Ho deciso di dare una svolta alla mia vita,
di ricominciare a vivere.Ho vissuto per la maggior parte del tempo da mio padre, l'uomo che ho sempre odiato, la persona che ha tradito mia madre e che poi é scappato via, lasciandomi da sola con lei, una spacciatrice e tossica dipendente, che all'età di 5 anni mi aveva fatto conoscere tutto ciò che riguarda il mondo della droga.
Con lei vivevo in un bilocale che si trovava in un quartiere povero di Chicago. Era orrendo,l'acqua dai rubinetti usciva marrone e ogni giorno accadevano almeno due rapine a pochi kilometri di distanza tra di loro.
Io ero una bambina e quel posto non era sicuro per me.Un giorno, quando compì 7 anni, mia madre mi portò da mio padre a New York , lui era cambiato non era più la persona che viveva solo per guardare la tv, era ricco,viveva in una villa enorme, aveva una fidanzata e anche un figlio due anni più piccolo di me.
Tutto sembrò andare nella giusta direzione, ma la mia felicità durò poco, infatti, é qui che la mia vita di inferno continuò.
Vi starete chiedendo chi sono e ora ve lo dirò.
Mi chiamo Veronica, ho 17 anni. Sono una ragazza dura, ho molti amici e di solito la gente mi teme ma non sono una persona che se la tira.Mi vesto bene,ma non alla moda.
Ho gli occhi grandi e verdi, i capelli mossi e castani e sono alta 1.60, di corporatura sono normale e ho le forme al punto giusto.
A scuola sono abbastanza brava, frequento la New York High School,molto prestigiosa e impegnativa, ma ormai siamo in vacanza e poi comunque non ci sarei più andata.
Sì,questa mattina, mio padre era al lavoro, e non c'era nessuno, decisi di farmi coraggio e di chiedere aiuto ai miei nonni paterni, le persone che amo molto ma a cui non ho mai detto nulla di ciò che accade in questa casa, per paura.
Ma oggi no, oggi non ho paura.
Ho aspettato anni per trovare questa soluzione, e non so perché non mi sia mai venuta in mente.
Presi il telefono e composi il numero:"Pronto, Carl?" Disse mia nonna.
"No, sono io." Risposi.
E le raccontai tutto, dal primo momento che entrai in quella casa fino ad oggi e lei commossa mi disse di preparare immediatamente le valige perché mi sarebbero venuti a prendere tra due ore.
Corsi in camera, presi la mia valigia, che nascondevo sotto il letto per eventuali emergenze e raccolsi tutti i miei pochi vestiti che avevo, le cose necessarie che mi servivano e iniziai a scendere alcuni scalini.
Al terzo scalino sentì il rumore di una chiave che apriva la serratura...fa' che non sia lui mi ripetevo nella mente e per fortuna non era lui, era la sua fidanzata Jessica, una ragazza perfetta, sempre gentile con tutti e che anche lei subiva maltrattamenti come me...
"Cosa stai facendo V?" Mi chiese.
"Me ne sto andando, ho lasciato una lettera sul tavolo dove ho scritto che me ne vado dai nonni e resterò lì per sempre." Le dissi.
"No, ti prego, non mi lasciare da sola in questa casa, io non posso andarmene." Mi disse singhiozzando.
"Non posso più sopportare tutto questo dolore, devo ricominciare a vivere, lasciami andare J tornerò a riprenderti, te lo prometto."Dissi con le lacrime agli occhi.
Dopo pochi secondi sentì il rumore di un clacson e capì che erano loro. Uscì di casa senza dire una parola.
Mi dispiaceva per Jessica e anche per Toby, suo figlio, sicuramente rimaneva solo per lui.
Non potevo fare nulla per loro, tranne denunciare mio padre, si, questo potevo farlo.La casa dei miei nonni si trova in Michigan, é molto spaziosa e sempre ordinata. Mia nonna si chiama Maggie e io le voglio un mondo di bene anche se non ci vedevamo molto spesso a causa della distanza e della malattia di mio nonno.
Prima di farmi entrare in camera per sistemare le valige, mi strinsero a sé e mi dissero che loro per me, ci sarebbero sempre stati.
Entrai in camera, non era come quella in cui stavo prima, ma mi piaceva, aveva le pareti color pesca e i mobili antichi.
Mi sdraiai sul mio nuovo letto matrimoniale con le coperte profumate e incominciai ad inzuppare il cuscino di lacrime, sfogai tutta la rabbia che tenevo dentro e dopo un pò mi addormentai.
Quando mi svegliai chiamai immediatamente la mia migliore amica Sophie, non l'avevo calcolata molto in questo periodo, lei però, sapeva poche cose.
"Ehi V che fine hai fatto? Ti ho chiamato 7 volte, volevo chiederti se oggi pomeriggio uscivi con me." Mi disse.
"Sophie, sono in Michigan."
"Cosa?! Stai scherzando vero? Tornerai? Ma perché sei dai tuoi nonni?!" Gridò.
Mi ha sempre sostenuta, é una persona fantastica e senza di lei non saprei come fare.
"Non tornerò, ho avuto molti problemi a casa e volevo ricominciare, vivrò qui... Mi dispiace Sophi, ma verrò." Le dissi piangendo.
"Non ci posso credere." E staccò.
Mi avrebbe chiamato più tardi.
Andai dai miei nonni, Maggie stava cucinando e decisi di aiutarla.
A cena parlammo poco e io dopo vari minuti di silenzio decisi di aprire bocca:
"Voglio denunciarlo." Dissi.
"Lo faremo."Mi sostennero loro due.
Dopo cena tornai in camera e mi distesi sul letto.
Mio padre mi aveva chiamato 10 volte e decisi di richiamarlo.
Non avevo voglia di parlargli ma dovevo.
"Veronica ti sei fumata qualcosa?!" Mi disse, sembrava ubriaco.
"No, sono scappata via da te."
"Ma io ti amo, come faccio senza di te! Torna cambierò!"
Come fa ad esistere al mondo un uomo del genere?"Mi fai schifo, sono tua figlia!!" Gridai e misi giù.
Dopo aver parlato anche con Sophie, guardai l'ora, erano le 23, decisi di andare a dormire.
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RomanceVeronica ha un passato difficile,una storia da raccontare. Finalmente dopo anni riesce a trovare la soluzione ai suoi problemi. Ricomincerà la sua vita,proverà a dimenticare i mostri del suo armadio e affronterà le sue paure. Fra gli ostacoli nella...