4. SENSI DI COLPA

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Anche il secondo giorno a Black Manor non fu affatto produttivo per Draco Malfoy che non vedeva l'ora di scoprire i piani di Voldemort e di fuggire mille miglia da suo padre e da quel castello.

Lucius non si era ancora confidato con lui, probabilmente, perché non lo riteneva all'altezza di conoscere i dettagli. Draco non era stato in grado di ammazzare Silente e questo per Malfoy Senior era un grosso punto interrogativo.

Quella notte, il serpeverde, tentando di non farsi scoprire, andò nell'ufficio di Lucius, per trovare qualche informazione utile, ma, sfortunatamente, anche lì, fece un grosso buco nell'acqua.

Arrabbiato e sconsolato allo stesso tempo, Draco si diresse verso le segrete per controllare che la mezzosangue stesse bene.

Quando entrò nella cella, la trovò sdraiata in un angolo, che faceva finta di dormire.

"Granger, sono io" sussurrò piano.

Hermione aprì gli occhi di scatto e sedendosi a gambe incrociate domandò speranzosa:"Scoperto niente?"

"Niente di niente, maledizione! Mio padre non si fida fino in fondo di me e non scuce mezza parola, come se non bastasse nel suo ufficio non sono riuscito a trovare nulla che parli di Voldemort" si sfogò stancamente il ragazzo.

"Non ti abbattere, vedrai domani andrà meglio" tentò di consolarlo lei.

A Malfoy Junior venne da sorridere, per come la mezzosangue si preoccupava di lui e automaticamente le chiese:"E tu come stai? Il cibo e le pozioni sono state d'aiuto?"

"Non mi sentivo così in forze da mesi" commentò la bruna che effettivamente appariva meno pallida e smunta del giorno precedente.

Dopo qualche altro stupido convenevole, tra i due cadde un silenzio imbarazzante. Malfoy, vedendo che gli argomenti di discussione erano finiti, fece per andarsene, ma la grifoncina lo bloccò:"Malfoy non andare, resta ancora un po'!"

Draco, udito quel tono supplichevole e intuito lo stato d'animo di Hermione, ritornò sui suoi passi e si sedette di fronte a lei.

"Mezzosangue non sono un tipo molto loquace, ma, se vuoi, posso ascoltarti" affermò Draco asciutto.

Hermione lo spiazzò proponendogli, invece, una partita a scacchi magici.

Il biondo la guardò per un attimo allibito, ma poi ribatté: "Ok, ma io non gioco mai senza scommettere!"

La strega, dopo averci pensato qualche minuto, disse:" Per me va bene! Se vinco io, ti dovrai tagliare quei quattro peli che ti ritrovi sulla faccia e farti ricrescere i capelli con una pozione allungalisci"

Malfoy la guardò storto e dopo qualche attimo di concentrazione, rispose serio:"Se, invece, vinco io, dovrai raccontarmi un tuo segreto, un segreto che non conosce nessuno"

Hermione accettò la scommessa e Draco fece apparire con la bacchetta una scacchiera magica.

La partita tra i due fu molto equilibrata. Ad ogni mossa vincente della Granger, Malfoy rispondeva con altrettante abili strategie. Nessuno voleva perdere, ma, dopo una mezzora, Hermione dovette arrendersi di fronte alla bravura del biondo.

"Ho vinto Mezzosangue e ora paga pegno!" disse Draco soddisfatto.

"E va bene Malfoy. Dunque, un mio segreto, un segreto che non conosce nessuno..." iniziò Hermione aggrottando la fronte.

"Quante storie, non fare la santarellina, ci sarà pure qualcosa di te, che non hai mai rivelato a nessuno" la incitò Draco.

"Ci sono! Tra il terzo e il quarto anno avevo una cotta segreta per Siruis Black, il padrino di Harry" affermò la bruna entusiasta per aver trovato una risposta da dare a Malfoy.

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