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Giro e rigiro tra le mani un piccolo pezzetto di carta, ormai completamente   rovinato.
Sulla superficie rugosa c'è scritta una lettera A reduce di chissà quale parola latina.
Chiudo il libro posto alla mia destra e mi butto a peso morto sulla poltrona.
Ho passato tutta la notte a studiare per i prossimi esami di letteratura latina ma la situazione è comunque la stessa.
Nessun miglioramento.
Ormai distrutta decido di indossare il pigiama e di accendere il mio computer.
Per fortuna almeno l'uso del computer ci è consentito per fare ricerche e cose simili, mentre l'uso del cellulare e qualsiasi altro apparecchio elettronico è severamente proibito.
Entro su YouTube e cerco un paio di video di intrattenimento e dopo circa mezz' ora decido di mettere la mia vita in pausa almeno per qualche ora.
Sono le quattro del mattino e la sveglia è programmata per le sei, quindi se non voglio sembrare uno zombie è meglio che mi consegni a Morfeo.
Chiudo gli occhi e provo a concentrarmi su quel piccolo pallino giallo che è immerso in un infinito nero.
Cambio lato del letto più e più volte fino a rimettermi definitivamente seduta.
Ho al fronte madida di sudore e dei capelli a dir poco orrendi.
Scendo dal letto e decido di uscire dalla stanza per prendere un po' d'aria.
Il corridoio è illuminato dalle luci soffuse poste sopra ogni camerata.
Vado a cercare la prima terrazza più vicina e dopo qualche minuto finalmente ne trovo una.
Apro la porta scorrevole e subito un ondata di aria fresca mi pervade tutto il corpo.
Richiudo la porta e mi appoggio alla ringhiera di ferro.
Il panorama persino di notte è qualcosa di stupendo, in lontananza sopra le montagne, milioni e miliardi di stelle brillano di luce propria.
Mille puntini gialli posti a formare chissà quante forme geometriche.
A volte sarei voluta essere una stella, libera di brillare e di osservare tutto quanto senza dovermi muovere troppo.
Chiudo gli occhi e il leggero venticello mi scompiglia i capelli.
Quanto vorrei essere a Miami in questo momento.
Dai miei genitori, dal resto dei miei amici e dal mio adorato oceano.
-Non credo tu riesca- Apro gli occhi di scatto e per poco, dallo spavento, rischio di schiantarmi giù per tre piani.
Mi giro e difronte a me vedo una ragazza con dei capelli arricciati e una lunga vestaglia rosa che mi fissa in un modo incredulo.
-Scusa?Chi...chi sei? Mi hai fatto prendere un colpo-
Deglutisco e mi sistemo i capelli dietro l'orecchio.
-Mi chiamo Katrine Villegas, e tu?-
-Camille Clark-
-Dimmi Clark hai qualche aspirazione suicida?- socchiude gli occhi e si appoggia alla linghiera.
-Penso proprio di sì, ma scusa che vuol dire quello che hai detto...non credo tu riesca?
-Oh già, non credo tu riesca...a scappare da qua, lo so vorrei farlo anch'io ma niente da fare o ti butti ora o non ne uscirai più-
Alzo tutte e due le sopracciglia e mi affaccio verso il basso, non so come sia possibile ma quando sono uscita prima non mi ero resa conto dell' altezza.
Subito decido di indietreggiare.
-Oh non stavo pensando di scappare comunque, beh si vorrei farlo, vorrei anche girare il mondo se è per questo , ma per ora se voglio placare l'ira dei miei, perciò mi conviene lasciar perdere-
-Oh buon per te-
Restiamo in silenzio per qualche secondo finché non decidiamo di rientrare dentro.
-Bene, io sono del terzo anno, se hai trovato un metodo per scappare fammi un fischio Camille Clark, ci vediamo-
-Di sicuro lo farò
Accenna un si con la testa e mi saluta con la mano mentre si incammina verso la fine di quel lungo corridoio.
L'unica cosa positiva di questa situazione è che non sono l'unica pazza che va di notte in giro per i corridoi alla ricerca di aria fresca.
Ridacchio pensando alla situazione e rientro in stanza, dove ad attendermi c'è il mio bellissimo letto.

Al mio risveglio un mal di testa allucinante mi da il buongiorno.
Presa dallo sconforto spengo la sveglia e immergo la testa nel cuscino mentre inizio a scalciare con i piedi.
Dopo la mia solita scenata mattutina mi alzo in piedi e raggiungo il bagno, occupato come ogni santa mattina da Alyssa.
-Aly muoviti sto perdendo la pazienza e sai che quando la perdo divento nervosa
Inizio a riempire la porta di piccoli pugni
-Ma tu sei sempre nervosa anche senza perdere la pazienza
Ridacchia e mi innervosisco ancora di più.
Dopo circa quindici minuti esce e finalmente riesco ad entrare.
Mi faccio una doccia veloce e mi sistemo un po' i capelli, raccogliendo il groviglio castano chiaro in una coda.
Ho due occhiaie gonfissime e un aspetto cadaverico.
A dire il vero sarebbe stato meglio se fossi rimasta in camera giusto per oggi, ma ciò avrebbe comportato ore di assenza inutili.
Come ogni mattina perciò io e Alyssa ci incamminiamo verso le nostre rispettive aule e dopo sette ore e mezza di infinite e noiose lezioni ci buttiamo a peso morto sopra i due Puff posti nella sala grande.
-Cam ho voglia di qualche drink ti prego portamente uno-
La osservo di malo modo e gli mostro un bel dito medio.
-Ehy questo perché?- fa il broncio e mi fissa infastidita.
-Perché sei tu che vuoi fare la perfettina e rispettare sempre il coprifuoco, io ho provato a convincerti la scorsa settimana ad andare in qualche posto a divertirci visto che avevamo il permesso della Finnegan di uscita per due ore.
-Si uscire per andare alla gara di pallavolo scortate premurosamente dalla prof di ginnastica, certo Cam c'è l'avremmo fatta di sicuro.
Sbuffo e giro la testa.
-Ma io non so neanche giocare a pallavolo, ho accettato solo per fare una scappatella, e poi tra tutte le ragazze che c'erano non se ne sarebbe mai accorta.
-Lo dici tu, non la chiamano Occhi di Falco per niente.
Alzo gli occhi al cielo e risbuffo.
Odio essere l'unica trasgressiva della situazione.
Dopo un altra ora di battibecchi decido di alzarmi e di andare a trovarmi un altro passatempo che non sia litigare.
Anche quello mi da noia dopo un po', soprattutto se non è preso seriamente.
Vado al bancone del bar e ordino un bicchiere di the alla menta con ghiaccio.
C.J, il ragazzo dietro al bancone mi sorride e io giro la faccia.
I ragazzi del servizio fanno tutti parte del quinto anno e svolgono questi lavori per avere più crediti scolastici.
-Dai Camille ormai siamo amici no?-
-Neanche tra sessantasette o sessantotto anni sarò tua amica.
Mi sorride e mi lancia uno strofinaccio bagnato in testa.
Subito glie lo restituisco in malo modo.
-Come mai ti sei messo al bancone C.J? Non sapevo fossi interessato ad avere tanti crediti scolastici
-Ma io non ne sono interessato infatti.
E comunque mi ci hanno messo.
O il bancone o un volo diretto per casa.
-Potevi prendere la seconda scelta, almeno ora non ti avrei avuto tra i piedi
Mi fa la linguaccia e torna a strofinare dei bicchieri.
Decido di fare un po' la stronza e gli rovescio un po' di the sopra il bancone.
-Ops...
Ridacchio e scappo via prima di vedere la sua reazione.
Non vorrei essere il prossimo cliente.
Raggiungo Alyssa che sta parlando dei prossimi esami con Jen, una nostra compagna di classe e mi aggiungo alla conversazione.
Intanto noto con la coda dell'occhio C.J che continua a pulire imprecando.
Mi perdo bella parte della conversazione ma per fortuna riesco a captare la fine.
-...una festa al sesto piano, nella camera di Samantha Jordan, ha la stanza più grande qua, questa è avere fortuna, suo padre è milionario e prima di lasciarla qua si è assicurato che avesse una vera e propria suit dove soggiornare per tutta la durata dell'anno scolastico.
Comunque sta organizzando una festa per sabato sera, la direttrice Finnegan non c'è perché è fuori per problemi familiari e la nostra guardia Chuck è troppo addormentata per accorgersene.
Potete venire se volete, è invitata tutta la scuola.
Subito guardo Alyssa che fa di no con la testa e mi lancia sguardi minacciosi.
-No Cam noi non...
-Ci saremo... puoi fargli avere i nostri nominativi se vuoi, a che ora è?
-Inizia alle undici
Mi mordo il labbro piena di eccitazione.
-E che undici siano.
Alyssa si batte una mano in fronte
-Ci butteranno fuori lo so, ma purtroppo ho un amica pazza e una voglia infrenabile di un qualsiasi drink.
Fanculo le regole, accettiamo
Subito abbraccio quella che si dimostra sempre una vera migliore amica e inizio a saltellare.
Mi sarebbe servito un piccolo momento di svago.
E qualche drink.

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