Sei strano.

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"Sei strano", ecco, questa è la frase che mi sento dire praticamente ogni giorno. Non mi sono mai considerato al di fuori dei normali schemi sociali -ho sempre cercato di condurre una vita pacata nonostante la ricchezza, ad esempio- eppure con il passare del tempo ho cominciato a crederci. È un po' come quando, da bambino, tutti gli amici ti ripetono insistentemente che i cavoletti di Bruxelles sono disgustosi: alla fine ci caschi e accetti la cosa senza nemmeno tentare un'opposizione.
Io ammetto di essermi un po' opposto e adesso, con gli occhi di un ventitreenne, mi rendo conto che ero davvero un ragazzino sciocco. Avevo paura degli sguardi straniti, delle occhiate divertite e dei sussurri maligni.
Al primo anno ad Hogwarts ebbi paura di me stesso, di ciò che negli anni seguenti sarei diventato. Diciamocelo, quando mai un Malfoy finisce a Tassorosso?
"Sei strano" dicevano, e quasi me ne convinsi.
Al secondo anno uscii dal mio guscio, ero un Malfoy Tassorosso e con ciò? Mi resi conto che nessuno poteva impormi qualcosa e poi il Cappello Parlante non torna mai indietro. Divenni amico di Albus Potter, un altro strano per gli studenti di Hogwarts. Lui, al contrario dei famigliari, era finito in Serpeverde. Era facile parlare con lui.
Al terzo anno arrivò a scuola la ragazza che oggi è la mia piccola stella. Se a quell'epoca era bella, oggi è stupenda. Parlo di Lily Luna Potter, sì.
Fu un colpo di fulmine, appena incrociai i suoi occhietti castani e allegri capii che avevo davanti la ragazza giusta da conquistare al più presto.
Peccato che lei fosse di tutt'altro avviso. Fomentata dal fratello maggiore James, aveva sviluppato una sorta di repulsione per me e tutti quelli che avevano parenti Mangiamorte. Un po' triste, ma non mi diedi per vinto.
"Sei strano" continuarono a ripetere, mentre organizzavo i migliori stratagemmi per conquistare il cuore della giovane Potter. Non capivano che quella ragazza mi aveva rubato cuore e anima in un solo sguardo.
Ci fu un giorno però, al mio settimo anno, in cui tutto cambiò. Alle sei e quarantadue precise -come dimenticarlo!- fui svegliato da qualcuno che delicatamente mi scuoteva per una spalla. Quasi mi prese un colpo quando vidi Lily seduta sul letto, l'ampia camicia da notte a donarle quell'aria da eterna bambina.
«Per Merlino, speravo avessi il sonno pesate!» esclamò allontanandosi un po'. Mi tirai su a sedere guardandomi attorno confuso, avevo sbagliato dormitorio?
«Scorpius» chiamò lei, attirando efficacemente la mia attenzione. «Devo dirti una cosa davvero importante.»
Ero cotto, innamorato perso, e mi sarei eternamente dannato se non avessi colto l'occasione. Così mi avvicinai piano, per non farla spaventare, e la baciai a fior di labbra per farle capire che qualsiasi cosa avrebbe voluto dirmi l'avrei accettata comunque.
«Mi piaci da morire Scorp.»

Sorrido al ricordo del vecchio me, del ragazzino timoroso di non soddisfare le esigenze degli altri prima che le proprie, del Malfoy che con la sua bontà ha rivoluzionato l'animo deturpato del padre.
E sorrido anche alla figura della mia Lily che, piano piano, mi si avvicina. Oggi è stupenda nel suo bell'abito bianco, nascosta dal leggero velo che soltanto io potrò scostare.
Il sole sta tramontando e il cielo diventa la sua tela, piano piano assume il colore dei capelli della mia amata e non posso che sorridere ancora, incapace di fermarmi, sperando che tutto ciò possa rimanere impresso nella mia memoria per sempre.
«Mi raccomando Scorpius» sussurra il signor Potter, abbozzando uno sguardo truce che proprio non gli si addice, e finalmente Lily si affianca a me.
Ci voltiamo entrambi verso il prete, abbiamo preteso una cerimonia alla babbana per il sommo dispiacere di mio padre, e per l'ultima volta mi dichiaro: «Ti amo, Lily Potter
Perché, si sa, tra pochi minuti sarà la mia sposa, la giovane signora Malfoy.


Niente da dire, solo viva la scorlily!

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