Capitolo 4

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Io e le mie due splendide amiche entrammo nel salotto dell'enorme casa di Carolyn a braccetto, ridendo per una battuta di Ilenia, che stranamente era abbastanza audace quella sera. Di solito era timida e riservata, ma da qualche giorno risultava diversa: forse si stava lentamente adattando ai particolari caratteri di me e Melanie.

Quest'ultima ci venne brutalmente strappata via da James, che arrivò con un sorriso stampato in faccia e la trascinò sull'improvvisata pista da ballo.

Io decisi invece di girarmi verso Ilenia, che si stava guardando attorno alla ricerca di chissà chi.

<<Ilenia, hai conosciuto qualcuno?>>

<<Come? Perché me lo chiedi?>> rispose lei, arrossendo visibilmente nonostante tutto il blush che aveva addosso. Questo dettaglio mi fece capire che avevo proprio centrato il segno, quindi decisi di persistere.

<<Sei diversa ultimamente! Sei più sicura di te e hai cominciato persino a fare qualche battuta>>

<<No, ti sbagli...>>

<<No, non mi sbaglio! Sono tua amica, sai che puoi dirmi tutto>>

<<Ok, mi arrendo! Sì è vero, ho conosciuto un ragazzo molto carino e simpatico>>

<<Oh mio Dio! E chi è? Lo conosco? È della nostra scuola?>>

<<Jackson, quello in classe con Dylan Rogers>>

<<Siete usciti insieme?>>

<<Non ancora, però me l'ha chiesto e ho accettato subito. Devo solo dirgli quando sono libera>>

<<Sarà a questa festa?>>

<<Sì, magari è già arrivato, ho visto Dylan laggiù>>

<<Corri>> esclamai ridendo <<io cerco Mason>>

Mi guardai intorno e non lo vidi né in salotto né in cucina. Presi un bicchiere di plastica con uno strano liquido al suo interno e salii le scale, che portavano alle camere da letto e ai bagni.

Solitamente il corridoio era pieno di ragazzi arrapati che si scambiavano effusioni prima di cercare a tastoni la porta di una stanza.

Io andai dritta verso il bagno, mi rinfrescai, rimisi il rossetto e tirai fuori il mascara per passarlo nuovamente sulle ciglia.

All'improvviso due persone avvinghiate l'uno all'altra entrarono e mi fecero prendere così tanto spavento che il mascara finì sulla palpebra.

Con la bocca spalancata per la sorpresa e lo scovolino ancora sospeso in aria, mi girai e potei constatare, con mia grande inquietudine, che si trattava di Dylan e di un a ragazza bassa e mora mai vista.

<<Scusa Ambs, non volevamo disturbarti. Susan, mi potresti aspettare fuori?>>

Susan uscì sorridendo dalla stanza, forse pensando a quanto si ritenesse fortunata per il fatto che Dylan Rogers, conosciuto anche come il grande puttaniere della scuola e non solo, si fosse ricordato il suo nome.

Dylan si girò verso di me e fece il broncio.

<<Non avresti dovuto assistere a una scena del genere>>

<<Perché? Mi proteggi come se fossi una bambina>>

<<Hai ragione, scusa. Sarà l'abitudine>>

<<Torna da Susan, non importa>>

Per dimostrargli che parlavo seriamente, lo spinsi fuori dalla porta ignorando le sue risatine e mi assicurai di chiudere a chiave, questa volta.

Tornai davanti allo specchio e mi sistemai il mascara una volta per tutte, poi diedi un'ultima occhiata al vestito e corsi fuori dal bagno.

Dopo aver vagato per dieci minuti in cerca di Mason, l'unico che avrebbe potuto risollevare il mio morale in quel momento, finalmente lo trovai in giardino da solo.

Si era tolto la giacca e l'aveva appoggiata su una panchina per accendersi una sigaretta.

<<Posso usufruire?>> chiesi, indossando il miglior sorriso del mio repertorio nonostante la serata non fosse iniziata nel modo migliore.

Gli occhi azzurri risaltarono nell'ombra, quando si girò verso di me. Sembrava stranamente giù di morale, quindi accantonai i miei brutti pensieri per consolare lui. Dopo aver preso una sigaretta dal suo pacchetto e avermela passata, ci allontanammo per stare un po' da soli.

Il parchetto vicino a casa di Carolyn era sempre vuoto, nonostante fosse molto bello: le altalene erano nuove, e così pure tutte le panchine e gli scivoli. Quando io e Mason eravamo piccoli, ci andavamo tutti i giorni ed era così affollato che bisognava aspettare per salire sulle attrazioni più belle.

Ci sedemmo su dei dondoli per chiacchierare un pochino, come ai vecchi tempi.

<<Sembra di essere ancora dei bambini di sette anni in cerca di un posto dove scambiarsi segreti>>

<<Se non consideri il fatto che stiamo fumando, invece di fare a gara a chi fa la bolla più grande>>

<<Già...>> dissi con malinconia, buttando il mozzicone per terra e schiacciandolo col piede. <<Com'è andato il tuo appuntamento?>>

<<Male, lei era carina ma abbastanza noiosa. Mi sono quasi addormentato durante il dolce. Forse sarei dovuto andare alla stupida festa degli amici di Dylan>>

<<Ah guarda non mi parlare di Dylan, ho appena avuto un incontro parecchio imbarazzante con lui>>

<<Scommetto che l'hai beccato mentre si faceva una tipa>>

<<Esattamente!>>

<<Eh, mio fratello rimarrà sempre lo stesso... Nel frattempo, direi che è meglio tornare in casa, ormai il famosissimo dj di cui parlano tutti sarà arrivato>>

Ci avviammo insieme, e durante il tragitto mi raccontò qualche aneddoto sull'appuntamento della sera prima. A quanto pare era stato veramente un disastro.

Subito dopo aver messo piede nella casa di Carolyn, ci accorgemmo che era totalmente cambiata da quando ce ne eravamo andati: c'era così tanta gente che si riusciva a malapena a respirare, erano arrivate dozzine di pizze e barili di birra, e la musica mi impediva di sentire Mason mentre cercava di parlare.

Dopo aver preso dal frigo una bottiglia del mio drink preferito, il Malibu, e averne bevuto un lungo sorso, tornai in pista con il mio migliore amico.


Fra le sue bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora