Same bed, but it feels just a little bit bigger now
Yoongi sentì le proprie labbra muoversi leggermente, al ritmo di qualcosa che non era controllato dal proprio corpo, ma piuttosto da qualcuno che si stava premendo contro di esso. Era ancora troppo addormentato per capire esattamente cosa stesse succedendo, non provava neanche a divincolarsi tanto era abbandonato a metà tra il sonno e quel dolce dondolio che sapeva di pesca e che ora gli stava inebriando la mente e i sensi. Improvvisamente sentì qualcuno avvicinarsi ancora di più al proprio volto e accarezzargli con il naso l'orecchio destro, facendo venire i brividi al ragazzo non appena le punte dei capelli dell'altro gli sfiorarono il collo e il respiro mozzato irrigidirgli il corpo per come scivolava sulla propria pelle senza alcuna resistenza. "E' ora di alzarsi Yoongi"
Yoongi aveva sempre trovato qualcosa di estremamente poetico nel modo in cui Jimin pronunciava il suo nome; era un accento, un modo particolare di unire una dopo l'altra le lettere che lo componevano che riusciva a scomporre il ragazzo dopo pochi secondi e farlo ammorbidire come nessun altro riusciva. Ne sarebbe uscito per sempre sconfitto, questo lo seppe fin dal primo giorno che incontrò quel dolce ragazzo un po' bassino che con l'aria da duro ma il volto innocente sperava di entrare nell'agenzia. Lo seppe quando dopo quattro anni che era lì con loro si era perdutamente innamorato di lui, nonostante avesse tentato in tutti i modi di non farlo accadere e si fosse buttato anima e corpo nel lavoro e sulla musica. Se ne accorse quando Jimin due anni prima sussurrò il suo nome prima di baciarlo nella sala prove, con le luci spente e l'eco della canzone appena provata che rimbalzava tra le pareti e rimaneva sospesa in aria. Yoongi capì che non c'era rimedio a quello che provava dal momento stesso in cui quel ragazzo era entrato nella sua vita; perciò nonostante fossero passati anni Yoongi ancora non si capacitava di come Jimin fosse ancora lì accanto a lui, a svegliarlo dopo una notte passata insieme e ad incantarlo con la sua voce.
Finalmente si decise ad aprire gli occhi e Jimin lo salutò con altro bacio sulla bocca, che fu prontamente ricambiato e che portò i due a rilassarsi di nuovo sul letto passando una buona mezz'ora a scambiarsi baci passionali senza mai riuscire a riprendere fiato. Stranamente fu Jimin stesso che con i capelli scompigliati e il volto rosso decise di frenare la situazione, allontanandosi velocemente dall'altro e bloccando ogni altro possibile contatto poggiando una mano contro il petto di Yoongi.
"Dobbiamo smetterla o qualcuno verrà a bussare chiedendo di nuovo perchè non siamo ancora in sala con gli altri a fare colazione" Jimin guardò fisso negli occhi di Yoongi, ma nonostante il tono volesse sembrare autoritario il volto scosso e le labbra rosse per i baci tradivano il suo atteggiamento.
"Se bussano gli diciamo che siamo indaffarati a fare altro, vedrai che se ne andranno velocemente" Jimin diventò tutto rosso e urlò il nome di Yoongi tirandogli una cuscinata e facendolo ricadere sul letto in un disordine di coperte. Yoongi adorava far andare in escandescenza Jimin anche solo per vedere il suo volto arrossarsi completamente e le sue orecchie diventare infuocate. A quel punto toccava a lui controbattere e con il proprio cuscino Yoongi cominciò a rincorrere Jimin per la stanza tentando di colpirlo ma con scarsi risultati. Finiva sempre così da un po' di tempo a quella parte, loro due che faceva i cretini e si divertivano a rincorrersi appena svegliati. Era diventata una cosa loro.
Non l'avrebbe mai ammesso a nessuno, forse neanche a se stesso, ma amava Jimin.
Our song on the radio, but it don't sound the same
"Yoongi"
"Cosa c'è"
"Yoongi"
"Jimin ti prego parla, sto guidando"
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When I Was Your Man
Fanfiction"Yoongi aveva sempre trovato qualcosa di estremamente poetico nel modo in cui Jimin pronunciava il suo nome; era un accento, un modo particolare di unire una dopo l'altra le lettere che lo componevano che riusciva a scomporre il ragazzo dopo pochi s...