Addio

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Capitolo IV

Leonard le aveva promesso che entro una settimana sarebbe tornato, ma non fu così.
Belle passó terribili giorni di angoscia in attesa del ritorno del fratello, ma invano: erano già passati dieci giorni, e di lui non c'era ancora traccia. La ragazza non poteva più sopportare una situazione del genere, cosí decise che sarebbe andata a cercarlo lei stessa; non appena uscì di casa, intenzionata a farsi prestare una monta da chiunque potesse aiutarla, vide arrivare al galoppo il cavallo che Leonard aveva preso alla scuderia del paese vicino.
Belle gli si avvicinó di corsa, terribilmente spaventata nel vedere ritornare il cavallo senza suo fratello, afferró rapidamente le redini e gli accarezzó dolcemente il muso per calmarlo. Lo guardó dritto nei suoi grandi occhi marroni e gli sussurrò:
-Dov'è Leonard? Portami da lui.

***

Dopo una lunga galoppata e dopo che furono giunti nella parte più profonda e fitta della foresta, il cavallo imboccó un sentiero completamente diverso da quelli che avevano seguito fino a quel momento. Le piante che crescevano ai lati della strada, ricoperta da un manto arancione di foglie, erano le più strane e particolari che la ragazza avesse mai visto: magnifici frutti di colori sgargianti pendevano dai rami degli arbusti che costeggiavano il sentiero e coloratissime piante rampicanti ricoprivano i tronchi di grandi alberi bianchi. Quando giunsero alla fine del sentiero i rami degli alberi si fecero sempre più radi e davanti agli occhi di Belle comparve uno splendido castello, fino a quel momento nascosto dalla fitta vegetazione.
Le altissime torri scure sembravano arrivare fino alle nuvole e l'immenso portone di quercia pareva la bocca di un mostro. Belle si guardó intorno incredula e stupefatta: ma dove l'aveva portata quel cavallo?

