Doug Ashton si portò la mano sinistra al viso, ponendola a mo' di visiera appena sopra la riga scura delle spesse sopracciglia spettinate. Socchiuse le palpebre ed assunse un'espressione concentrata mentre - tentando di proteggere gli occhi dal riverbero del sole che si muoveva veloce sulla superficie liscia e lucida dei fili d'erba che ricoprivano la collina - spostava la testa da un lato all'altro della spianata verde ed ondeggiante che lo circondava. Si alzò sulle punte dei piedi e allungò il busto il più possibile, cercando di scorgere l'arancione acceso del pallone che - con un calcio troppo forte - suo fratello Alvin aveva lanciato oltre la recinzione del piccolo parco giochi sul lato est dell'altura, facendolo rotolare sino a quella piccola radura.
Le punte degli steli più alti arrivavano a lambirgli le ginocchia scoperte, ed il ragazzo ebbe la spiacevole sensazione che qualche animale si stesse lentamente arrampicando lungo le sue gambe, diretto ai bordi coperti di terra umida dei suoi calzoncini corti. Cercò di resistere qualche secondo, aiutandosi con lunghi respiri ad ignorare l'istinto di ripiegarsi su se stesso per potersi sfregare con veemenza la pelle irritata.
Per un attimo l'ombra del suo corpo teso sul manto erboso sembrò quella di una sentinella sull'attenti, petto in fuori e muscoli dell'addome contratti in una postura marziale.
«Lo hai trovato?» Mani sulle cosce per aiutarsi a compiere l'ultimo tratto di salita, Alvin Ashton comparve alle spalle del fratello pulendosi con l'incavo delle braccia arrossate la fronte imperlata da piccole gocce di sudore.
«No. Ed è solo colpa tua» rispose l'altro, decidendo che fosse giunto il momento di concedere un po' di riposo ai muscoli indolenziti delle gambe. «Te l'ho detto mille volte di non calciare il pallone in quel modo!» lo sgridò, piegandosi in modo da potersi grattare il punto in cui gli steli gli avevano graffiato la cute, irritandola.
Alvin si limitò ad alzare gli occhi al cielo, ripetendo le parole del fratello a mezza bocca, le labbra piegate in una smorfia canzonatoria.
«Togliti, lo trovo io il tuo stupido pallone» commentò poi, superando l'altro con fare battagliero, braccia e gambe ad alternarsi nella goffa imitazione di una marcetta militare. «E comunque non è colpa mia se la rete ha un buco, in alto» aggiunse con voce bassa, cercando di giustificarsi in previsione del rientro a casa e della - quasi certa - confessione del fratello maggiore su dove fossero stati e perché.
La radura, coperta di una vegetazione alta e fitta e popolata da varie specie di animali selvatici, era uno dei pochi luoghi della collina dove fosse stato loro espressamente proibito di giocare.
Un compagno di classe di Alvin - solo qualche mese prima - era stato attaccato da una volpe, riportando ferite ed ecchimosi che lo avevano costretto ad un lungo ricovero in ospedale. In alcuni punti la pelle non si era ancora rimarginata perfettamente, lasciandogli profonde cicatrici su braccia e gambe.
Istintivamente, il bambino si abbassò con le mani l'orlo dei pantaloncini. L'idea che ci fosse una volpe in agguato da qualche parte ebbe il potere di fargli accelerare il respiro e rallentare il passo.
Si fermò qualche passo dopo il fratello maggiore, lanciando uno sguardo preoccupato all'erba alta dove spariva fin quasi alla vita.
«Allora? Cosa aspetti, esattamente? Che sia lui a trovate te?» lo incalzò Doug, continuando a sfregarsi il dietro delle ginocchia. «Se non riesci a vedere nulla puoi sempre saltare, nanerottolo» aggiunse, chinando il capo da una parte e arricciando le labbra in un sorriso di scherno.
L'altro si voltò a guardarlo, sul viso un'espressione torva.
«Sei proprio spiritoso, sai? Dovresti lavorare in un circo» rispose, tornando a dargli le spalle. Nonostante il solo pensiero di seguire un suggerimento proveniente dal fratello gli facesse contrarre lo stomaco, l'idea di saltare per riuscire a vedere meglio e ad una distanza maggiore sembrava ragionevole.
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The Strangers - thriller
Mystery / Thriller"Ore 18:30 indossare ausili di protezione." "Capsula - Impostore." "Dopo l'effetto proteggere i metalli." "Aspettare il segnale." "Riconsegnare simulatore ai propri simili." Questo lo strano messaggio che accompagna il rinvenimento - in un assola...