Sono incazza e delusa di me stessa, non posso ancora credere a ciò che è successo. Proprio io dopo...
Non ho chiuso occhio stanotte, sono scoppiata a piangere appena mi sono messa a letto e ho fatto un casino assurdo nella stanza. Non so il motivo, ma ce l'ho anche con Derek per avermi lasciata nelle mani di quel pezzo di merda.
Irrompo nella palestra, sono su tutte le furie e sto per fare la cosa più sbagliata che mai si possa fare. Non mi importa se ho pagato e quanto ho pagato, ma lascio questo corso inutile.
Derek mi nota, sorride, ma il suo sorriso si spegne subito appena nota la mia espressione per niente felice. So che è sbagliato affibbiare tutta la colpa su di lui, però so che farlo mi farà sentire un po' meno uno schifo.
Lo trascino in disparte e appena si avvicina lo spingo via, non voglio mi si avvicini nessuno in questo momento.《Che cazzo ti prende?》 Sbotta infastidito dai miei modi di fare.
《Perché mi hai lasciata con quello ieri?》 Non mi rendo neanche conto del tono di voce che sto utilizzando nei suoi confronti, sembro sicuramente molto più accusatoria di quanto volessi.
Mi guarda interrogativo, completamente confuso dalle mie parole. Anche quando abbasso lo sguardo continua a cercare un contatto visivo, ma non glielo concedo, mi vergogno troppo di me stessa. Solo quando la sua attenzione si sposta allora mi concedo di guardarlo, penso abbia capito vista la sua espressione sconvolta e... Delusa? Stringe i pugni e prende un grosso lungo respiro, i suoi lineamenti feriti si trasformano in quelli di una persona davvero molto nervosa, il che mi spaventa e mi porta a fare un passo indietro: so che non mi alzerebbe mai un dito, ma seriamente mi sta spaventando in questo momento.
《Va via.》 Mi impone ed io, da codarda, non me lo faccio ripetere due volte e parto in quarta per andarmene da lì.
Mi viene da piangere, sento già gli occhi inumidirsi ed il naso pizzicare, alzo il passo per non permettere a nessuno in quella dannata palestra di vedermi scoppiare in lacrime senza un apparente motivo. Riesco ad uscire da quella palestra, a sguardo basso, una volta fuori guardo in alto senza neanche riuscire a vedere il sole visto l'enorme grattacielo che mi si para davanti. Comincio davvero ad odiare questa città, voglio tornarmene a casa.
Voglio tornare in Russia.
Qualche lacrima esce dai miei occhi senza che io me ne accorga, sono due giorni che non chiamo i miei genitori, mi mancano terribilmente tanto... Cosa direbbero se sapessero ciò che combina la loro figlia lontana da casa? Il problema è che io lontana dal mio nido non ci volevo stare, ma mi servivano i soldi per poter aiutare.
Mi guardo attorno, non ho idea di che ore siano però so che è tardi e dovrei già essere agli studio per scattare le foto. Fermo un taxi e scandisco bene le parole dell'indirizzo al quale ho bisogno di essere trasportata urgentemente.***
Appena l'ascensore di apre tutti gli occhi sono su di me, non mi infastidiscono questi occhi dato che non sono quel genere di sguardi fastidiosi di persone che fanno un mucchio di pensieri sporchi.
Marina mi viene incontro subito, a grandi passi con le sue gambe sottili e lunghe, anche se molto meno delle mie visto che la supero di parecchio in altezza. Mi squadra da testa a piedi, penso abbia già capito che non sia esattamente una grande giornata, ma sa come ragiono: i problemi di fuori, rimangono fuori.
Comincia a recitarmi le svariate indicazioni di sempre, ripetendomi anche a cosa serviranno le foto di oggi. Dal quel che ho capito, e continuo a capire, serviranno per dei manifesti che metteranno per tutta la città per incitare delle persone a partecipare ad una mostra di fotografia.
Non so perché tra tutte le fantastiche modelle che lavorano qui lei abbia voluto scegliere proprio me, ma non ho avuto alcun modo di ribattere, anche perché con lei è impossibile: o sei "Sì signor capitano!" O sei fuori.
Volo letteralmente verso i camerini, mi cambio svariate volte fino a quando non decide di essere soddisfata. Inizia ad abbaiare ordini riguardo la sua idea di trucco e parrucco e tutti i presenti nella stanza si catapultano sugli attrezzi come illuminati da un potere divino. Quasi mi fa ridere il modo in cui si agita e smuove i suoi capelli rossissimi mentre, quasi, urla per farsi ascoltare da tutti.
Tutto deve essere perfetto o non ha senso di essere per lei.
Quando mi guardo allo specchio non sembro io: i capelli sono esageratamente mossi, quasi boccoli; hanno fatto un counturing davvero esagerato per far risaltare i miei zigomi, però il trucco sugli occhi mi piace molto. Continuo a guardarmi, sono praticamente nuda e gli orecchini nonostante siano enormi non sono poi così pesanti, mi piacciono.
Mi sento stranamente bella quando devo posare...《Forza! Sul set!》 Sento urlare e mi precipito a piedi nudi davanti alla mia giuria formata da un singolo componete, che sorride in modo inquietante. 《Sei perfetta.》
Quelle due parole mi fanno arrossire ed abbassare lo sguardo, non credo minimamente di essere perfetta in realtà.
Comincio a camminare verso il set che aveva fatto allestire in precedenza solo per me, costituito da un semplice letto a baldacchino a due piazze con le coperte ed i cuscini bianchi. Il completo che mi ha fatto indossare è nero ed il mio trucco scuro, penso sia una scelta voluta in realtà per farmi risaltare.
Spero di non trovare mai in giro le locandine.
Il flash comincia quasi subito ad accecarmi, presto non riesco a vedere più niente se non ombre e luci, però continuo a posare tentando di essere il più naturale possibile e non sembrare impacciata: non ho la minima intenzione di scatenare l'ira di Marina.
Non so quanto tempo passa, non so quante foto mi abbiano fatto e non so neanche come io faccia a muovermi per lo studio. Sono ancora accecata dai flash delle foto e le pareti e l'arredamento completamente bianchi non mi aiutano affatto, ma riesco ugualmente a raggiungere la fotografa davanti al suo computer mentre guarda tutte le foto. Le mostra anche a me e si sofferma su una in particolare, una delle ultime che mi ha scattato, nella quale ho una posa che fa presumere un chissà quale vanto della mia persona.《Che ne dici di questa, dolcezza?》 Domanda entusiasta, anche se ha già scelto.
《La adoro.》 Sussurro meravigliata.
Non posso realmente credere di essere io.
STAI LEGGENDO
Our Beauty Strange Love
RomanceCosa può succedere quando due modi totalmente diversi si incontrano? E se si fondo insieme nel creare questo strano bellissimo amore? Dalla storia: 《Ridimmi che mi ami, Valenti. Ti prego》 Sussurro sulle sue labbra per poi afferrarle il viso con ent...