***

Dopo averlo lasciato nella stalla, la stessa dove lo aveva portato Leonard, la fanciulla si avvicinó al portone e con fatica lo aprì, provocando un forte e fastidioso cigolio. Quando entró nel salone vide il camino acceso, perciò, pensó, quell'enorme castello doveva essere abitato. Si guardó intorno titubante e impaurita, poi fece un bel respiro e si fece coraggio:
-C'è nessuno?
Belle non udì alcuna risposta, ma continuó:
-Perdonatemi, sono venuta a cercare mio fratello Leonard, sapreste dirmi se è qui?
E ancora nulla.
Era sul punto di riaprire il pesante portone e andarsene, quando alle sue spalle avvertí dei passi. Si voltò per vedere chi fosse e vide una sagoma scura in cima alle scale: era molto alta e massiccia, ma poichè, nonostante fosse giorno, le tende del salone erano tirate e bloccavano la luce proveniente dall'esterno, la ragazza non vi fece caso. Siccome l'ombra non si decideva a parlare, Belle, un po' intimorita dalla figura che dall'alto della scala la osservava, chiese gentilmente:
-Perdonatemi, siete voi il padrone del castello?
-Si, sono io.
Rispose una voce bassa e cupa.
-Sapete se mio fratello Leonard è qui o è passato da queste parti?
Continuó Belle.
-Si, vostro fratello si trova qui e da qui non potrà andarsene. Se siete venuta per riportarlo a casa, sono spiacente, ma avete fatto tanta strada inutilmente.
La ragazza non riuscì a credere a quelle parole.
-Come sarebbe a dire? Non potrà andarsene? Lasciate andare mio fratello, vi prego, cosa vi ha fatto di male?
L'ombra emise un pesante respiro.
-Sarebbe a dire che vostro fratello rimarrà qui per il resto della sua vita. È venuto a conoscenza di fatti che non gli permettono di poter lasciare questo posto, mai più. Ora andate, state perdendo soltanto del tempo prezioso.
Belle non capiva. Cosa avrebbe mai potuto fare suo fratello per meritarsi tutto ciò? Non c'era davvero nessun modo per farlo uscire di lì?
-Non c'è nulla che possa farvi cambiare idea e lasciarlo andare? Vi prego, lui è tutto ciò che mi resta.
A quelle parole la figura abbassó il capo, e per quanto riuscì a vedere Belle, rimase con lo sguardo rivolto verso il basso per qualche secondo, poi si ricompose, e con tono fermo ma sentito rispose:
-Mi dispiace deludervi, ma non posso fare nulla, ho le mani legate. Se lasciassi andare vostro fratello perderei anche l'ultima cosa che mi è rimasta.
-Sarebbe a dire?
-La vita.
Belle era sempre più confusa, le ronzavano in testa mille pensieri, ma di una cosa era certa: non avrebbe mai e poi mai lasciato che suo fratello rimanesse in quel lugubre castello per il resto della sua vita.
-Va bene, capisco. Ma, prima che me ne vada, mi permettereste di vederlo un'ultima volta? Vi prego.
L'ombra annuì.
-D'accordo. Ma non avvicinatevi a me, né a nulla di tutto ció che si trova in questo castello, o saró costretto a rinchiudere pure voi.
La figura si voltò e prese a camminare verso l'ala sinistra del castello; Belle salì le scale e stette al passo, ma non si avvicinó al padrone né si azzardó a toccare nulla. Voleva solamente rivedere suo fratello. Camminarono per un tempo che a Belle parve infinito, attraversarono corridoi lunghissimi e saloni magnifici, che mostravano ancora, sotto polvere e ragnatele, un antico e meraviglioso splendore. Dopo aver salito l'ennesima scalinata, il padrone si fermó a pochi passi da una bellissima porta color verde marino, ricoperta da lucenti intagli dorati.
-Vostro fratello è qui, dopo che l'avrete dovutamente salutato vi riaccompagneró all'ingresso, riprenderete il vostro cavallo e non tornerete mai più. Promettetelo.
Belle lo fissó per qualche secondo: il mantello scuro e il cappuccio non permettevano di intravedere nulla di quel misterioso padrone del castello, ma un sottile raggio di luce che traspariva da una fessura delle tende color porpora del corridoio, illuminava gli occhi dell'uomo, che erano di un azzurro incantevole, come quello del cielo che si riflette sul ghiaccio in una fredda giornata d'inverno.
-Vorrei proporvi uno scambio.
Esordì la ragazza.
-Uno scambio?
Si fece un espressione curiosa negli occhi del padrone.
-La mia vita per quella di mio fratello.
I freddi occhi azzurri, che fino a quel momento erano rimasti quasi impassibili ai discorsi fatti sino a quel momento, si sgranarono lentamente e lasciarono trasparire un incredibile stupore.
-Voi... voi prendereste il suo posto?
Ci fu un momento di silenzio.
-Voi non avete la minima idea di quello che state dicendo! Sareste condannata ad una vita di prigionia per sempre! Ascoltatemi, se c'è una cosa davvero preziosa quella è la libertà, e voi siete libera, non dovreste sacrificare una cosa così importante!
-C'è qualcosa di molto più prezioso della libertà.
-Che cosa?
-L'amore.
Lo sguardo dell'ombra assunse un'espressione così triste che Belle si sentì stringere il cuore nel petto.
