CAPITOLO 30

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DOMENICA 20 OTTOBRE

Sentii la porta aprirsi ma non guardai chi fosse. Tenevo lo sguardo posto al di fuori della finestra. Colui che era entrato si sedette di fianco a me. Non mi mossi.

Erano giorni che ero qui, dieci giorni oggi. Giorni che prendevo medicine e farmaci. Giorni che passavo sotto ogni esame e cura. Giorni che mangiavo, e dal punto di vista fisico stavo anche meglio. Solo fisico però.

Era venuta a trovarmi mia madre, Chloe e persino Aurora. Warren non ancora e non sapevo se lo avrebbe fatto.

Erano giorni che non parlavo con qualcuno nemmeno con I medici e lo psicologo.

Dicevano che stavo guarendo e se continuavo così il tempo in cui sarei stata dimessa sarebbe diminuito sempre di più.

Il mio peso stava entrando nella norma, non avevo più fuoriuscite di sangue dal naso, niente svenimenti, vista doppia o sfocata ultimamente. Come avevo detto, fisicamente stavo meglio.

Erano giorni però che non parlavo con nessun altro.

Sapevo chi avevo al mio fianco ora, era venuto spesso a trovarmi. Lo ascoltavo ma non rispondevo. Restavo ferma, impassibile, neutrale. Come se non ci fossi.

Era colpa sua se ero qui. Tanto appena sarei tornata libera avrei ricominciato tutto da capo supponevo. Pensavate che stessi guarendo? Beh, non avevo intenzione di guarire.

Il silenzio regnava nella stanza, forse stava aspettando che io parlassi ma non avevo intenzione di farlo. Passarono minuti.

Lui <Arianna...> disse con un sospiro. <Perchè non parli? So che se sei qui è solo per colpa mia, ma ti prego dì qualcosa. Sono sempre venuto a trovarti in questi giorni per tutte le ore che potevo.> già e avrei voluto sapere il perchè dato che eri stato proprio tu a dirmi che non dovevamo avere alcun tipo di contatto. <Mi dispiace, anzi sai una cosa? Non mi dispiace affatto. Ho chiamato quella donna e se tornassi indietro nel tempo rifarei la stessa identica cosa. Farei quella telefonata e ti salverei la vita ancora. Perchè si, se non avessi fatto qualcosa saresti sprofondata nella tua fossa e saresti morta. Magari provocandoti un'emorragia, problemi al cuore, agli organi o al sistema nervoso. Quindi no, non mi pento di averti salvato la vita. Ho già sbagliato in passato e voglio cercare di aiutarti anche se non vuoi.> non mi mossi ma sapeva che avevo sentito tutto. <Potrai odiarmi quanto vuoi Arianna, ma voglio che tu sappia ciò. Non ignorarmi ti prego, so che mi stai ascoltando, lo so perfettamente. So che non parli con nessuno, ma speravo che non lo facessi solo con me. Pensavo che con I tuoi famigliari almeno avresti rivolto la parola ed ero praticamente certo che non me non lo avresti fatto perchè appunto mi odi-> lo interruppi.

Io <Non ti odio.> dissi calma per poi guardarlo negli occhi che mi scrutavano stupito.

Lui <Come? Dopo tutto ciò che ti ho fatto.>

Io <L'unica cosa sbagliata che hai fatto è stata quello che è successo negli otto mesi e di cui io non so nulla. So che dovrei odiarti, ma non ci riesco.>

Lui <Come fai a non odiarmi?>

Io <Non ci riesco e basta.> dissi sempre calma. <Sai, la prima volta che ti ho conosciuto ero convinta che tu fossi il solito ragazzo figo che ha tutte le ragazze ai suoi piedi. Il classico puttaniere della scuola. Credevo anche che stessi con Sofia, la classica viziata del cazzo.> dissi con una risata leggera.

Lui <E poi?>

Io <E poi ho capito che l'unica cosa che avevo pensato e avevo ragione era una. Sei il solito ragazzo figo, ma con la differenza che sei tu che non vuoi che la gente ti giri intorno. Sei tu che allontani gli altri e mi sono incuriosita sai.>

Lui <Perchè mi stai parlando? Non lo fai con le tue amiche e la tua famiglia ma con me, quello più sbagliato di tutti, si? Perchè?> tornai a guardare fuori dalla finestra.

Io <Cosa dovrei dire agli altri? Sono entrati piangendo la prima volta. Dicevano che gli dispiaceva e che sarebbe andato tutto bene. Si preoccupavano per me ed erano troppo ottimisti. Loro non mi avrebbero capita.>

Lui <Ed io si?>

Io <Per me sei ancora immerso nel mistero. Sai tanto su di me anche se io praticamente niente. Entravi nella mia stanza e mi parlavi, mi parlavi come volevo che qualcuno facesse da anni. Volevo parole non che mi dessero conforto, perchè io non credo nel lieto fine, ma le tue parole mi davano sicurezza.>

Lui <E la differenza?>

Io <C'è differenza tra illudersi e sentirsi protetta. E tu mi facevi sentire al sicuro. Hai detto così se non sbaglio un giorno giorni... "niente andrà per il verso giusto, questo non è un film, ma è la realtà. Posso solo dirti che voglio aiutarti in qualche modo. Non so ancora come ma anche se impossibile, voglio rimediare al mio errore fatto. Voglio fare in modo che nessuno ti faccia soffrire, come invece ho fatto io" sai quanta protezione mi hai trasmesso? Questa frase per me era meglio di un "Tranquilla, si risolverà tutto" perchè sarebbe solo stata una bugia.> si alzò in piedi e fece qualche passo.

Lui <Se sapessi cosa è successo in quegli otto mesi non diresti così.> disse a bassa voce senza guardarmi.

Io <Non sto parlando degli otto mesi Edward, ma di ciò che mi hai detto. Anche se scoprissi qualcosa di più non cambierebbe ciò che mi hai fatto trasmettere.> mi sedetti più comoda. <Non sai quanto mi fa però piacere la tua presenza.>

Lui <Perchè? Prima che ti portassero qui hai detto una cosa, "Però non ti posso odiare." perchè non puoi. Devi odiarmi!>

Era incredibile il fatto di come volesse che lo odiassi. Come fosse distrutto dal fatto che non ci riuscissi. Era quasi disperato.

Io <Quando ti guardo negli occhi vedo quanto pentimento possano provare. Vedo quanto vorresti non aver mai fatto niente di ciò che hai fatto.>

Lui <Ma qualcosa ti ho fatto. È come se uccidessi una persona, può dispiacermi quanto voglio ma ormai l'errore è commesso e non posso tornare indietro.>

Io <Però non hai ucciso nessuno.>

Lui <Arianna, capisci ciò che dico.>

Io <Il punto è che non riesco ad odiarti. La ragione degli otto mesi non mi sembra abbastanza. Non riesco ad odiare qualcuno spontaneamente, capisci? Dammi una ragione per farlo perchè fino ad adesso mi hai solo aiutata.>

Fece qualche passo verso di me.

Lui <Come posso farmi odiare?> seriamente? Stavamo davvero discutendo su questo?

Io <Forse il fatto è che io non voglio odiarti.>

Lui <Cosa?>

Io <Io non riesco ad odiarti perché non voglio farlo.> dissi facendo qualche passo verso di lui.

Lui <Però dovresti.> disse serio guardando fuori dalla finestra.

Io <Allora mi dispiace Edward, mi dispiace se non riesco ad odiarti.> dissi seria ma poi scoppiai a ridere.

Lui <Perchè stai ridendo?>

Io <E' che mi sembra assurda questa situazione.> lo sentii sospirare.

Lui <Ora devo andare.> disse andando alla porta ma lo bloccai.

Io <Tornerai?> si voltò sorpreso verso di me.

Lui <Si.> disse per poi uscire da qui.

Non so perchè ma mi si formò uno strano sorriso sul volto.

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Tanti auguri a meee per il mio birthday😂

Comunque... Arianna ha iniziato a parlare, ciò vuol dire che le cose andranno meglio o forse no?

-Sam🌸

~La ragazza della ferrovia~ (Wattsy2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora