Mentha officinalis pallescens

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Immergere le mani nell'impasto appena amalgamato, è per Alessio ormai da diversi anni una maniera per scaricare lo stress. Tutta la rabbia o l'energia negativa che percepisce
fisicamente accumularsi lungo le braccia, si dissolve magicamente non appena la composta di acqua, farina e uova gli avvolge i polpastrelli e risale fino alle nocche. In quel momento chiude gli occhi, inspira profondamente e si gode l'istante esatto in cui le sue ansie e i suoi problemi sembrano abbandonarlo momentaneamente. Fin da piccolo ha avuto un rapporto trascendentale con il cibo; Nando lo definiva in tutto e per tutto strambo, ma non ha mai dato troppo peso alla cosa, ritenendo il fratello non abbastanza arguto per cogliere quel legame.
Ad Alessio bastano pochi secondi di conoscenza e qualche sguardo in più per associare una persona qualsivoglia ad un qualsiasi ingrediente, cibo o tipologia di preparazione. Raramente si sbaglia - anzi, la leggenda narra che ciò non sia mai accaduto - e ogni individuo rimane sbalordito davanti alle sue doti di interpretazione culinaria. È anche per questo motivo che, ottenuto il diploma all'alberghiero, non ha esitato nemmeno un secondo prima di accettare un posto di lavoro nella pasticceria "Da Enrico".

"Alè stasera vieni un'ora prima e incontri la sposa - Marco, il figlio del proprietario, parla scrollandosi le mani dalla farina - psicanalizzala, fai quella roba che fai tu insomma e poi proponile la sua torta ideale"

Alessio annuisce continuando ad impastare e sorride all'idea di dover preparare una torta nuziale. Già pregusta l'aroma di cannella e burro fuso che riempiranno la cucina e il solo pensiero lo mette di buon umore.

"Mi raccomando eh, vengono da Caserta apposta per le tue doti"

Il tono di scetticismo che Marco utilizza ogni volta che parla di queste cose è palese, ma in fin dei conti gli affari gli vanno bene anche per questa dote che tanto disprezza, quindi finché la gente ci crede, lui ne approfitta.


Lavorare durante la notte non è mai stato un grosso problema per Alessio. Quando la mattina i clienti trovano i salati e le brioche freschi e appena sfornati, lui soddisfatto può andare a dormire sogni tranquilli.

"Abbiamo un problema"
Cristina appoggiata allo scorrimano della scala non è affatto un buon segno, non lo è mai. È raro che lei vada in cucina data la sua allergia al grano e derivati, quindi può significare solo due cose; Stefano se n'è andato un'altra volta oppure Lorenzo è arrivato di nuovo ubriaco a lavoro.
Alessio non risponde e prova a ragionare velocemente. La prima opzione la esclude, l'ultima litigata tra Marco e suo fratello, Stefano per l'appunto, è avvenuta solo due giorni prima, sarebbe un record anche per loro. L'unica opzione rimasta è che il barista ne abbia combinata un'altra delle sue.
"Fammi indovinare, Lorenzo?"
La bionda annuisce e Alessio si accascia contro il muro alle sue spalle.
Quando Lorenzo arriva ubriaco in pasticceria, significa che lui, al posto di andare a casa a dormire come sta sognando di fare da più o meno due ore, deve sostituirlo dietro al bancone del bar almeno fino a mezzogiorno.

La mattinata è caratterizzata da un caldo soffocante e clienti antipatici e dopo tre ore passate a riempire tazzine di caffè e a scaldare latte per macchiarli, Alessio non ne può già più. Butta una veloce occhiata all'orologio e dopo essersi reso conto che sono solo le nove, si accascia sul bancone sperando in un miracolo che lo faccia tornare a casa il più presto possibile.
Lorenzo come minimo gli deve cinque birre ed un paio di drink.

"Buongiorno"
Mentre Godblesscomputers in sottofondo intona l'ultimo And I could settle down with you, un ragazzo dall'aria particolarmente assonnata fa il suo ingresso nella pasticceria.
"Un caffè ristretto, grazie"
Alessio lo osserva per qualche secondo senza dire nulla, gli rivolge il sorriso che è moralmente obbligato a fare ad ogni cliente e poi gli volta le spalle per preparare la sua ordinazione.
Quando la tazzina a malapena colma per un quarto è pronta, non resiste alla tentazione di lasciargli cadere dentro una goccia di menta. Sa che Marco gli ha vietato di fare quella cosa al bar - perché effettivamente ha ragione, se un cliente chiede un caffè è perché vuole un caffè punto e fine - ma con quel ragazzo biondo proprio non riesce a trattenersi. Così si volta nuovamente nella sua direzione, posa la tazzina sul piattino e aspetta una qualsiasi reazione.
Gennaro - così recita la targhetta appesa alla divisa che indossa - mischia il caffè pur non avendoci messo lo zucchero e porta tra le labbra la porcellana bollente.

Il bar è ormai vuoto e Closer ha lasciato il posto alla voce seducente di Job Jetson in Cheeks. Il cliente al bancone ha il braccio sinistro abbandonato sul ripiano e ticchetta le dita a ritmo di musica, mentre con il braccio destro sostiene la tazzina quasi vuota. Ha l'aria assonnata ma gli occhi vispi; le iridi chiare guizzano tra i ciuffi di capelli che ricadono sul naso e le labbra macchiate di marrone sono sproporzionate rispetto al viso minuto e spigoloso. Alessio lo osserva attentamente, è strano e soprattutto diverso dai clienti abituali del bar. Inizia ad asciugare un paio di bicchieri e nel frattempo lo tiene sotto tiro con la coda dell'occhio aspettando una reazione.

"Ha un retrogusto particolare"
Finalmente dopo aver osservato la tazzina vuota per quasi un minuto intero, il biondo decide di parlare.
"Mentha officinalis pallescens"
Il tono di Alessio è quello di uno che la sa lunga e il volto di Gennaro si contorce in una buffa espressione interrogativa seguita da un eeeh?!?! quasi urlato e sicuramente sentito dai pochi clienti all'interno.
"Menta bianca, per voi comuni mortali"
L'altro annuisce con aria dubbiosa e il barista si affretta a spiegare "Mi basta un'occhiata per associare una persona ad un cibo e tu - fa una pausa per indicare Gennaro - e i tuoi occhi vispi mi avete ricordato la menta. Sembra un semplice ciuffo di vegetazione in mezzo al resto, ma il sapore è forte e inaspettato; un po' come i tuoi occhi chiari nell'insieme triste che sei tu"
Il biondo incrocia le braccia al petto e alza il mento.
"Mi hai appena detto che sono esteticamente triste?!"
Alessio ride e annuisce "Sì, ma nel senso che hai tutta quest'aria da bad boy e uno ti vede da lontano e si aspetta degli occhi scuri e invece sposti un ciuffo e tadan!"
Se Gennaro avesse dovuto stilare una scaletta delle cinque conversazioni più strane della sua vita, questa sarebbe al primo posto senza dubbio e sicuramente Alessio è una delle persone più bizzarre che abbia mai visto.
"Tu sei matto"
"Probabile"

E Gennaro non lascia il bar come fa ogni mattina. Ordina una brioche, si siede nel tavolino più vicino al bancone e inizia ad osservare Alessio asciugare i bicchieri.

"Prima Godblesscomputers, poi Job Jetson e ora i Bauhaus - Gennaro si volta in direzione di Alessio - playlist da paura"

Il barista sorride fiero; quando gli fanno dei complimenti sui gusti musicali percepisce la porzione di carne sopra il cuore che si scalda e gli vengono gli occhi lucidi.
"Opera mia"
Batte orgogliosamente una mano sul petto e riacciuffa lo strofinaccio.
"Non ci credo - il biondo si alza - tu ascolti questo? Sono piacevolmente sorpreso"
Alessio scuote le spalle, è certo che se avesse una coda scodinzolerebbe per la felicità.
"Eh già, non si direbbe, vero?"
Il biondo ci pensa un po' e sempre con aria scettica controbatte.
"Allora in certi casi l'apparenza è proprio vero che inganna"
Gennaro tira fuori un pugno di monete dal portafoglio, le lascia sul banco dopo averle contate e si rivolge al barista.
"Avrò l'occasione di scoprire qualcosa in più su di te, spero"
Con un veloce cenno del capo, assesta una spallata alla porta e lascia il bar.

***

Hola, sono tornata.

Ho interrotto la scrittura di "Work of art" perché semplicemente avevo bisogno di cambiare un po'.

Sono sotto maturità. Voglio morire. Le tracce (o per citare il Miur, TRACCIE) facevano cagare. Ho il ciclo. Sono stressata. Sono indietro con lo studio. Ho l'ansia per il test d'ingresso all'uni. Voglio piangere.

Una vita felice insomma.

Cooooomunque ho scritto questo primo capitolo/prologo per vedere se l'idea piace o meno; in base ai riscontri decido se continuare a scrivere o lasciar perdere, quindi fatevi sotto con i commenti.

Nel caso non conosciate gli artisti nominati nel capitolo, male male. Andateli a sentire.

A presto,
Una maturanda in crisi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2017 ⏰

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