Coincidenze

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-Avete attirato la sua attenzione Harriet.
-Non dite sciocchezze: a volte ho il dubbio che voi tutti scambiate le attenzioni per ogni cosa.
-Non adiratevi. A Fairshire non vi ha staccato gli occhi di dosso ed oggi si presenta a Durghbon fiducioso di vedervi. Vi sembra poco?
-È amico del conte, non è necessariamente venuto per me!
-Sciocchezze. Fatto sta che è un buon partito. È considerato un eroe in Inghilterra, inoltre dopo la morte del fratello ha ereditato la tenuta di Redborge. È stato così gentile con voi e vi ha...
-Come ha fatto Lord Tyron con voi intendete?
-Oh ma cosa blaterate!
La pelle rosea di Charlotte si era arrossata all'istante.
-Anche lui vi ha preso molto in simpatia Harriet. Mi ha notata appena..
-Non dite sciocchezze. L'unico motivo per cui mi ha dato delle attenzioni è perché sono la figlia di un suo caro amico. Il resto della serata l'ha passato con voi, per non parlare del modo in cui vi guardava mentre vi baciava le mani.
-Harriet cosa dite, siete una svergognata!
Harriet incassó un colpo leggero dall'amica e le sorrise con tenerezza.
-Lasciate che vi acconci io i capelli.
Harriet prese in mano il pettine e raccolse i boccoli dorati di Charlotte in uno chignon alto, facendo scendere qualche onda sulle spalle.
Scesero infine insieme verso l'enorme salotto del Conte.
La signora Manson e la contessa avevano deciso di concedersi una giornata di acquisti, per cui le due ragazze si trovarono faccia a faccia con il Conte e il generale Decaro.
-Signorina Manson e signorina Pelham, avete già conosciuto il mio caro amico a quanto ho saputo.
Il doppio mento del conte ballonzolava senza vergogna mentre con la mano si portava il fazzoletto alla fronte per asciugare il sudore.
Harriet doveva aver fatto una faccia disgustata perché quando voltó il viso verso il generale lo scoprì impegnato a trattenere le risate.
-Ho avuto il piacere di conoscere solo la signorina Pelham.
-Oh allora lasciate che vi presenti la signorina Manson, figlia di Carl Manson. Una famiglia così rispettabile e deliziosa.
-È un piacere fare la vostra conoscenza. Ho avuto occasione di conoscere vostro padre alla battuta di caccia dei Rown.
-Il piacere è mio signor Decaro. É tipico di mio padre, più dei cavalli ama solo la caccia.
-Confido che sarà presente anche a quella di settimana prossima allora.
-Temo di non sapervelo dire, dovremmo fare ritorno fra due giorni a Lymington.
-Restate così poco?
La voce di Gabriel si era abbassata notevolmente e aveva volto lo sguardo verso Harriet.
-Purtroppo signor Decaro, avevamo deciso di venire a trovare il Conte e poi ritornare subito a Lymington. Non era in programma una lunga permanenza.
Charlotte gli rivolse un sorriso amichevole e lui sembró ricomporsi d'un tratto.
-Vi chiedo scusa per la mia invadenza, non era mia intenzione. Speravo di potermi beare della vostra compagnia ancora a lungo, ma temo che dovrò aspettare l'ultima battuta di caccia della stagione.
-Ma signore, noi saremo comunque lontane da Londra..
-Oh ma non si terrà a Londra, sarà ad Holdbrige a Lymington.
Harriet si sentì invadere da uno strano tremolio: era possibile che Wilson conoscesse il mondo intero?

La sua ansia per quel giorno le si dipinse sul volto per le successive settimane. Nè la curiosità della madre al suo ritorno a Lymington, nè le cavalcate con il padre riuscirono a cancellare totalmente l'ansia dalla faccia di Harriet.
Solo le descrizioni dettagliate delle visite di Wilson a Constance le avevano strappato una smorfia irritata.

Al suo ritorno l'invito era già ufficializzato: Edward Wilson aveva specificato di desiderare anche la presenza delle figlie alla battuta di caccia.
Ritrovarsi nello stesso posto con Gabriel Decaro ed Edward Wilson la preoccupava: il primo aveva ostentato subito il suo interesse per lei. Negli ultimi giorni a Londra l'aveva portata spesso in Calesse facendo intendere il suo affetto, in qualche passeggiata le aveva preso con ardore le mani e Harriet, più divertita che imbarazzata, aveva fatto finire quei gesti d'affetto con battute pungenti, che pochi uomini le avrebbero perdonato ma che Gabriel sembrava apprezzare e spesso condividere, dando il via a battibecchi che finivano in risate rumorose vicino ai gazebi di Durghbon. Edward invece... non le aveva dimostrato affetto, solo sfida. Lo aveva visto in due occasioni ed in entrambe l'aveva volutamente provocata, spesso con l'intenzione di umiliarla. Eppure quando pensava a come l'aveva guardata mentre la faceva volteggiare sulle note di quel languido Waltzer, Harriet sentiva un calore piacevole diffondersi nel suo corpo.

NOTA:
Salve fanciulle. Rieccoci qui! Ho deciso di pubblicare questo capitolo extra perché il prossimo sarà molto articolato ed avrò bisogno di più giorni per concluderlo. Inoltre mi serviva un breve testo di collegamento.
Vi anticipo che il prossimo capitolo si intitolerà "Gelosia".
Ho deciso di introdurre nuovi personaggi nella storia e di eliminare alcune scene (grossolane secondo me) dello scorso libro. Cosa ne pensate di Gabriel? Edward ha dimostrato un interesse scostante e spesso più simile alla sfida nei confronti di Harriet, cosa vuole dimostrare con le sue frequenti visite a Constance? Come prenderà la presenza di Gabriel?

Fatemi sapere la vostra, colgo l'occasione per mandarvi un grosso bacio.

HarrietDove le storie prendono vita. Scoprilo ora