-L'amore...
Sussurró la figura. A Belle parve che fossero quegli incantevoli occhi di cielo a parlare.
-Riflettete bene riguardo alla vostra scelta. Se deciderete di prendere il posto di vostro fratello sappiate che la vostra vita cambierà per sempre, e non potrete più tornare indietro.
-E sia.
Gli occhi la scrutarono con un'aria triste, dispiaciuta e incredula, le parve che dicessero:"ma che cos'hai fatto?", poi la porta si aprì, e, nonostante ci fosse molto buio, Belle vide Leonard sdraiato sul davanzale della finestra, a contemplare le nuvole e il cielo.
-Leonard...
Quando il fratello si accorse di lei, scese di corsa e la abbracció come solo un fratello sa fare.
-Belle?! Che cosa ci fai qui sorellina mia?
Esclamó emozionato.
-Sono venuta a cercarti! Ero così preoccupata! Stai tranquillo, fra poco sarai fuori di qui...
-Oh Belle!
-...senza di me.
Il sorriso commosso di Leonard svanì immediatamente.
-Cosa vuoi dire?
-Io prenderó il tuo posto e tu tornerai a casa.
Al ragazzo per poco non venne un attacco di cuore.
-Tu...Tu cosa?! Belle ma sei matta?! Tu non sai cosa stai dicendo! No no è ancora no! Torna a casa finché puoi! Tu non sai niente di questo posto, tu non sai niente di quel mostro!
-Mostro? Quale mostro?
Belle si volse verso il padrone, che stava indietreggiando, e così anche gli occhi azzurri vennero inghiottiti nell'oscurità.
-Cosa intendi Leonard?
-Cosa intendo?! Ma l'hai visto Belle?
No che non l'aveva visto.
La ragazza si alzó e camminó lentamente verso l'ombra, che indietreggiava sempre di più.
-Vi ho detto di non avvicinarvi.
Belle si fermó.
-Chi siete voi?
Silenzio.
-Un mostro, ecco cosa!
Esclamó Leonard.
-Un mostro a cui piace rinchiudere le persone nel suo castello e punirle per aver colto un fiore!
Belle non capiva.
-Spero che dunque abbiate cambiato idea. Vostro fratello ha ragione, sono un mostro. Se deciderete di prendere il suo posto, sappiate che dovrete convivere con una creatura orribile quale sono per il resto della vostra vita.
Un mostro? Cosa intendeva?
-Venite alla luce.
Il padrone esitó, abbassó lo sguardo e indietreggió. Belle non poteva immaginare come potesse essere un vero mostro.
-Mostratevi.
Ripeté.
L'ombra la guardó con vergogna, ma sapeva che prima o poi la fanciulla l'avrebbe visto, perció si fece avanti con passi lenti ed esitanti, e quando la luce lo illuminó Belle potè vedere con i propri occhi cosa intendeva poco prima il fratello: dal cappuccio spuntavano due grandi corna ricurve, le spalle e il petto erano ampi, l'intero corpo, alto e slanciato, era coperto di pelo scuro color grigio cenere e le zampe anteriori, molto simili a mani umane ma più grandi e robuste, erano dotate di artigli neri lunghi e affilati; dal mantello spuntava una coda leonina e del viso, completamente coperto dal cappuccio, si intravedeva solamente parte di una lunga criniera castana, che scendeva sin sulle spalle della bestia.
Il mostro tenne lo sguardo basso e non alzó il capo neanche per un istante: conosceva bene l'espressione delle persone quando vedevano quel suo orrendo aspetto.
Belle non poteva credere ai propri occhi: era davvero mostruoso. Come poteva la natura, madre delle più belle delle creature, aver dato alla luce una bestia simile?
La ragazza si voltó verso il fratello, che aveva un'espressione disgustata e impaurita stampata sul volto.
Lo guardó con aria affranta, gli poggió le mani sulle spalle e lo abbracció: lei ormai aveva deciso, non lo avrebbe lasciato lì.
Belle si avvicinó lentamente alla Bestia che, vergognandosi del suo aspetto mostruoso, si nascose ancora di più nel suo mantello e fece qualche passo indietro. Lo guardó, ma non provó paura, anzi, le fece pena: lui stesso si nascondeva per la vergogna e per non spaventarla; prese un profondo respiro e con voce rotta disse:
-Ho preso la mia decisione. Desidero che mio fratello possa tornare a casa il più presto possibile.
-E così sia.
Leonard era sul punto di svenire.
-Belle... ma cos'hai fatto... No! Non ascoltatela, sapete benissimo che se mi lasciaste andare sarei un pericolo per voi, lasciatela libera, portatela via di qui!
-Vostra sorella ha fatto una scelta terribile per salvarvi. Siatele riconoscente e andatevene. E poi, se vi venisse in mente di spifferare al mondo quello che sapete di questo posto, ricordate che lei è nelle mie mani. Ora andate.
Leonard era pietrificato; rimase a fissare Belle come se già le mancasse, come se già provasse una terribile nostalgia di lei. Alla fine cedette, scoppió in lacrime, e lei con lui e finirono nuovamente per abbracciarsi, un'ultima volta. Prima di sciogliersi dall'abbraccio, Leonard le sussuró piano all'orecchio:
-Torneró a prenderti. Questa è una promessa.

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