CAPITOLO 36

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La abbraccio, mi viene spontaneo farlo.

Come se ci conoscessimo da chissà quanto.

Ha un buon profumo.

Non come quello della mamma, però è rilassante come lo era il suo.

Ti fa venire voglia di sprofondare nei suoi abbracci.

"Adesso entriamo, ci avranno date per disperse.", Dice lei asciugandosi una lacrima. Cerca di farli di nascosto, ma io l'ho vista lo stesso.

Chissà come è morta sua mamma.

Quando entriamo, mio padre e Tobias ci guardano come se fossimo due angeli scesi dal cielo.

Con mio grande piacere, posso vedere il mio bel piatto abbondante di pasta alla carbonara fumante sul tavolo.

Mi precipito al mio posto e, senza chiedere consensi, affondo la forchetta negli spaghetti e li comincio ad arrotolare.

Porto alla bocca la prima forchettata.

So che gusto ha il paradiso adesso.

Sá di pepe nero e di speak.

Vado in estasi e fino a quando non ho ingoiato l'ultima forchettata, non alzo testa dal piatto.

Avevo troppa fame.

"Morgan, mastica piano, ti andrà di traverso."

"No papà tranquillo, io e gli spaghetti sappiamo come trattarci."

Frase matura da una donna di diciannove anni.

Dopo aver finito, ordiniamo anche il dolce.

Io prendo una cheesecake, mio padre e mio fratello due gelati al cioccolato e Amelie il tiramisù.

Quando abbiamo terminato di scofanare anche il dolce, restiamo qualche minuto a parlare del più e del meno.

Mi hanno detto che si sono conosciuti qualche mese fa.

Qualcuno aveva appiccato un incendio a casa di Amelie e ha chiamato la polizia per prima.

Mio padre è intervenuto all'istante e dopo hanno cominciato a parlare.

"È ora di tornare a casa."

"Lei la accompagniamo adesso?", Chiedo.

"In realtà si ferma a dormire da noi."

"Oh, non lo sapevo.", Sbatto piú volte le ciglia cercando di far sembrare quella scena un po' più lucida.

"Non ci sono problemi, vero?", Chiede lei.

"Ci mancherebbe.", Le sorrido e giro lo sguardo verso mio fratello.

Ci alziamo da tavola e mentre mio padre paga il conto, noi ci accomodiamo in macchina.

Amelie si siede al posto di mia madre.

Da quanto tempo non vedevo qualcuno seduto lì.

Spero per tutti che questo sia un nuovo inizio e non un continuo di una fine.

"Papà, potresti chiudere i finestrini?", Chiede Tobias con la voce di una persona che potrebbe crollare nel mondo dei sogni da un momento all'altro.

"Ma non fa freddo, Toby."

"Il bambino ha freddo, chiudi i finestrini dai.", Lo incoraggia Amelie appoggiando la sua mano sopra quella di mio padre.

Lui chiude i finestrini e lei sorride.

Tobias stra praticamente già dormendo ed io guardo fuori dal finestrino il tempo che  scorrere velocemente.

Ho sempre pensato che il tempo è un dono più prezioso di qualsiasi somma di denaro o di qualsiasi altra forma di felicità.

Il tempo è denaro.

Il tempo è felicità.

Il tempo sono giorni, o meglio dire secondi, che trascorriamo su questo pianeta.

E siamo solo noi gli artefici del nostro scorrere del tempo.

Solo noi possiamo decidere se sprecarlo restando a casa sotto le coperte a mangiare troppo gelato oppure di aprire gli occhi e capire davvero cosa vuoi farne della tua vita.

Il tempo è prezioso e non va sprecato.

Se capisci che qualcuno ti sta sfruttando, non lasciargli un'altra chance sperando che possa cambiare perché non lo farà.

Le persone non cambiano mai, si sa, soprattutto in meglio.

Il tempo è un qualcosa di essenziale per il quale vale la pena viverlo, secondo per secondo.

Ogni minuto è prezioso.

Ed è ancora più prezioso se lo si passa con qualcuno che sia degno di sprecare il suo tempo con il tuo, raddoppiandolo.

"Sveglia tuo fratello."

"No, sta tranquillo, ci penso io.", Lo blocca Amelie.

Mio padre resta a fissarla per qualche istante cercando di elaborare le sue parole, dopo fa spallucce e apre la porta di casa.

Amelie apre lo sportello di dietro accanto al mio e prende mio fratello in braccio.

Insomma, non è più un bambino.

Ha undici anni, sa alzarsi da solo.

Mi rallegra il cuore vedere in lei così tanta tenerezza però.

Forse ne aveva così tanta da ricevere ancora prima che sua madre se ne andasse che adesso vuole darne di più di quella ricevuta.

Mi piacciono le persone come lei.

Nascondono la loro tristezza trasformandola nel suono delle risate di qualcun'altro.

Lo porta fino alla sua camera seguendo le mie indicazioni per trovarla.

Gli toglie le scarpe e lo copre con un lenzuolino leggero.

Sgattaiola piano fuori dalla stanza cercando di non appoggiare il tacco sul parquet per non fare rumore.

Io le tengo la porta aperta e quando esce la chiudo alle mie spalle.

Scendo assieme a lei trovando mio padre seduto sul divano.

"Io vado a dormire, sono parecchio stanca. È stata una giornata faticosa."

"Buonanotte principessa.", Dice mio padre.

"'Notte Morgan, mi ha fatto piacere conoscerti. Sei una persona meravigliosa."

Le sorrido e mi stringo nel suo abbraccio.

Pigiama. Letto. Occhi fissi sul soffitto e un pensiero fisso.

"Buonanotte mamma."

Un segreto da custodireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora