Clary non ricordava più come era riuscita ad arrivare fino al letto. Anzi non ricordava quasi più niente dopo aver parlato con Sebastian. Ricordava le loro mani che si stringevano per sigillare il patto e poi più niente, oscurità. Le tenebre la inghiottivano.
Quando finalmente riuscì ad aprire le palpebre, rese pesanti dal sonno, vide le bianche tende di un letto a baldacchino. Si mise a sedere e osservò meglio l'ambiente che la circondava. Era una stanza moderna, con le pareti bianche e il pavimento in legno scuro. I mobili erano di legno laccato e la scrivani di vetro e acciaio. Come era arrivata in quel posto?
Si alzò dal letto e notò con piacere che indossava ancora il suo pigiama della sera prima. Quando aprì l'armadio di fronte al letto rimase a bocca aperta. Non aveva mai visto tante stoffe preziose, bei vestiti e scarpe costose in un armadio. Era tutto della sua taglia e dei suoi colori preferiti. Prese un paio di Jeans, una camicetta bianca a maniche corte e corse verso il bagno a cambiarsi.
Quando spalancò la porta della sua stanza si trovò davanti un lungo corridoio contornato da porte chiuse, vide anche una scala e preferì optare per quella strada. Al piano di sotto c'era un soggiorno ampio, con un divano, un lungo tavolo da pranzo in vetro, un caminetto e un televisore a schermo piatto con davanti delle poltrone. Quando si affacciò nella stanza adiacente ci trovò la cucina. Era un appartamento, Clary non ne aveva dubbi, ma dove si trovava? Non riusciva a vedere niente dalle finestre, soltanto nebbia.
"Vedo che ti sei già ambientata, sorellina." Quella voce la fece sussultare. Si girò di scatto allontanandosi dalla finestra della cucina. Sebastian era in piedi di fronte a lei. Si era cambiato dalla sera prima, ora indossava una maglietta bianca e dei jeans, i capelli bianchi arruffati e ancora un po' bagnati dalla doccia. Per un istante a Clary sembrò un ragazzo normale come tanti, che dimostrava i suoi diciott'anni. Ma quell'istante svanì e a Clary piombò di nuovo addosso la realtà.
"Dove siamo?"
"Ogni cosa a suo tempo, sorellina." Sebastian si diresse verso il frigorifero e lo aprì. "Allora che cosa vuoi per colazione?" le chiese, con la testa immersa fra i surgelati.
"Dov'é Jace?" Clary era seria. Non aveva voglia di fingere di essere dalla sua parte, mentre l'unico motivo per cui si era unita a Sebastian era salvare Jace.
Un sorriso indecifrabile gli comparve sul volto di suo fratello, che nel frattempo era riemerso con la testa dal frigo. "Sapevo che lo avresti chiesto. Proprio per questo motivo mi sono assicurato che fosse già dai suoi amichetti shadowhunters, per quando ti fossi svegliata."
Clary restò attonita per qualche istante. Non lo avrebbe nemmeno visto, non avrebbe potuto parlargli, accertarsi che stesse bene. Se ne era andato e lei era sola in mano a quel mostro di suo fratello. Dopo quel che le parve un infinità si riprese.
"Voglio le prove di quello che stai dicendo. Voglio vedere con i miei occhi che Jace é sano e salvo all'Istituto di New York. Altrimenti il patto salta."
Gli occhi di Sebastian ebbero uno sfarfallio e in un attimo Clary se lo ritrovò di fronte. "Io la mia parte del patto l'ho rispettata sorellina. Ho rispedito Jace a New York attraverso portale, dopo averlo sciolto dal nostro vincolo e facendo in modo che il Conclave lo trovasse. " Fece una pausa e le si avvicinò. Il suo respiro le sfiorava i capelli. " Dovrai fidarti della mia parola."
Era stranamente consapevole della vicinanza di Sebastian, del suo corpo muscoloso e snello a pochi centimetri dal suo piccolo e fragile. Le sembrava bello. Bello e letale come un angelo della morte. "Io però non mi fido" sibilò lei alzando il mento in segno di sfida. Ora i loro sguardi erano entrati in collisione. Un nero ebano che si fondeva con un verde smeraldo. Difficile dire quale avrebbe prevalso. La tensione era palpabile nell'aria, fra di loro, come una corda di violino pronta a rompersi.
"Peccato" disse lui in un sospiro, interrompendo il contatto visivo. "Speravo che..." si interruppe, voltandosi verso la finestra.
"Che cosa? Dimmi! Che io ti perdoni? Che dimentichi che hai ucciso a sangue freddo un bambino? Che dimentichi che cos'eri e sei capace di fare?" La rabbia esplose dentro al petto di Clary e si propagò per tutto il corpo, irradiandolo di calore. Non riusciva a trattenersi. Sapeva quello che Sebastian poteva farle, ma sapeva anche che non poteva vivere fingendo. Con quel peso che le gravava sul cuore.
Quando lui si girò Clary vide qualcosa che non si aspettava. Il suo sorriso sparito, lo sguardo rivolto a lei serio. "Non pretendo il tuo perdono, Clary. E anche se so che non mi crederai quello che è successo con il piccolo Lightwood è stato un incidente. Non sono più la stessa persona. Il sangue di Jace...mi ha cambiato."
Clary rimase disgustata da questo suo tentativo di giustificazione. Lei sapeva che mostro era in realtà.
"Vedo come mi guardi. Vedo che mi disprezzi. E mi dispiace. Vorrei farti vedere il nuovo me. Quello che è cambiato." La sua voce era pacata, tranquilla, mentre la penetrava con lo sguardo.
"Non mentire Sebastian. Io so come sei e non mi inganni."
"Vedi è proprio questo il punto." La scintilla di rabbia che si propagava come un fuoco dentro ai suoi occhi. "Tu credi di sapere. Tu credi di conoscermi. Ma quanto mi conosci veramente, Clarissa? Che cosa sai di me, per potermi giudicare?" La sua voce che aumentava in un crescendo.
Clary non riusciva a trovare qualcosa con cui ribattere. Per quanto si sforzasse era vero. Lei non conosceva affatto il ragazzo davanti a lei, suo fratello.
"Niente" disse lei in un sussurro. Il suo sguardo si posò sul petto di lui che si alzava ed abbassava velocemente, i muscoli sotto alla maglietta tesi.
"Concedimi una possibilità. Concedici una possibilità." disse lui con voce più calma, appoggiandosi al piano di lavoro della cucina.
Lei spostò i suoi occhi dal pavimento al suo viso, incrociando il suo sguardo. Era uno sguardo fermo, invitante, oscuro. Qualcosa di sconosciuto.
Le sue labbra fecero uscire le parole senza che se ne accorgesse:
"Un nuovo inizio"
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Le Stelle del Mattino (Clabastian)
Fanfiction"Tu a chi appartieni?"gli chiese Clary ridacchiando. "Io appartengo a te, come tu appartieni a me, Clarissa." Lui le si avvicinò. Clary riusciva a sentire il suo respiro sul viso, il calore del suo corpo contro il suo, il suo cuore battere contro la...