16. Il compleanno Pt.1

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È passata una settimana fa quel sabato sera, durante la quale non ho scambiato più di tre parole con lui. Solo frasi di circostanza quando strettamente necessario, in presenza di Samuele o dei suoi amici. Mi evita.
Lo fa tutto il tempo: in facoltà, in strada e di lui al bar neanche l'ombra. Lui mi evita e io non riesco a smettere di pensare, a lui, alla mia stupidaggine e a quanto vorrei "riprendere il discorso". Sono davvero una deficiente!

A mezzanotte è il compleanno di Vale, ovviamente ha intenzione di festeggiare i suoi 22 anni scatenandosi. Credo abbia preso un tavolo in una discoteca, ma mi sfugge il Nome, anche se deve avermelo ripetuto almeno un centinaio di volte.

Essendo la mia unica amica non potevo mancare e ho chiesto una sostituzione a lavoro.
Inutile dire che ha preteso da me un abbigliamento all'altezza della situazione, quindi come se non fosse bastato lo shopping della scorsa settimana, questa mattina sono stata trascinata in una corsa sfrenata alla ricerca del vestito perfetto per lei ma anche, e purtroppo, per me.

Dopo aver girato in un lungo e in largo per tutto il centro per quasi tre ore, finalmente ha trovato ciò che cercava, o per usare le sue parole "qualcosa che più o meno si avvicini", un vestito molto ma molto corto blu scuro con una profonda scollatura a cuore. Per quanto mi riguarda uno qualsiasi dei vestiti che mi ha obbligata a provare andava più che bene, ma per lei no, ovviamente.

Alla fine, l'ho accontentata e ho comprato il penultimo vestito che ho provato, nero, aderente e con il pezzo di sopra molto simile ad un reggiseno. Uno di quei vestiti che mai e poi mai avrei pensato di indossare, insomma.

Alle undici sono pronta per uscire, quando qualcuno bussa alla porta della mia camera.

"Si?" Dico afferrando il cappotto dall'armadio.

"Sei pronta?" È Samuele, qui c'è qualcosa che non mi quadra. 

"Pronta per cosa?"

"Come per cosa? Hai perso la memoria tutta d'un tratto?" Fa una pausa, sospira, e poi riprende "Il compleanno di Valentina, ci andiamo insieme. Allora? Sei pronta? Fai presto che tra un po' gli altri passano a prenderci!" Gli altri?

Apro la porta e mi ritrovo davanti un coinquilino mai visto prima, un Samuele tirato a lucido. Mi viene da pensare che anche lui sia stato, in qualche modo, obbligato da Vale.

"Ma gli altri chi?" Chiedo, con il mio solito sopracciglio alzato.

"Tutti." Notando la mia espressione sempre più confusa, aggiunge "vuoi che ti faccia un elenco?"

Gli faccio no con la testa, ho capito che ci sono tutti.
Tutti vuoi dire che ci sarà anche lui, tutti vuol dire che stasera non potrà evitarmi. O forse sì, o magari no.

"Da quando siete tutti amici?" Sono davvero molto curiosa.

"Beh, da quando lei passa più tempo qui che a casa sua, immagino."

Mentre con la mia mente inizio ad immaginare tutti gli scenari possibili di me e Diego, di me che gli spiego come stanno veramente le cose, Samu mi riporta alla realtà.

"Sai che sei proprio bella stasera?" Mi guarda intimidito, come se si fosse pentito di averlo detto.

"Grazie anche tu non sei niente male"

"Ti ha costretta vero?" E finge di darmi una gomitata.

"Si, e immagino anche a te!"

"Immagini bene!" Sorridiamo insieme, non credo sia del tutto normale che la festeggiata obblighi gli invitati ad indossare abiti che piacciono a lei e non a loro. A noi, nella circostanza.

Mentre ancora ridiamo, qualcuno bussa al citofono.
Bene, che la serata abbia inizio.
Grazie Vale!

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