22. A bunch of confusing thoughts

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Erano passati giorni da quello scontro in cortile fra Lauren e Dinah, eppure la ragazza dagli occhi smeraldo non pensava ad altro.

La lite aveva influenzato il suo umore costantemente, conseguenza anche del comportamento delle altre in merito alla situazione.

Conoscendo i fatti sin dall'inizio, per Ally era stato facile prendere subito le difese di Lauren.
La piccola ragazza aveva provato in tutti i modi a trattare la pace con Dinah la quale, dal canto suo, aveva ignorato ogni possibilità di riappacificazione, insieme alla presenza di Lauren in generale. 

Normani, invece, si era sentita quasi in dovere di affiancare Dinah, anche lei ferita dal doppio gioco di Lauren e la sua scelta di frequentare Camila alle loro spalle, nonostante in un primo momento fosse stata tentata di cercare di far ragionare l'amica polinesiana.
A vederla con un occhio oggettivo, il fatto che Lauren fosse andata a letto con Camila - forse più di una volta, Normani si lasciava il beneficio del dubbio - non era grave. Insomma, forse non rivolgerle la parola era esagerato, ma la ragazza dalla carnagione color cioccolato aveva iniziato a vederla dalla prospettiva di Dinah.

«Non è in sé il fatto che sia andata a letto con una ragazza e non ce l'abbia detto perché, diamine, è la sua vita e non dobbiamo pretendere nulla dalla sua privacy. È il fatto che sia andata con Karla» le aveva detto un giorno, enfatizzando e quasi sputando le sillabe di quel nome.
Normani si era fissata le mani a disagio, poi aveva sospirato.
Capiva, capiva perfettamente.
E in quel momento si accorse che non aveva senso forzare la sua amica che appariva già di per sé abbastanza ferita e delusa.

Decise che non si sarebbe comportata esattamente come Dinah. Lei rivolgeva la parola a Lauren, ma si era allontanata impercettibilmente.
In mezzo a tutto questa confusione, insomma, soltanto Ally spalleggiava apertamente Lauren, pregando le ragazze di smettere subito quella guerra fredda e fallendo puntualmente.

Perciò non c'è da stupirsi se, alle dieci meno due minuti, Lauren era seduta in prima fila al teatro vuoto, con lo sguardo perso su un punto indistinto del palco e il copione in mano.

«Lauren?»

Una voce familiare la riscosse dal vortice di pensieri poco felici nel quale era stata momentaneamente risucchiata, inducendola ad alzare la testa.

«Oh, ciao, Camila» rispose con poco entusiasmo, riabbassando lo sguardo.
La cubana si accigliò e, dopo aver posato la borsa sul pianoforte, si avvicinò alla ragazza, sedendosi alla sua sinistra.

«Stai bene?» le domandò, leggermente preoccupata dall'insolita espressione sconfitta dipinta sul suo volto.

Lauren sospirò. C'era così tanto da dire, ma non poteva. Non sapeva se a Camila fosse interessato, innanzitutto, e poi non voleva affibbiarle il carico dei propri stupidi problemi quando magari aveva cose più importanti a cui pensare.
«Nulla, sono solo un po' stressata per via del test di storia di domani»

«Vuoi venire a casa mia a ripassare un po'?» suggerì Camila, speranzosa.
Davvero, non aveva nessun secondo fine nella sua proposta. Voleva solo essere d'aiuto, cercare di rendersi utile almeno un minimo per alleviare l'evidente tensione che sembrava sconvolgere la ragazza.

Lauren, invece, implicò qualcosa di diverso nella sua offerta, qualcosa che, senza alcun apparente motivo, rifiutò da principio.
«No» disse in fretta, quasi sentendosi in colpa alla mera possibilità di stare di nuovo sola con Camila «non posso, non ho tempo. Uhm, mi dispiace» balbettò, alzandosi rapidamente dal suo posto, seguita dallo sguardo perplesso e anche deluso di Camila, che nel frattempo si arrovellava per venire a capo della situazione.

Non capiva come mai si comportasse in modo così strano, ed iniziò a chiedersi cosa avesse fatto di sbagliato per allontanarla.
Ripercorse a mente le ultime settimane, e si rese conto che qualcosa era cambiato.
Lauren e Camila non si vedevano più come prima. Quasi per niente in realtà, al di fuori delle quattro mura scolastiche.
E Camila aveva paura che stessero tornando lentamente al punto di partenza, la sentiva sempre più distante e fredda.

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