Alberto apre gli occhi di colpo e per alcuni istanti rivede lo sguardo colmo di tristezza di quella donna. Sbatte le palpebre e si accorge che l'alba è già passata da un pezzo. La giornata è luminosa, il sole sembra più caldo del giorno precedente e al momento non c'è un filo di vento. La spiagga è deserta, ad esclusione di un pescatore sugli scogli e di una coppia anziani che portano a passeggio il cane. Osserva il mare calmo cercando di scacciare il sogno, così vivido da sembrare reale, ma ogni volta che cerca di pensare ad altro, quel volto riappare. Sbuffa e si scrolla di dosso la sonnolenza residua, smonta il campo e si guarda in giro in cerca di un bar dove fare colazione. Ha una fame da lupi.
Appena sopra la murata intravede l'insegna di un hotel che dovrebbe anche avere la caffetteria. All'interno, una signora di mezza età lo invita a sedere e gli prepara un caffè corredato di brioches sfornate da poco. Mangia con gusto e approfitta per chiedere informazioni.
"Signora – le chiede, - saprebbe indicarmi una biblioteca o un archivio dove sia possibile studiare i documenti storici di Deiva?"
"Potrebbe chiedere in municipio – risponde la donna, dopo una breve riflessione, - credo che conservino il materiale storico in un archivio. Se non sono indiscreta, posso chiederle a cosa è interessato?"
"Sto facendo ricerche sulla Dama della Torre – spiega Alberto, - sulla leggenda e i fatti storici a essa collegati".
"Ah – esclama lei, - allora potrebbe anche trovare utile la visita al Castello di Passano, è stato recentemente ristrutturato e credo sia aperto al pubblico".
"Grazie, signora – la saluta lasciando dieci euro sul tavolo. – È stata molto gentile".
Lei gli sorride calorosamente. "Torni pure quando vuole".
L'ingresso del municipio è in linea con il resto del paese, anche se la sensazione di amarcord è meno marcata che altrove. Dietro alla scrivania della reception, poco più di una lastra di formica su gambe metalliche, siede una donna di mezza età vestita con un abito sgualcito e liso dal tempo.
"Buongiorno – la saluta, - è possibile avere accesso all'archivio storico di Deiva?"
La signora alza gli occhi e lo squadra da dietro le lenti spesse come fondi di bottiglia.
"E lei sarebbe?"
"Mi chiamo Alberto Malindri – risponde lui, - e sono un appassionato di storie e leggende. Sono interessato ad alcuni racconti di folclore locale".
"L'archivio è al piano di sotto – gli indica una porta alla sua sinistra. – I documenti sono organizzati per anno e quelli più vecchi del 1900 sono negli armadi in fondo alla sala".
"Grazie". La camera nel seminterrato è grande e ben illuminata, ma l'aria è stantia e c'è odore di vecchio. Ci sono decine di armadi pieni di documenti, ma li ignora e si dedica ai due indicati dalla funzionaria. Passa lì qualche ora, ma non trova alcun riferimento alla Repubblica di Genova, ai marchesi Da Passano o alla Dama della Torre.
Quando esce, la donna lo guarda a malapena e lo saluta con un cenno, per poi tornare al suo lavoro.
La frizzante aria primaverile del primo pomeriggio gli rinfresca le idee e gli stimola l'appetito. Scende verso la marina e si ferma all'unica pizzeria da asporto aperta.
Mentre consuma il pasto, seduto su un'anonima panchina, si ricorda della conversazione avuta a colazione e viene colto da un senso d'urgenza. Si alza e butta la bottiglia di birra e gli avanzi nel cestino dell'immondizia, poi prende dalla tasca il cellulare e cerca le indicazioni su Google Maps. Il castello di Passano non è molto lontano, ma deve sbrigarsi se non vuole fare un viaggio a vuoto.
Si mette in marcia a passo sostenuto e in meno di un'ora è arrivato. La fortezza è stata recentemente ristrutturata ed è davvero in buono stato. Attraversa il giardino e raggiunge la torre principale, che ospita una mostra di reperti storici risalenti al periodo tardo medievale.
Le teche al pian terreno contengono per lo più documenti in latino e alcuni cimeli delle guerre di quel periodo, mentre al secondo piano trova una piccola pinacoteca, al cui centro domina un quadro raffigurante una donna. Appena lo vede, rimane folgorato. Non può dimenticare quegli occhi. Con la pelle d'oca, si avvicina al dipinto per leggere la didascalia, ma è già sicuro di cosa troverà.
Quando vede il nome, Marissa Da Passano, le immagini del sogno lo colpiscono come un maglio. Barcolla e deve sedersi per non cadere svenuto sul pavimento.
Respira profondamente per alcuni minuti, inebetito,finchè non riesce a riprendere il controllo. L'attrazione verso questo luogo,il discorso ascoltato a Monterosso, il periodo scelto per la vacanza, devono esserecoincidenze, si ripete. È certo che la suggestione lo stia influenzando, ma nonvuole tirarsi indietro, non adesso.
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Eternità
ParanormalAlberto è un appassionato di miti e leggende. Durante un viaggio in Liguria si imbatte in una storia che lo fa viaggiare fra presente e passato, alla ricerca di una risposta che si muove sul confine fra sogno e realtà.