia.>>
Oh mio Dio, non ne sapevo niente. Tutto questo mi sta facendo confondere ancora di più. Mi sembra che lui mi abbia tenuto all'oscuro di tutto.
<<Ma è tornato dopo due settimane a scuola. Dio non ci capirò mai niente.>>
Comincia a girarmi la testa e porto le dita a massaggiarmi le tempie.
<<Hey, stai bene?>> Chiede Dylan preoccupato.
<<Per favore, potresti portarmi a casa?>> Lo supplico.
<<Certo, andiamo.>>
Lascia i soldi sul tavolo e mi raggiunge per aiutarmi ad alzarmi.
<<Scusami.>>
<<Non ti preoccupare.>>
Quanto è gentile. Il contrario di Taylor.
Mentre ci avviamo all'uscita, tutti ci fissano ma Dylan non se ne accorge.
Mi mette una mano intorno alla vita, mi stringe a sè e mi fa passare un braccio intorno alle sue spalle per reggermi.
Ma propio fuori dal locale, andiamo a sbattere contro qualcuno e siamo costretti a staccarci.
<<Ma che cazzo?!>> Urla Dylan e subito dopo lo ritrovo a terra e qualcuno lo sta tempestando di pugni.
Ma che diavolo?!
Mi avvicino per capire chi sia il ragazzo e lo riconosco subito dai tatuaggi.
È Taylor. Ma che diavolo ci fa qui?!
<<Basta ragazzi! Basta!>>
Non mi ascoltano e Dylan ribalta la situazione, mettendosi a cavalcioni su di lui, provando a tirargli qualche pugno senza successo.
<<Basta!>> Urlo ancora, mettendomi tra di loro.
<<Ragazzi, non mi sento bene vi prego>> sussurro.
Entrambi si fermano all'istante.
Dylan corre verso di me e mi sostiene.
<<Lasciala subito, non la toccare!>> Urla Taylor, furioso. Ma Dylan non lo ascolta.
<<Va bene cosí, ce la faccio grazie.>>
Lo ammonisco prima che Taylor lo ammazzi sul serio stavolta.
Ora si che lo vedo bene, ha un livido sulla guancia, ma non è dovuto a Dylan: lui non l'ha colpito nemmeno una volta.
Mi avvicino a lui.
<<Dove sei stato? Mi dici cosa hai fatto?>>
Gli tocco lo zigomo e lui sussulta, forse per il dolore, ma non mi risponde.
<<Dimmelo>> ordino, ricomponendomi, con tono duro.
Ma lui non mi risponde e si gira dall'altra parte.
<<Vieni, ti riaccompagno a casa>> mi dice dolce Dylan.
<<No!>> Taylor lo allontana subito da me.
<<Lei viene con me>> afferma, prendendomi per un polso.
Mi divincolo.
<<Lasciami. Con te non vado da nessuna parte.>>
<<Ho detto che vieni con me>> odina in tono fermo e calmo.
Dylan mi prende di nuovo per le spalle.
<<Ti ho detto di non toccarla!>> Urla stavolta e tutta la calma di prima è scomparsa ed ora c'è il fuoco nei suoi occhi.
Spintona Dylan, che ricambia subito.
Mi metto tra di loro prima che comincino ancora.
<<Dylan, ti prego va via. Ho bisogno di parlare con lui>> lo prego con gli occhi.
Lui annuisce comprensivo.
<<Chiamami se hai bisogno>> continua.
<<Se avrà bisogno di qualcosa ci saró io con lei, coglione!>>
<<Taylor, smettila!>> Urlo.
<<Vengo con te solo perché voglio una spiegazione>> asserisco più calma.
Lo odio, non lo sopporto. Ma chi si crede di essere?
Dylan mi saluta e se ne va.
<<Andiamo.>>
Taylor mi prende per mano ma con uno strattone mi divincolo dalla sua presa.
Se pensa che non reagiró e faró come se niente fosse si sbaglia. E di grosso.
<<Non mi toccare.>>
Vedo una scintilla di tristezza passargli negli occhi, ma annuisce a va verso la macchina.
STAI LEGGENDO
PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017
Ficção Adolescente"Perché questo dovrebbe essere l'amore: un mare di emozioni che non ha freni, e tocca a te decidere se domare le sue onde o lasciarti trasportare." Amber, una ragazza estroversa e solare, all'ultimo anno del liceo, diciassette anni, ma ne sta per co...