Mi sono sempre chiesta come potessi cambiare il mondo,o meglio,come contribuire a renderlo un posto migliore per tutti.
Martin Luther King,Nelson Mandela,Ghandi,Madre Teresa di Calcutta,loro,sì proprio loro,hanno lottato,si sono battuti per diffondere la pace e sconfiggere le violenze,le razzie che purtroppo ancora oggi permangono.
E allora mi chiedo tra me e me :"Cosa hai fatto tu,Sofia, per il mondo? Cosa potresti fare per dare una mano?"
La mia migliore amica Marghe dice che sembro pazza quando faccio questi discorsi,beh certo, a cosa importa ad una ragazza sedicenne di queste cose. A quest'età si pensa al ragazzetto,al motorino,a cosa indossare per sembrare il più carine possibili,per piacere agli altri,non a se stessi,insomma.
Ricordo che un tempo andavano di moda delle finte ciocche di capelli colorate che indossavano praticamente tutte le bambine della mia scuola, e che,ahimè,costretta da Marghe ho indossato anche io.
Non mi è mai piaciuto il contrasto che si creava tra quelle ciocche colorate e i miei capelli ramati. A marghe peró stavano bene,essendo scura di capelli,soprattutto quando indossava quelle verde smeraldo, simile al colore dei suoi splendidi occhi. Mi piacciono molto,soprattutto quando è felice, si crea un bagliore mozzafiato.
A lei invece non piacciono,dice che li vorrebbe azzurri come i miei,e che vorrebbe essere bionda per sembrare una modella e apparire in modo diverso agli occhi degli altri,e non come la cara e vecchia goffa Marghe. Sì in effetti è un po' goffa e
a volte un po' scema,ma è pur sempre la mia migliore amica,le voglio bene,e,essendo figlia unica la considero come una sorella.
Mi è stata accanto molte volte,dalla morte del mio cane Rufus alla separazione dei miei.
Però a volte sembra una di quelle sorelle rompiscatole che ti danno fastidio tutto il tempo,soprattutto quando non ho voglia di uscire. Lei dice che devo conoscere gente nuova,andare a ballare,divertirmi,soprattutto perché sarà una delle mie ultime estati che passerò qui,poiché dopo il liceo mi trasferiró da mio padre a Roma e lì frequnteró l'università. Probabilmente andró ad economia e commercio per far contenta mia madre,ma non so di preciso,ho ancora tempo per pensarci.
Ad ogni modo,me ne andrò perché mia madre dopo la separazione è diventata insostenibile. Mi dispiace per lei,ma da quando papà se ne è andato,le cose sono andate sempre peggio. Passava le giornate a piangere e a mangiare gelato sul sofà in salotto,e per una bambina di undici anni non è il massimo,credetemi. Poi però ha ripreso il suo lavoro da commercialista,che devo dire con gran successo,e pian piano sta cambiando. Ma il processo sarà lungo e non ce la faccio ad aspettare,quindi me ne andró. Sì proprio così,o forse no? Meglio restare? Mamma dice che a volte sembro il giovane Holden,sempre indecisa,con mille domande,almeno peró io non mi chiedo dove vadano le anatre in inverno quando il laghetto si ghiaccia e non vengo espulsa dalla scuola. Io devo occuparmi di cose più importanti,ovvero come essere ricoradata in questo piccolo mondo.
Anche mia madre,come Marghe,dice che farei meglio a pensare a cose adatte alla mia età,come alla scuola,agli amici,ad un ragazzetto.
Il ragazzetto non l'ho mai avuto,non ci ho mai pensato più di tanto. Marghe dice che quello di 4a C non mi toglie gli occhi di dosso,io sinceramente non me ne sono mai accorta,forse perchè sto sempre in un mondo tutto mio.
Ad ogni modo,sabato ci sarà una festa da Angelica,una mia compagna di classe,per chiudere quest'anno scolastico,e dato che Marghe mi costringerà ad andare,decido di prendere la bici e fare un giro tra le vetrine per comprare qualcosa. Sia chiaro non sono una di quelle persone che amano fare shopping,ma mia madre mi ha costretto a comprare qualcosa dato che per lei sembro una barbona che indossa sempre jeans e maglie larghe. Scendo in garage e monto in sella.
Adoro la mia bici,anche se è messa male,ma la cara e vecchia Betty non mi abbandonerà. Mi piace dare i nomi agli oggetti,sembro strana,lo so,forse lo sono davvero. Mi piace quando il vento mi scompiglia i capelli,un po' meno quando si incastra la cavigliera nella catena ormai arrugginita.
Fortunatamente non abito così lontana dal centro,in dieci minuti ci si arriva.
Giungo in via Roma,metto il catenaccio alla bici e dó un'occhiata alle vetrine.
Entro in un negozio,dove non riesco a trovare nulla che mi piaccia,così chiedo aiuto alla commessa che purtroppo mi mostra abiti troppo succinti per i miei gusti.
Così,decido di uscire,abbandonando l'idea del vestito,peró poi mi ricordo che dovrei sorbirmi le prediche di mia madre su quanto fossi poco femminile e incapace di trovare qualcosa.
Svoltando l'angolo,intravedo un piccolo negozietto,diverso dagli altri,sembra uno di quelli anni 50,non so bene di preciso,dove ad accogliermi c'è una anziana dal volto sorridente.
Sì è decisamente piccolo,ma ha un non so che che mi affascina. Forse sarà quell'atmosfera calma e tranquilla che decisamente negli altri negozi non c'è. O forse la luce del sole che entra dall'enorme vetrata che illumina il tutto.
Le chiedo aiuto e mi mostra diversi abiti,che peró sembrano troppo pomposi per i miei gusti. Alla fine,vedendo la mia faccia un po' amareggiata decide di andare in magazzino per prendere altra roba.
Attendo circa 5 minuti,che per me sono stati un'eternità,ma posso dire ben spesi poiché quando è uscita mi è subito saltata all'occhio quella gonna a ruota rossa,nè troppo lunga nè troppo corta. Sì magari quel colore era un po' azzardato,ma mi piaceva.
Quel rosso mi ricordava quei fiori profumati,di cui non ricordo il nome,credo fossero gli ibischi,che occupavano gli immensi campi di mio nonno. Ah quanto mi manca,se solo fosse ancora qui con me,sarebbe più semplice tutto,anche la convivenza con mia madre.
Ad ogni modo,la signora mi ha consigliato di indossare la maglia con le maniche a barca bianca che era sul primo scaffale accanto il camerino.
Mi piaceva il tutto nel complesso,mi piacevo io.
La maglia aderente risaltava il mio piccolo punto vita e il colore della gonna risaltava i miei boccoli ramati. Comprai tutto,ringraziai Agata e uscì soddisfatta dal negozio e mi diressi a casa sul mio potente mezzo per dimostrare a mia madre che anche io so essere femminile a volte.
Che poi,secondo me,per essere femminili non basta una gonna e un paio di tacchi,ma saper comportarsi in modo adeguato. Ci sono certe ragazze della mia scuola che pur indossando la gonna sembrano quei scaricatori del porto di Genova che urlano la domenica mattina e che interrompono i miei sogni dove ricevo il premio Nobel per qualcosa,non so di preciso cosa,poiché mi sveglio sempre sul più bello. Con tutto il rispetto per gli scaricatori di porto ovviamente.
Ad ogni modo torno a casa,e mostro il tutto a mia madre che tra una telefonata di lavoro e l'altra mi fa un cenno di approvazione e un piccolo sorriso. Odio quando fa così.
Decido di chiudermi in camera mia e ascoltare un po' di sana musica dal vinile di mio padre. Senza accorgermene cado in un profondo sonno.
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Il mondo di Sofi.
RomanceSofi è una ragazza semplice,non sa bene cosa vuole dalla vita. Qualcosa o qualcuno stravolgerà la sua routine. Spetta a voi scoprirlo. Buona lettura!