Capitolo 27 "La verità"

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Non può essere! I miei non solo mi hanno nascosto che facevano parte dell'FBI, ma che ho anche un'altra sorella.

Ora mi dovranno delle spiegazioni.
Voglio sapere chi è mia sorella!
Perché me l'ho hanno nascosto?
Perché non sono cresciuta con lei?Forse la mia vita sarebbe stata migliore.

Prendo le foto che ho trovato, esco di casa e mi dirigo verso la stazione.

Arrivo alla stazione, faccio il biglietto e aspetto che il treno arrivi.
Dopo dei fottutissimi quindici minuti ad aspettare, quel fottutissimo treno arriva.

Salgo sul treno e dopo un po' parte.

Passa più di un'ora e mezza e finalmente arrivo a Malibù, la città in cui sono cresciuta.

Esco dalla stazione, prendo un taxi e mi dirigo verso casa mia.

Dopo dieci minuti arrivo alla mia vecchia casa.

Scendo dal taxi e pago il tassista.

Busso il campanello della mia vecchia casa e mi viene ad aprire Dylan.

- Ehi sorellina!-

Lo guardo e lo spingo facendolo sbattere contro la porta.

Entro in cucina e mia mamma sta parlando con mio padre.

Mia madre si accorge di me e dice:
-Amore! Cosa ci fai qui? Ci siamo appena viste!-
-Vuoi sapere che cosa ci faccio qui? Voglio delle spiegazioni e sapere chi è e dov'è mia sorella!-dico sbattendo le foto sulla tavola.

Mia madre si gira dalla parte di mio padre e dice:
-Te l'ho avevo detto di controllare bene e di non lasciare niente!-
-Ti giuro mamma a volte ti vorrei ammazzare. Dimmi chi cazzo è mia sorella.-
-No!-
-Dimmelo!-dico urlando.
-Signorina non alzare la voce!-
-Diglielo! Se non lo fai tu lo faccio io.-dice mio padre.
-No, non farlo!-dice mia mamma.
-Papà, parla!-dice Dylan.

-Tua madre era incinta, non vedeva l'ora che la bambina nascesse.
Finalmente arrivò il grande giorno, vostra sorella Sophie nacque.
Dopo pochi giorni la portammo a casa, Sophie piangeva spesso e per questo una notte mentre io dormivo, vostra madre...-

Mio padre inizia a piangere, poi dopo un po' ricomincia a parlare.

-Uscì di casa con la bambina e la lasciò fuori un ad un collegio di San Diego.
La mattina dopo, mi svegliai non trovai ne vostra madre e ne Sophie.
Credevo che erano uscite a fare una passeggiata, ma dopo un po' arrivo solo vostra madre. Era tranquillissima io gli chiesi dov'era Sophie e lei mi disse tutto. Io ero arrabbiatissimo perché io amavo Sophie, quindi decisi di andarla a riprenderla, ma non ci fu niente da fare. La direttrice del collegio  non me la volle dare, per colpa di vostra madre, perché era una sua ex amica e conosceva il suo carattere, sapeva che le avrebbe fatto del male. Dopo alcuni mesi però vostra madre era di nuovo incinta. Era incinta di Dylan e appena partorì io non la lasciavo mai sola con Dylan, infatti la sera lei andava a dormire a casa dove ora abiti tu. - dice indicandomi.
-Poi rimase incinta di te Victoria, lei a cercato molte volte di abbandonarti, ma non ce la mai fatta, perché io non glielo mai permesso.-
-Ora mia sorella è ancora in collegio?-
-Credo di no,perché oggi dovrebbe avere vent'anni.-
-Papà, perché stai con questa bestia!-dico indicando mia madre.
-Perché io la amo. Anche se ha abbandonato vostra sorella, io la amo, l'amore che provo per vostra madre è più forte di me stesso.-
-Papà per me puoi anche stare con lei, non mi interessa, perché la vita è tua, però voglio trovare mia sorella, costi quel che costi.-
-Non preoccuparti, domani andiamo a San Diego, nel collegio dove si dovrebbe trovare tua sorella, ma non penso che è ancora lì, perché oggi avrebbe vent'anni.-
-Però la direttrice ci potrebbe aiutare a ritrovarla.-
-Se ci vuole aiutare. Se si ricorda di quest'essere, sono sicuro che non ci aiuterà.-dice indicando mia madre.
-Hai ragione!-

     
                                ***

La luce del sole mi acceca gli occhi, mi giro dall'altra parte del letto.
Sono nel letto dove dormivo pochi mesi fa, prima che iniziava tutto.

Mi alzo, mi vesto e scendo giù.

Oggi andremo a San Diego, nel collegio in cui si dovrebbe trovare mia sorella.

Vado nel frigo prendo uno yogurt e lo mangio.

Mio padre entra in cucina, prende un caffè e mi dice:

-Buongiorno figliola!-
-Buongiorno papà!-
- Dylan viene con noi, lo puoi andare a chiamare? Così andiamo!-
-Okay!-

Salgo le scale, entro nella camera di Dylan senza bussare.

Lui non si accorge di me, perché sta parlando con qualcuno a telefono.

Ad un tratto lo sento dire:
-Okay, ti amo amore mio! A dopo!-

Si è fidanzato?
Voglio sapere chi è la fortunata.

Si gira verso di me e mi vede.

-Dobbiamo andare?-
-Chi è la fortunata?-
-Di cosa stai parlando?-
-Sai non prendermi per il culo, ti ho sentito mentre parlavi a telefono.-
-E cosa hai sentito?-
- Okay, ti amo amore mio! A dopo!-dico imitando la sua voce.
-Io non ho quella voce.-
-Coglione, non cambiare discorso! Chi è la fortunata?-
-Non la conosci!-
-Dimmi almeno come si chiama!-
-Madison.-
-Mh... bel nome, anche se preferivo Victoria.-

Ridacchia, poi viene verso di me e mi da un bacio sulla fronte.

Usciamo dalla camera da letto, andiamo in cucina, mio padre prende le chiavi della macchina e ci dice di andare.

Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il collegio.

Il viaggio è silenzioso, metto la mano fuori dal finestrino e inizio ad agitarla su e giù.

Faccio rientrare la mano, alzo il finestrino, ci appoggio la testa,  chiudo gli occhi e mi addormento.

Between Love and Hate •Cameron Dallas• <<completo>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora