CAPITOLO 55

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Quando mi stacco da Ally, noto che Taylor mi sta guardando accigliato ed io, da stupida quale sono, non riesco ad ignorarlo e incrocio i suoi occhi.
<<I-io... devo andare un attimo in bagno a sciacquarmi il viso>> dico ad Ally senza distogliere lo sguardo da Taylor.
Lei segue la direzione dei miei occhi e vede che ciò che vedo io, ossia il mio ragazzo che mi fissa e, pur vedendo le mie condizioni, non si avvicina di un millimetro. Se ne sta lì, immobile, con lo sguardo impassibile e gli occhi fissi nei miei.
Ally annuisce comprensiva: <<Certo, ti aspetto qui.>>
Corro letteralmente in bagno e, quando sono dentro, mi fiondo con il viso sotto l'acqua fredda che scorre libera dal rubinetto. Non mi preoccupo nemmeno di rovinarmi il trucco perché dopo il pianto deve esserlo già e poi, se dovessi piangere ancora, sarebbe solo d'intralcio. È fastidioso quando l'unica cosa che vorresti fare è liberarti sfogandoti attraverso le lacrime, ma devi preoccuparti del trucco. Quindi preferisco non averne e basta.
Certe volte mi odio per il fatto di essere troppo fragile, di mostrare subito le mie emozioni. Non dovrei essere debole. Dovrei essere forte, come cerco di mostrarmi a tutti. Fortunatamente questo è uno degli atteggiamenti che ostento e dei quali nessuno si accorge che fingo. Perché in realtà non sono forte, non sono una di quelle ragazze che se ne fregano di tutto e di tutti e che qualunque cosa gli facciano o che qualcuno le tradisca, chiunque esso sia, se ne fregano. Non sono così, non me ne frego, ci tengo ai rapporti, soprattutto se sono quelli in cui ho creduto fino in fondo. Ma forse dovrei esserlo, forse dovrei essere una ragazza strafottente, che se ne frega di quelli che la circondano.
Guardo il mio riflesso allo specchio e rabbrividisco. Ho gli occhi rossi e lucidi per il pianto e tutti i capelli scompigliati.
Non posso credere che Alexa l'abbia fatto davvero, che si sia allontanata da noi. Ma che soprattutto ci abbia rimpiazzate con quelle due streghe. Sapeva quello che Missy aveva fatto e sapeva che Molly l'aveva aiutata, ma non l'è importato, ha pensato solo a se stessa, come dovrei fare io.
Dopo essermi ripresa, esco dal bagno e a passi decisi e sicuri, mi avvio verso la classe di biologia, dove mi aspettano tutti. Ma poco prima di entrare, noto due ragazzi parlare e più mi avvicino, più riconosco i volti e le voci.
Sono Ally e Taylor. Che cosa stanno dicendo?
Mi nascondo dietro la porta, appena prima di entrare e spero che non mi scoprano.
<<Allora stasera verrete tutti e tre?>> Le chiede Taylor.
<<Si, non vogliamo perdercelo.>>
Le parole che si scambiano dopo sono confuse e non le capisco.
Poi a parlare è Ally: <<Taylor, devi dirglielo. Non puoi più aspettare se ci tieni davvero a lei. Sta passando un bruttissimo periodo e tu con questa storia non la stai aiutando per niente. Se tieni a lei devi dirgli perché te ne vai via così spesso.>>
Lo sapevo. Sapevo che Ally mi nascondesse qualcosa e che avesse a che fare con la storia di Taylor. Ma non capisco perché, sapendo che mi creavo tutte quelle paranoie, non me l'ha detto.
<<Lo so, lo so. Ci tengo a lei e voglio dirglielo, solo... non ora. Stasera devo andarci di nuovo e poi le racconterò tutto appena potró. Ma ti prego, ti prego, non dirle nulla.>>
Il tono di voce di Taylor somiglia più ad una supplica.
Ma poi andare dove? Cos'è che deve fare?
<<Taylor non ce la faccio più a guardarla negli occhi e raccontarle bugie, ma anche se ci riuscissi non vorrei, almeno non più. Hai fatto passare troppo tempo ed io non ce la faccio più a mentirle. Non abbiamo mai avuto segreti, mi sembra di tradirla, l'ho fatto perché pensavo fosse la cosa giusta ma ogni volta che mi parla capisco che non è così. Non ce la faccio più Tay è mia cugina, è quasi una sorella, non puoi più chiedermi questo. E per quanto Nicole sia brava a mentire neanche lei può più farlo a lungo. Per non parlare di Adam, ormai si conoscono bene e lui non riesce più a raccontarle bugie su bugie solo per coprirti.>>
Ally fa un lungo sospiro.
<<Tay, Amber non è stupida ha capito molte cose. Ha capito che io ho qualcosa da nascondere, che tutti hanno qualcosa da nascondere e non voglio più stare in questa situazione, voglio poterle parlare senza la paura che da un momento all'altro possa dire qualcosa di sbagliato. Non voglio che si senta tradita da me, rovinerei il nostro rapporto per sempre.>>
<<Vi capisco, ma cercate di comprendermi, non voglio perderla.>>
Il mio respiro si spezza ancora e un singhiozzo lascia le mie labbra, che copro subito con la mano. Prima che possano scoprirmi, corro a nascondermi in un'aula vuota per placare le lacrime.
Non ci posso credere... Ally, Nicole, Adam... mi hanno mentito tutti. Sapevano che ero sempre e costantemente preoccupata per colpa di Taylor, ma hanno avuto il coraggio di continuare a mentirmi su tutto, a guardarmi negli occhi, vederci la mia tristezza, ma continuare a raccontarmi bugie.
Ally. Credevo che lei non potesse mai farmi una cosa del genere, mai e poi mai, credevo di potermi fidare di lei.
Mi sbagliavo... mi sbagliavo di grosso, su tutti. Credevo di conoscere le persone che mi circondavano ma non è così e solo ora me ne rendo conto.
Ma li invidio, li invidio tutti perché riescono a mentire, a guardare in faccia una persona e continuare a raccontarle stronzate su stronzate.
Mi alzo e mi avvicino alla porta chiusa, la prof deve essere arrivata.
Vorrei entrare, urlare di aver ascoltato e mandare tutti al diavolo. Ma lentamente, apro la porta dell'aula, mi scuso con la professoressa di biologia e, a testa bassa, mi avvio al banco.
<<Hey, tutto okay?>> Mi chiede Ally dolcemente. Ma in questo momento non posso che pensare che anche questo tono sia falso, che anche la sua preoccupazione sia finta, che anche il gesto di posarmi la mano sulla spalla per confortarmi sia studiato, che sia tutto un modo per non farmi sospettare di niente.
<<Si, tutto ok>> rispondo e senza fargliene accorgere, scosto di più la sedia verso la finestra, allontanandomi da lei.
Voglio fare finta di niente e scoprire tutto da sola.

