Pensaci ogni tanto alla felicità

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-Al mio tre...

UNO

DUE

TREE...-

Mia sorella si lanciò, e quando riemerse e non mi vide allora iniziò a preoccuparsi, e io, che non mi ero lanciata, mi godevo la scena ridendo sotto i baffi. Quando poi lei si girò, mi lanciai, cosi facendo, lei sussultò e urlò.

-Ma sei scema? Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo che non riuscivi a riemergere, avevo paura e tu te la stavi godendo tutta Ti odio. - disse lei con fare da dittatrice.

- Oh beh, scusa, è che questo futuro inizia a far paura ehh...- iniziai a prenderla in giro. Sapevo che facendo in questo modo alla fine si sarebbe messa a ridere e io volevo solo questo.

-Però hai vinto la tua paura, no? – continuai.

-E che il fatto di ricominciare una nuova vita, è misteriosa come idea e tu sai benissimo che amo il mistero. -

-Diventerai mai una persona normale tu? – mi ritrovai a pensare ad alta voce, ma per fortuna Melanie era sottacqua ad esplorare, altrimenti mi avrebbe cominciato a dire che la persona diversamente normale li ero io. Si, perché a me piace uscire la notte e imbattermi in pericoli estremi, come saltare sulle case dai tetti di notte, per trovare il posto perfetto da cui godermi un panorama perfetto, come laltra sera al muretto Si, ammetto che fra le due, quella non normale sono io.

Quando Melanie riemerse tornammo sugli scogli e dopo un po decidemmo di tornare a casa. Erano le 4 del pomeriggio, io e Melanie avevamo mangiato un panino al volo da Luigis, e mamma era impegnata allazienda, come dimostrava il biglietto scritto da lei e lasciato nel soggiorno assieme ad una tazza di caffè vuota che avrà bevuto prima di andare via.

Decisi di andare a suonare il pianoforte, era da un po che non lo facevo, e di sicuro mi avrebbe rilassato e fatto riflettere molto. Mentre suonavo, come immaginavo, ho riflettuto su quello che mi stava succedendo. Ho pensato a come sarebbe potuta essere la mia infanzia se lavessi vissuta assieme ai miei genitori. Se ora, invece che avere paura del mio futuro, potrei essere felice. Insomma, tra pochi giorni avrò 17 anni. E a 17 anni, cosa si può desiderare, se non la felicità? Ebbene, anche se la desideravo da morire, e la volevo trovare assieme alla mia famiglia, sapevo benissimo che sarebbe stata la semplice normalità a farmi da ostacolo. Io sono una fuori dalle regole, che cerca in tutto un po di pericolo, un po davventura E in che avventura mi sarei trovata vivendo la semplice normalità?

Fin da quando ho iniziato a ragionare per conto mio, non ho mai voluto che qualcuno mettesse bocca nelle mie decisioni. E, ora voglio vivere essendo finalmente me stessa. Ora voglio andare via.

Ho sempre pensato che ladolescenza non è il periodo per capire cosa sia la felicità. Penso che ladolescenza sia il momento di cercarla e trovarla. Cosè la felicità lo capisci solo quando sai cosa si prova mentre la vivi. A volte capita anche di essere capiti di più da uno stupido cuscino che dagli amici. Si, certo, io sono quella ragazza che organizza feste a tutte le ore per sentirsi diversa dagli altri, ma in realtà cosa ho di diverso?

Nulla, se consideriamo il fatto che le organizzano tutti. Ma io voglio distinguermi dagli altri, dalla massa. E, allora? Cosa dovrei fare?

In quel momento smisi di pensare e mi venne in mente una sola risposta: VIVERE ESSENDO ME STESSA.

Write the pages of your destinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora