You wreck me.

Era tutto così strano.

Lo stomaco era sotto sopra, gli occhi brillavano come delle stelle.

Le parole si erano bloccate in gola.

Il respiro era corto, e la carenza di ossigeno si faceva sempre più presente.

Vi era solo il rumore dell'intenso respiro della ragazza.

Il tempo pareva essersi fermato.

Quello fu un momento della vita di Devonne in cui ella poté dire di essere felice.

Dopo vari anni, lui la degnò di uno sguardo, era durato un secondo o poco più, ma per Devonne era sembrato un eternità.

L'aveva stregata dal primo momento in cui l'aveva visto, ovvero due anni prima, sempre nello stesso bar.

Demi andava ogni giorno al bar solo per rincontrarlo, solo per vedere i suoi occhi e per riempirsi i polmoni del profumo che l'uomo portava con se.

Lo fissava ogni secondo e la sua mente aveva già memorizzato tutti i movimenti che lui faceva.

Ne era completamente ossessionata.

Ogni giorno alle otto meno cinque era seduta nel suo solito sgabello vicino alla cassa, e guardava la finestra aspettando con ansia l'arrivo del suo amato.

Egli non l'aveva mai notata, anche perché era un ragazzo taciturno e misterioso, non era suo solito guardare la gente.

Entrava e si sedeva in un tavolino posto al fondo della sala, e ordinava il suo solito caffè con una ciambella al cioccolato.

Mentre i camerieri preparavano la sua colazione, lui andava in bagno a lavarsi le mani, da buon uomo.

Quando ritornava, ringraziava la cameriera, e prendeva il giornale che quest'ultima gli aveva lasciato sul tavolo.

Lo leggeva con tranquillità, e intanto sorseggiava il suo caffè.

A Demi questa sua misteriosità la incuriosiva, la affascinava.

Molte volte Devonne, siccome lui non la guardava neanche di striscio, si metteva a piangere e si chiedeva cosa non avesse.

Magari era colpa del trucco, magari come era vestita, oppure era troppo grassa.

Questi problemi l'afflissero per un lungo periodo.

Ma quel giorno tutto cambiò, lui pagando la sua colazione l'aveva guardata.

La ragazza voleva urlare dalla gioia, ma le sembrava davvero molto stupida come cosa.

Era felice, era stra-felice.

Si sentiva come un'adolescente alle prime armi.

Non vedeva l'ora di rivederlo il giorno seguente, magari l'avrebbe rivolto la parola, era eccitata all'idea.

Ritornò a casa con un sorriso stampato sul volto.

Gli occhi erano gioiosi, e sprizzava felicità da tutti i pori.

La notte Demi non riuscì a dormire, aveva l'ansia, non sapeva neanche cosa mettersi per il giorno seguente.

Se qualcuno l'avesse vista l'avrebbe presa come pazza, ma era innamorata.

All'una circa cadde nelle braccia di Morfeo.

Al mattino la sveglia del suo cellulare suonò e Demi si svegliò tutta contenta, non vedeva l'ora di uscire di casa.

Si mise una maglietta dei Nirvana, le sue converse nere, pantaloni neri attillati, e la sua solita giacca nera in pelle.

Era emozionata, il cuore era in fibrillazione, le gambe tremavano e i nervi erano tesi come delle corde di violino.

Non era ancora psicologicamente pronta.

Con un passo spedito si avviò verso il bar.

Non appena entrò si avviò al suo solito sgabello.

Non appena si girò vide che lui era già seduto al suo solito posto e stava fissando con insistenza la porta, la quale dopo qualche minuto si aprì ed entrò una bellissima ragazza.

Quest'ultima si avviò verso il tavolo del ragazzo e si fermò proprio difronte a lui.

Lui si alzò e la salutò con un bacio a stampo.

Demi si sentì morire, era precipitata in un pozzo senza fine.

Il suo cuore si era spezzato.

Distolse lo sguardo, non era così masochista da continuare a fissarli.

Pagò la sua colazione e uscì frettolosamente.

Le lacrime iniziarono a rigarle il viso, e le lacrime salate bagnarono le sue labbra.

Provava frustrazione, rabbia e molta tristezza.

Era così distratta che non vide che un camion la stava per investire.

L'impatto fu veloce, e la povera Demi morì sul colpo.

Il suo corpo venne scaraventato in aria, e cadde sul suolo privo di vita.

Almeno così avrebbe smesso di soffrire...