10. Fall in love

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Phillip arrivò a casa Tomlinson e lo aprirono velocemente. Si accomodarono tutti nel salone, per conoscere meglio la situazione. Il ragazzo estrasse il portatile dalla sua valigetta, dopodiché lo accese ed aprì subito un programma.

Phillip era un ragazzo buonissimo, semplice e sempre disponibile. Vestiva spesso un po' sciatto, motivo per il quale in casa Tomlinson tutti lo consideravano uno sfigato di prima categoria. Nonostante ciò, però, era davvero un bel ragazzo. Aveva gli occhi chiari, così come i capelli, i quali portava piuttosto corti. Al contrario di come possiate pensare, non era un tipo né timido né solitario, anzi, gli piaceva parlare e stare con altre persone. Inoltre, aveva un bel carattere e non gli piaceva farsi mettere i piedi in testa da nessuno, anche se purtroppo era considerato abbastanza stupido per la sua nominata da ragazzo «poco scaltro».

Ma, chissà, tutti possiamo sbagliarci e magari anche Louis ed i suoi amici sbagliavano a considerarlo un buono a nulla ed uno sfigato qualunque.

[vi lascio la foto di Phillip nel capitolo dedicato ai membri del cast]

Dopo aver cacciato fuori il suo Mac, il ragazzo aprì un programma su safari di cui gli altri non conoscevano l'esistenza. Inserì alcuni dati della ragazza, che consistevano in nome, cognome e numero di cellulare. Oltre a questo dovette inserire anche il gestore del cellulare ed il modello di quest'ultimo. Non ci volle molto per ottenere ciò che volevano, infatti poco dopo comparse sullo schermo una sorta di iPhone, quello che doveva essere un disegno dell'iPhone di Devil. Phillip cliccò sul tasto che indicava il telefono, dove avrebbe potuto vedere tutte le chiamate ricevute e non, con o senza lo sconosciuto.Tutto ciò lo fece avvolto nel massimo silenzio di tutta la casa. Nessuno proferiva parola e sembrava che quella fosse stata una mossa per sperare che tutto fosse andato per il verso giusto. Dopo un po', la voce profonda -e comunque ansiosa- di Louis, spezzò quella fredda atmosfera che si era insediata nell'aria.

-Allora, Phillip?- chiese. -Ci vuole tempo?- continuò, rivolgendo gli occhi verso l'alto, spazientito di tutta quell'attesa e facendosi scappare uno sbuffo.

Phillip si fermò in quel che stava facendo e rivolse un'occhiataccia al ragazzo. Dopo poco gli parlò.

-Vuoi scoprire dov'è tua sorella o no?- domandò lui, con calma.

Il castano fece una smorfia, poi gli disse un freddo «continua», per far sì che scoprisse davvero dove fosse Sophia.

Un istante dopo, però, quando l'altro riprese ciò che stava facendo, una lampadina gli si accese in mente. Ricordò un'altra chiamata ricevuta da sua sorella da un numero sconosciuto e ricordò perfettamente l'artefice di essa. Ricordò anche l'incontro con Justin al Club Monroe e decise che non era più il caso di tenere quella cosa in sé. Ora gli era chiaro; tutto si ricollegava a lui.

Lo sguardo di tutti era fisso sullo schermo del computer, quando lui ruppe ancora una volta quel silenzio tombale.

-Ragazzi io...- iniziò.

-Sì?- rispose Davis.

-Io vado- finì.

Dopo non disse più nulla, uscì in giardino ed accese una sigaretta. Fece un tiro e cacciò fuori una nuvola di fumo e ripeté la stessa cosa fin quando non arrivò al mozzicone, che poi lasciò cadere a terra. Dopo ciò, estrasse il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni e lo sbloccò. Aprì la rubrica ed andò su quel numero. Chiamò, ma nessuno rispose.

«Il numero chiamato è inesistente», diceva quell'inutile vocina della segreteria.

-Ma vaffanculo- disse stizzito.

Scaraventò il suo iPhone per terra, per la rabbia. Però probabilmente non si accorse che il cellulare andò a finire sul pavimento e non sull'erba. E probabilmente non si accorse nemmeno che lo schermo si spaccò in mille pezzi, perché subito dopo averlo buttato lì, si sedette su una sedia, poggiando un piede sul tavolino di fronte ad essa. Prese il suo capo tra le mani e tirò i suoi capelli con disperazione.

Avrebbe voluto che sua sorella avesse condotto una vita diversa dalla sua. Avrebbe voluto riservare altro per lei. Come si dice, nessuno mai vorrebbe mischiare l'oro con l'argento e lui non avrebbe semplicemente voluto mischiarla con tutto quello. Ma doveva pur immaginarlo che prima o poi sarebbe successo.

Ed invece la piccola ed innocente Emily era lì, in quella solita stanza, di cui ormai conosceva ogni angolo, molto meglio di quanto l'abbiano potuta conoscere i padroni della casa. Ogni pomeriggio passava allo stesso tempo e non c'era cosa che poteva distrarla dal pensiero che ormai era destinata a stare lì per sempre. Era così arrabbiata con il suo fidanzato. Era lì a causa sua e quello che le faceva più rabbia era il fatto che non si sentiva per nulla cercata. Sentiva che nessuno stesse facendo nulla per trovarla, per prenderla, per portarla semplicemente a casa sua. E mentre la sua mente pensava a ciò, il suo cuore le rivolgeva i pensieri a Louis.

Oh, Louis.

Aveva imparato a conoscerlo, ormai. Ed aveva imparato anche che oro di ragazzo fosse. Lui aveva l'aria da duro, ma in realtà era un pezzo di pane con Nutella. Le piaceva così tanto. Ogni volta che guardava in quegli occhi azzurri, vedeva in loro la salvezza; ogni volta che li guardava, allora pensava che per fortuna non era circondata soltanto da persone che le volevano male, anche se poi -a pensarci bene- lui era la fonte di ciò. Non riusciva a pensare che lui potesse farle del male, perché quando si guardavano lei notava quella scintilla di cui tutti parlano sempre nelle favole. Ogni volta che si guardavano, vedeva in lui quella persona forte che cercava di nascondere i suoi sentimenti. Vedeva in lui quel ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli scuri, che avrebbe potuto essere ben altro di quel che era ora. Ma lui forse era troppo impegnato a pensare ad altro per capire tutto ciò. O forse no. Lei, in realtà, non aveva mai capito il motivo per il quale qualcuno avesse dovuto nascondere ciò che provava. Emily sentiva di essersi innamorata del suo rapitore, lo sentiva davvero.

E stava per prendere una decisione tanto importante, quanto rischiosa.

Lei voleva Louis.
E sarebbe stata con lui.

Devil || Justin Bieber Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora