Quando ero piccola, mio padre diceva sempre che ci sono due modi di fare le cose. Uno onorevole ed uno disonorevole. Uno degli esempi che mi vengono in mente è il parcheggio. Meglio fare qualche passo in più e lasciare l'auto in un luogo adatto, e lasciare libero il parcheggio dei diversamente abili a chi ne ha veramente bisogno. Papà dice che un uomo sulla sedia a rotelle, sarebbe ben felice di parcheggiare lontano se potesse camminare sulle sue gambe.
Il fatto è che noi non apprezziamo quello che abbiamo, lo diamo per scontato e tutto diventa dovuto. Ma non è così, e questa è un'altra cosa che mi ha insegnato mio padre. Diamo per scontato anche le persone, anche se io non l'ho mai fatto. Mamma è morta il giorno in cui io sono venuta alla luce, e nonostante io non l'abbia mai conosciuta, papà ha sempre fatto in modo che lei fosse costantemente presente nella mia vita.
Amo la vita, amo le persone, amo anche gli animali, amo la pioggia, amo il sole, la natura, la città, e il mondo.
Io amo.
Amo le diversità, amo le culture, amo viaggiare, leggere, scoprire, conoscere, aiutare, soprattutto aiutare, e amo farlo ancora di più in questo periodo dell'anno, quando le persone sole, si sentono ancora più sole.
Fra qualche giorno è Natale.
Il Natale che è diventato ormai, una festa commerciale. Se chiedi ad un bambino cosa succede il venticinque di dicembre, ti dirà che è il giorno in cui verrà Babbo Natale a portargli i regali che ha richiesto nella sua letterina. Quel bambino, come la maggioranza dei bambini, non sa niente del vero significato del Natale, non sa niente di cosa stia succedendo al di fuori delle mura della propria casa.
Non sono particolarmente religiosa, non vado in chiesa ogni domenica, e anzi, a dirla tutta, non credo molto nella Chiesa, ma a prescindere dalle mie credenze religiose o meno, il significato del Natale è la festa della nascita di Gesù e non c'entra assolutamente niente con un Santa Klaus qualunque.
Il significato del Natale per me è donare, e non mi riferisco al regalare il cellulare appena uscito, o un gioiello, o qualsia altra cosa. Per me vuol dire donare noi stessi, aiutare gli altri, coloro che non hanno le nostre stesse possibilità, senza avere niente in cambio, solo per il piacere di averlo fatto. Quindi, anche quest'anno, come gli ultimi quattro anni della mia vita, sono qui al centro di raccolta dove ogni anno raccogliamo una gran quantità di oggetti e prodotti utili ad organizzare un pranzo in grande stile, per poter far sentire un po' di calore umano a chi ne ha bisogno.
Troppo spesso ci dimentichiamo di loro, gli ultimi, coloro che vivono ai margini, gli invisibili di cui nessuno sente la mancanza, e che a volte fanno anche un po' paura. Ma basta conoscerli per rendersi conto che non c'è niente di cui avere paura, perché sono semplicemente persone. Persone sole.
"Sara posso lasciarlo a te?" Massimo, mio fratello maggiore, mi sta porgendo uno scatolone che gli è stato appena consegnato da un gentilissimo signore che viene a portare qualcosa ogni anno.
"Ci penso io." Prendo lo scatolone dalle sue mani e lo poso a terra, gli faccio un sorriso e inizio a controllare cosa ci sia dentro.
Ci sono un paio di giochi di società, un mazzo di carte da gioco, penne, quaderni, matite colorate, un paio di coperte nuove ancora imballate, e in un'altra scatola un po' più piccola, proprio sotto le coperte, ci sono alcuni generi alimentari a lunga scadenza come succhi di frutta, riso e caffè. Ogni donazione è fondamentale per noi, e ringraziamo sempre tutti con un sorriso.
"Il Signor Fabrizi non manca mai all'appuntamento." Massimo si è avvicinato, per darmi una mano a smistare le cose che ho tolto dallo scatolone.
"Già, ce ne vorrebbero di più come lui." Le donazioni non bastano mai, come non bastano mai i volontari. Ogni anno sempre più persone si ritrovano in mezzo ad una strada, senza sapere come poter tirare avanti.

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A right way #Wattys2017
Short StoryUn Natale diverso dal solito, un Natale di solidarietà per trovare un modo più giusto di stare con gli altri.