<<Mamma dove sono le chiavi della moto?>>
Irrompo in cucina mentre mia madre sta trafficando con le pentole.
<<Tesoro è da un sacco che non prendi la moto. Come mai le vuoi proprio adesso?>> Mi chiede con un sopracciglio alzato, mentre si scosta dal viso i capelli biondi come i miei.
<<Mamma ti prego. Dove sono?>> Chiedo supplicante.
Lei sbuffa: <<Accanto alla porta del garage. Peró non so se partirà la moto ti avverto: è da quasi un anno che non la usi.>>
<<Si non la uso da quasi un anno per colpa di papà.>>
Mio padre ha sempre deciso tutto nella mia vita, prendeva lui le decisioni al posto mio. Si, prendeva. Non gli permetterò più di rovinarmi la vita solo per colpa della sua stupida mentalità.
"È poco femminile, tesoro." "Che cosa penserà la gente vedendo mia figlia andare su una moto come fosse un ragazzo?"
Queste sono le frasi che mi diceva. Ed io da stupida mi sono lasciata convincere che fosse giusto e gli ho dato ascolto. Amavo andare sulla moto e per colpa sua ci ho rinunciato.
Esco fuori dalla cucina, ma poi faccio marcia indietro.
<<Oh, mamma?>>
<<Si?>>
<<Non mi aspettare stasera. Esco con delle amiche, non so a che ora tornerò.>>
Lei mi guarda sospettosa ma poi annuisce.
Che cosa avrei potuto dirgli?
"Sai mamma, devo seguire mia cugina, il suo fidanzato che per altro è il mio migliore amico, una delle mie migliori amiche e il mio ragazzo per scoprire cosa mi nascondono"?
No, non credo che potesse essere fattibile. Mi serviva una scusa e quella era perfetta.
Infilo la giacca di pelle e corro in garage dove, attaccate al muro di fianco alla porta, trovo le chiavi della mia amatissima moto: una Harley Night Rod rosso fuoco.
Con un forte strattone tiro via la copertura che la ricopriva e, propio per via del tempo, una valanga di polvere si alza riempiendo l'aria e facendomi tossire.
Dopo essermi ripresa e averla spolverata un po', ci salgo su e infilo le chiavi nel quadrante, girandole. Il rombo che produce non appena scatto fuori dal garage mi fa capire quanto mi fosse mancata e quanto io fossi mancata a lei.
L'aria mi sferza tra i capelli e il vento mi colpisce in pieno viso, facendomi beare della sensazione di libertà che mi regala stare su questa moto. È sempre stato uno sfogo per me guidarla ma, come già detto, mio padre non ha mai cercato di capire me stessa ma pretendeva e pretende tutt'oggi che si faccia ciò che lui pensa sia giusto. Ma io sono dell'opinione che ognuno ha diritto al proprio pensiero e alle proprie convinzioni. Quindi perché qualcuno dovrebbe toglierti la libertà di fare ciò che vuoi e che ti fa sentire in pace con te stessa?
Arrivo fuori casa di Taylor, proprio mentre lui sta entrando nella sua macchina e alla fine del suo vialetto, lo aspettano Adam, Ally e Nicole nella Range Rover di Adam.
Tay parte ed io aspetto che gli altri lo seguano a ruota per poi, cercando di non farmi vedere, farlo anch'io.
Vediamo dove mi porterà questa cosa... Non so perché ma ho un cattivo presentimento. Qualcosa mi dice che quello che sto per scoprire non mi piacerà per niente.
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Scusatemi per il ritardo!
Baci.
Giulia.

PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora