Capitolo 1

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Diario

9 settembre 2016

Niente è come sembra, se quel
"come sembra" non è niente!

"Piove. Che incanto ascoltare di notte la pioggia cadere sui tetti, così costante e fredda, da far piangere. Nel parcheggio non c'è un'anima, solo quegli indefiniti fantasmi che il vento disegna tra le goccie che cadono fitte: io sono in silenzio riparata dal piccolo tettuccio di un negozio di musica. Di fianco a me c'è una pozzanghera e di tanto in tanto gli lancio qualche sguardo per vedere il mio viso riflesso nell'acqua. Non sento nulla, apparte quelle piccole lacrime cadenti, nemmeno i pensieri: solo a volte, il vento, che soffia di poco e mi scompiglia i capelli.
La pioggia aumenta, e io mi abbandono a quel ritmo costante che mi ricrope, lasciando che le lacrime scivolino salate dai miei occhi, tracciando i contorni delle mie guance, bagnando le mie labbra fredde beandomi di quel sapore così agrodolce finché non finiscono pesantemente sulla pagina bianca del mio diario. Ora mi sento così sola, il cielo diventa sempre più scuro, il vento si ferma, la pioggia diminuisce e le mie lacrime vengono tatuate sulla pagina ruvida del diario, dai miei stessi occhi. Il mondo non lo vedo più a colori, ormai è segnato di nero un nero inteso di un mare che non ha fine. L'acqua..quella grande ed indefinita pozza blu si è portata via il mio "tutto" che è finito nel fondo di un oceano infinito. Un oceano dove non c'è rinascita. Il mio cuore e morto, eh con sé e morta la ragione per qui sono qui. La ragione di ogni mio valore di vivere. Ancora mi incanto pensando alla bellezza di quell'anima. Gli avevo promesso una cosa! Eh io mantengo sempre le promesse..manca poco e saremo di nuovo insieme! Credo.
Dovrei smetterla di scrivere del mio passato..Così forse farà meno male. Così, non vedrò nelle mie parole il riflesso di chi prima c'era ed ora se ne andato portandosi via la mia anima. Oggi è stata davvero una giornataccia che altro posso dirti?! Niente a parte...
"Caro Diario"

Kaily

Faccio scontrare le due parti del diario facendone diventare una. Il brillantino sulla penna e illuminato dalla luna che sembra così triste lì sopra da sola.
Le stelle non sono ancora arrivate ma quando lo faranno non si sentirà più così.
Prendo la matita, il diario e li metto dentro la borsa, mi guardo intorno ma l'unica cosa che vedo e sento sono le macchine. Mi incammino lungo la stradina che conduce verso casa mia, nel tragitto passo accanto al parchetto dove andavo a giocare da piccola, le altalene emettono uno strano stridolio causato dalla ruggine degli anni, lo scivolo a perso la sua lucidità e l'immagine che fa e solitaria. In lontananza le grandi lampade hai lati della porta illuminano il giardino verde dal profumo di fiori e freschezza. I miei piedi viaggiano, esplorando ogni centimetro del piccolo giardinetto, con passi piccoli e leggeri si fermano davanti alla grande porta di legno bianco. Busso, ma ciò che ottengo e il nulla solo silenzio, sbuffo prendo le chiavi sotto il tappeto ed entro. Subito il profumo di vaniglia invade le mie narici, mi sfilo il cappotto, lo appoggio sopra la grande sedia marroncino e senza fare rumore vado in cucina. Quando attraverso il corridoio ed entro non mi stupisco di vedere tutti seduti a tavola, il fatto che mamma torna tardi da lavoro ci costringe a mangiare la maggior parte dei giorni verso le 22:30. Ma non mi lamento fa già tanto per noi.
Gli occhi di tutti i presenti si posano sulla mia figura minuta. Mi sento osservata e quando i miei piedi prendono per la direzione opposta la voce di Mark che riecheggia nella stanza lì fa fermare.
《Tesoro dove sei stata?! Perché non vieni a mangiare qualcosa?!》
Mi giro, ignoro la prima domanda è rispondo con voce flebile alla seconda.
《Certo...perché no!》il mio sorriso non lo convince più di tanto, e si vede da come ricambia lui. A sempre cercato di essere un qualcosa di più con me ed è davvero strano che io non glie l'ho abbia mai permesso. E una persona straordinaria e ama la mamma. Continua a reggere il contatto dei suoi occhi contro i miei, fin quando guardando il piatto non rinizia a mangiare.
Punto il mio sguardo sulle sedie.
L'unico posto disponibile è in mezzo ha Jace e mio fratello. Guardo mia mamma che sembra tanto stanca, di tutto, perciò mi siedo.
Jace si avvicina con la sedia alla mia, mi lascia un casto bacio sulla guancia prima di girarsi e guardare Kyle che distoglie lo sguardo dal nostro.
La tensione e l'imbarazzo che si sta creando non mi piace per niente, perciò decido di rompere il silenzio.
《Allora...mamma, com'è andata a lavoro oggi!?》cerco il suo sguardo ma non lo trovo. Mi incominciano a sudare le mani per non so quale motivo. Il piede di qualcuno che sbatte sotto il tavolo non mi convince. Sarà successo sicuro qualcosa.
Ho forse e solo una mia impressione..
《Bene..》mi risponde dopo infiniti attimi di silenzio《..vedi》-continua-《era proprio di questo che volevamo parlarti..il signor Roberts si è congratulato con me per le mie doti da dottoressa. Dice che ci so fare e mi ha offerto un lavoro alla "MedRite Urgent Care" ha detto che guadagnerei di più e che sarebbe buono anche per te..per la richiesta dell'università a New York, dato che si trova nello stesso posto sarebbe stato utile...Eh infine mi hanno anche offerto un altro lavoro che potrei fare di giorno dato che non sono impegnata.》Non so se piangere perché lei non può assistere a tutto questo ho ridere perché almeno un suo sogno si è realizzato. Guardo Mark che mi sorride, ricambio e prendo parola. 《Ma..questo cosa significa?!》biascico attendendo una risposta.
La mamma mi sorride, capendo a cosa stavo pensando.
《Si piccola, non solo andrai a scuola a New York ci andremo anche a vivere.》l'emozione che provo in questo momento e tanta! Mi alzo senza neanche aver toccato cibo! La sedia striscia per terra ed emette uno strano rumore,
Eh proprio come se tutto tornasse indietro..ricomincia...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 20, 2017 ⏰

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