Capitolo 28"Il collegio"

987 61 26
                                    

Qualcuno mi picchietta sulla spalla, quando apro gli occhi faccio fatica a tenerli aperti, perché la luce del sole mi acceca.

Scendo dall'auto e d'avanti a me mi ritrovo l'inferno. Vorrei gridare.
È un enorme palazzo di pietra scuro, con un cancello alto almeno 5 o 6 metri.

Povera Sophie, che ha vissuto qui dentro.

Mio padre mi fa cenno di seguirlo.
Ci fermiamo davanti al cancello, bussiamo il campanello e una signora ci viene ad aprire.

-Buongiorno!- dice la signora.

-Buongiorno, è possibile parlare con la direttrice?- dice mio padre.

-Certo, mi segua, che l'ha accompagno da lei.-

Mio padre annuisce e la segue.

Camminiamo per un sentiero fatto di sassolini, intorno ci sono molti alberi, e un piccolo laghetto.

Entriamo nel collegio, le mura sono bianche, ci sono delle rampe di scale antiche, poster con ragazzi sorridenti e piante finte che mi inquietanto.

-Benvenuti all'inferno!- dico.

-E ancora non hai visto le camere.-una ragazza con i capelli biondi mi sorride.

-Jenna, puoi accompagnare questi signori, dalla signora Ofelia?-

-Certo signora Charlotte!-

Camminiamo per un lungo corridoio, grandi finestre illuminano le mura bianche.

-Qualcuno di voi deve restare qui?- dice la bionda al mio fianco.

Sta scherzando?

-Scordatelo! Neanche morta verrei a vivere in questo inferno!-

-Ma non è così male!-

-Sei seria?- dico alzando un sopracciglio.

- Si! Ogni sabato sera facciamo una festa.- dice saltellando.

Questa ragazza è bipolare.

-Scommetto che alle feste non si bevono alcolici, ma solo coca, la musica è triste, gli studenti maschi non ballano con le ragazze, ma si salutano con un cenno della mano.-

-Come fai a sapere tutte queste cose? Non hai mancato neanche una regola!-

-L'ho capito dall'aspetto del collegio.-

-Questo è lo studio della direttrice.-

Bussiamo e aspettiamo che qualcuno ci viene ad aprire.

La porta si apre e d'avanti a noi ci ritroviamo una signora sulla quarantina, con i capelli castani, indossa un completo rosso e un paio di occhiali neri.

-Buongiorno signori...-

-Justice.- dice mio padre.

-Cosa vi ha portato qui?-

-Volevamo delle informazioni.-

-Riguardo il collegio?-

-No, riguardo una ragazza, che è stata qui.-

-Ah, il nome della ragazza?-

-Sophie Justice.-

-Damon sei tu? Quanti anni che non ci vediamo.- dice alzandosi e abbracciando mio padre.

-Stai cercando tua figlia?- aggiunge.

No guardi, eravamo venuti qui per perdere un po' di tempo e sapere qualcosa, su qualcuno che nemmeno conosciamo.

Quanto è cretina questa direttrice.

-Si, anche se sono passati vent'anni.- dice mio padre abbassando lo sguardo.

Between Love and Hate •Cameron Dallas• <<completo>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora