CAPITOLO 9

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Adam

Il preside aveva fatto molte domande su quello che era successo nella ricreazione in cui avevo rotto la mano a James.
Il risultato fu che lui fu sospeso per due giorni mentre a me affidò il compito di fare volontariato, avrei iniziato la settimana seguente insieme a un mio compagno di classe, non mi aveva detto chi e in realtà poco mi interessava speravo solo che questa punizione sarebbe finita presto. A scuola ora tutti mi adoravano ma non amavo tutte quelle attenzioni quindi cercavo sempre di restare solo almeno in ricreazione, uscivo di scuola e andavo dietro dove non andava mai nessuno per fumare in pace senza che nessuno mi disturbasse.

~

Iniziò la tortura, andai nella casa di riposo scritta sopra al volantino che mi aveva dato il preside, con la moto.

-Sei qui per fare volontariato?- mi chiese una voce femminile.

-Si anche se non so esattamente cosa dovrei fare.- mi voltai e vidi questa donna che si teneva in piedi con un bastone ma per il resto non sembrava vecchia.

-Ti accompagno dal tuo tutor che ti insegnerà tutto quello che c'è da sapere sai com'è, è qui da ormai quattro anni ed è bravissima...- smisi di ascoltare quando vidi Violet uscire da una stanza, aveva i capelli raccolti, una maglia bianca che le faceva risaltare le sue forme e un leggins nero. In questi giorni in cui non ci eravamo parlati mi era mancata non so se fosse un po' più sciolti non sarebbe male, per niente.

-Proprio te cercavo, lei è...- non le feci finire la frase.

-Violet...- ero sorpreso di vederla lì e immagino cosa pensasse di me visto che l' avevo ignorata per più di una settimana.

-Adam- disse con freddezza e quasi mi fece venire i brividi.

-Allora già vi conoscete! Bene Violet, vado a dormire.-

-Va bene Miriam vuole che la accompagni in stanza?- si rivolse a questa donna sperando di potersi liberare di me.

-No, ci riesco da sola, ha più bisogno lui di te.- io non avevo bisogno di nessuno, va bene magari non sapevo neanche da dove iniziare ma sarei riuscito anche da solo.

Miriam se ne andò e restammo soli, nessuno dei due voleva rompere il ghiaccio:

-Allora?-

-Cosa?- chiese risvegliandosi.

-Cosa bisogna fare?-

Mi fece leggere le cartelle cliniche dei vari anziani che vivevano in quel luogo e ognuno di loro mi disse che doveva essere trattato in modo diverso. Non ascoltai tutto quello che diceva, a volte mi perdevo nei suoi occhi, ho già detto che li adoro? Mi attraggono, molto.

-Mi stai ascoltando?- disse risvegliandomi dai suoi occhi.

-Ehm si, stavi parlando di Johnatan?-

-Si ma...- continuai a non ascoltarla, avrei solo voluto baciarla, "Cosa stai pensando?"

"Coscienza lasciami stare."

"Non ti starai mica innamorando?"

"Solo perché vorrei baciarla e magari vederla nuda non significa che la ami."

"Tu te la vorresti portare a letto."

"Forse..." la mia coscienza purtroppo aveva ragione, me la sarei fatta senza molti problemi era troppo sexy anche con una maglietta bianca ma non mi sarei innamorato di lei.

-Adam abbiamo finito.- bene non avevo capito niente, non potevo restare così altrimenti non avrei mai finito questa punizione poi lei era diventato il mio pensiero fisso, decisi una cosa: avrei fatto di tutto per portarmela a letto.

Angolo Autrice: adoro troppo la fine di questo capitolo vi fa capire che Adam non è un santo eheh😏 comunque spero vi stia piacendo e magari fatemelo sapere con una stellina o un commento! Grazie mille a tutti quelli che stanno leggendo questa storia😊.

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