~ Lunch ~

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Quell'uomo sapeva bene l'effetto che aveva sulle persone.

Uscito dal mio stato di trans e tornato alla realtà, scesi le scale con le gambe tremanti dall' emozione.

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Entrai in cucina e notai felicemente che si era cambiato.
Indossava dei pantaloni neri e una camicia bianca a mezza manica leggermente sbottonata che regalava una visione divina.

Stava cucinando qualcosa che, a giudicare dall' odore, dovrebbe essere squisita.
Così mi avvicinai e mi sedetti nello sgabello con i gomiti appoggiati alla ceramica del ripiano della cucina.
<<Ti piace il riso?>>
<<Sì>>cercai intorno una sveglia o un orologio e vidi che si erano già fatte le due del pomeriggio.
Cazzo! Il telefono! Casa mia! La scuola! E soprattutto Mikasa e Armin!
<<Merda merda merda!>> saltai dal mio posto.
<<Qualcosa non va?>>
<<Hai un telefono? >> mi guardò stranito: <<Ovvio che sì. >>
<<Posso fare una chiamata?>>
<<In salotto, sopra il tavolino, troverai il telefono di casa.>>
Mi precipitai di là e, cazzo di nuovo! Non ricordo i loro numeri telefonici a memoria.

<<Stai cercando questo?>>
<<Ma cosa...>> mi voltai e trovai Levi appoggiato con un braccio alla porta e un cellulare nell'altra mano.
<<Il mio telefono!>> corsi verso di lui <<Perché non me lo hai detto prima?!>> sbottai arrabbiato.
Vidi l'ombra di un sorriso:
<<Perché sei carino con quell'espressione da coglione.>>
Era un complimento o un insulto? O entrambe le cose?
Misi il broncio e mi schiacciò quasi il telefono un testa: <<Il pranzo è pronto >> e uscì.

<<Cosa? Sei a casa di un uomo?>>
<<Armin, adesso devo andare. Davvero. Ne riparliamo e vi spiegherò meglio tutto quanto. Vado a pranzare, ciao.>>
Sentì solo un "Cia-" e chiusi subito la chiamata.
Sospirai.
<<Moccioso!>>
<<Arrivo!!>>
E così pranzammo.

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