Infinite volte

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"Il confine non unisce e separa
secondo una logica ben definita.
Ma unisce e separa
secondo la logica del destino"


La porta dietro di sé.
Il buio della stanza.
Il silenzio ad ogni passo.
Il cuore che accelera.
L'odore di casa.
Le otto scoccate.
Harry rientra proprio in quel momento, giusto in tempo per sentire il rintocco dell'orologio e poi, di nuovo silenzio.
L'intera giornata era volata via come sabbia fra le dita, era tutto un rincorrersi d'impegni, fra interviste e dichiarazioni, foto, studi radiofonici, scatti con i fan, corse in auto, e corse e accelerazioni ripetute, fino a non avere più fiato.
Tempi strettissimi e dilatati, ore che si accartocciavano solo per allungarsi, attese infinite, ritorni sfiorati.
Giornate lunghissime che volavano via ed Harry non si spiegava come.
Era troppo, eppure amava tutto, ogni cosa e momento, l'odore del palco, le luci che si accendono, la polvere nell'aria, gli strumenti che si animano, l'adrenalina nei corridoi, le corde pizzicate sotto le dita, la melodia che vibra, il sangue che pompa a mille, la musica che penetra nell'aria, il cuore che accelera,
rallenta, si ferma, accelera.
Harry lo ama, perché semplicemente fa parte di lui.
Come aria nei polmoni, fuoco nelle vene, trambusto nelle ossa.
Ma .. nulla era come quello.
Nulla era come sentirsi a casa.
Nulla toglieva e dava respiro contemporaneamente nel petto.
Nulla faceva percuotere cosi forte il suo cuore,
tanto da sentirlo comprimersi fra le ossa.
Nulla era paragonabile a quello.
Nulla, era solo lui.
La sua dolce creatura.
Il suo pensiero costante.
Louis.
Harry lo pensava sempre, sempre.
Al mattino, quando appena sveglio gli bastava girarsi per vederlo accanto a se e disegnarlo con le dita e lo sguardo, al pomeriggio durante le corse fra gli studi e i vicoli mentre si perdeva, appoggiato al finestrino, ad osservare le strade sfrecciare, o alla sera quando si ritrovava a letto da solo e la mancanza si faceva sentire più forte. Ogni momento di assenza era soltanto un istante in più che li divideva dal momento in cui si sarebbero rivisti.
Perciò Harry si era affrettato tutto il giorno solo per quello,
solo per quel momento, solo per tornare prima e vederlo lì, semplicemente sdraiato, con i piedi a penzoloni​ che sporgono dal divano, mentre riposa.
Gli occhi chiusi, le ciglia che sfiorano la pelle, gli zigomi pronunciati, il naso all'in su, con la sua piega perfetta, le labbra socchiuse, la barba incolta, il ciuffo scomposto.
Un disegno, un olio su tela semplicemente perfetto, semplicemente suo.
Ed ogni volta è sempre uguale.
Ed ogni volta è sempre diverso.
Sempre diverso, eppure sempre familiare.
Harry lo sa, sarà cosi per sempre, perché non ci si può abituare, neanche volendo, neanche mettendocela tutta.
Semplicemente non può.
E cosi Harry si avvicina, avanza piano al buio, impercettibilmente si siede,
si avvicina, lo guarda e sente il suo odore frizzante e il suo respiro caldo su di se,
tanto che potrebbe farlo suo, o forse già lo è.
E poi, piano, poggia le sue labbra sulle sue in un tocco delicato, impercettibile, di amore puro e infinita dolcezza, che lo rende in un attimo completo.
Ma non ci vuole molto a trasformarlo in qualcos'altro,
perché Louis, ancora con gli occhi chiusi, riconosce quelle labbra come sue e ricambia il bacio, che diventa sempre più profondo, confusionario, mescolato, irruento, con tanti ti amo non detti e mi sei mancato sussurrati.
È passione, è fuochi d'artificio, è amore,
è sapori che si assaggiano e odori che si mischiano,
lingue che s'intrecciano, mani che corrono da per tutto e si stringono per ritrovarsi per non perdersi, è molto di più, è molto più forte, è molto più tutto.
È l'incastro perfetto.
È anime divise che si ricongiungono.
Perché è questo quello che sono,
anime divise complete solo insieme.

Poi dopo un tempo interminabile, di minuti oppure secondi che valgono vite intere
si staccano, si guardano, si riconoscono, si sentono sotto pelle, e parlano senza dire niente. Verde nel blu e blu nel verde. Fronte contro fronte e respiri pesanti.
Fuoco, cera e acqua sotto lo sguardo dell'altro.
Pronti a sciogliersi da un momento all'altro, in quell'abbraccio fatto di niente,
ma che eppure è ogni cosa.
Poi un "Mi sei mancato" e un "anche tu, terribilmente" sfuggono via dalle loro labbra e riecheggiano nell'aria riempiendo il silenzio, e sorridono entrambi, come schiocchi innamorati, con le mani di Louis ancora sui fianchi di Harry, e quelle di Harry appoggiate sul suo petto, pronte a sentire ogni battito per lui vita.
Sorridono semplicemente, come due adolescenti alla prima cotta, che non lo diresti mai che sono gli stessi uomini che si amano da sette anni incondizionatamente.
Eppure è cosi.
Contro ogni logica, realtà e paradosso.
Contro ogni divisione e difficoltà.
Oltre tutto, si tengono, si scelgono, si portano dentro.

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