nuovi inizi

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Eccomi qui, in macchina sotto il sol leone alle tre del pomeriggio e tutto perché ho promesso alla mia migliore amica che avrei staccato dal lavoro per almeno una settimana, sapete per riprendermi dallo stress della vita!.
L'autostrada fila liscia sotto le gomme della mia macchina e posso dirvi che inizio davvero a sentire che qualcosa sta cambiando, lentamente credo che il mio corpo inizi a respirare.
I viadotti interminabili mi fanno meno paura ora, ora che guido io.

Sapete, tempo fa ogni volta che passavo sopra ad un ponte avevo il terrore e mi ritrovavo sempre a strizzare gli occhi fino a farli diventare due piccole fessure... in realtà ho presto scoperto che erano ben altre le cose di cui avrei dovuto avere paura.

Forse è proprio per questo che ho prenotato questo benedetto chalet in uno dei posti a me più cari. Molti ricordi di una me incasinata ma con tanta voglia di essere e vivere, in definitiva di una me felice.

La musica mia fedele amica mi accompagna per cinque lunghe ore di viaggio. Sono le sei di sera e finalmente arrivo al villaggio turistico. Sono passati quindici anni ma la Direzione è al medesimo posto. Inutile dire che le persone però non sono le stesse: beh, d'altronde nemmeno io sono la stessa.

Marta, così si chiama la signora che mi accoglie, procede a fare il mio check-in con grande agitazione e non ne capisco il motivo finché non sento l'eliambulanza sovrastarci e iniziare le manovre d'atterraggio.

Bene, il mio primo giorno di vacanza dopo anni inizia proprio così; con il decesso di un ragazzino di quindici anni in  piscina.

Il ragazzo che dovrebbe accompagnarmi al mio chalet è visibilmente turbato, al punto di sbagliare strada, vagando confusamente tra i vialetti tutti uguali. Mirko ha ventitré anni e lavora come tuttofare in questo resort durante l'estate da ormai un paio d'anni, mi racconta mentre mi spiega sommariamente le regole della struttura.

Questo ragazzino è totalmente sconvolto, così cerco di farlo sfogare un po' facendomi raccontare ciò che è successo.

< è la prima volta per te?> chiedo con molta tristezza.

< Si, lo è. E' stato terribile non poter fare nulla. Non ti aspetteresti mai che possa succedere a quell'età. Un ragazzo forte, pieno di vita, non si riprendeva con niente. Non sono servite neanche le scosse.>

< Lo so, è sempre dura da accettare>.

< Tu hai perso qualcuno vero?> , mi chiede.

< Si, più di una persona> è tutto ciò che mi esce e ci scambiamo uno sguardo di profonda comprensione.

I nostri discorsi vengono però interrotti dalla ricetrasmittente che richiama Mirko a lavoro, lo saluto e ringrazio e le mie labbra vanno da sole:

< E se stasera non riesci a staccare coi pensieri vieni a bussare che ho un po' di alcool adattissimo per queste circostanze.>

Ci  salutiamo così.



Un'altra estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora