Al diavolo il cioccolato per gli ospiti e i dolci per le amiche di mia madre. Al diavolo i pasticcini che mi hanno obbligato ad andare a comprare. Al diavolo.
Sono così frustrato questo pomeriggio, non riuscivo neanche minimamente a sopportare qualcuno che mi rivolgesse una singola parola e mi hanno dovuto proprio obbligare a prendere del misero cioccolato agli ospiti dei miei genitori. Quanto vorrei essere a Dallas in questo istante, vorrei solo essere nel mio appartamento a suonare come se non dovessi pensare a nessun domani.
Cammino avanti e indietro guardando gli scaffali mentre non faccio altro che passarmi le mani tra i capelli totalmente stressato dalla situazione.
Come posso essere arrabbiato solamente perché mi hanno mandato al supermercato a comprare dei dolci per la cena? E soprattutto, come posso non riuscire a decidere quali prendere? Dannazione, il freddo di dicembre non mi aiuta.
Prendo e poso il cellulare nella mia tasca per chiamare mia madre e chiederle cosa comprare da circa dieci minuti ormai. Possibile che riesca a non rispondere nei momenti meno opportuni?
Fisso ancora gli scaffali per poi decidere di non passare altro tempo della mia giornata lì in quella stupida e disgustosa situazione. Porto i ricci all'indietro perché tra poco cominciano a infastidirmi anche loro e mi guardo attorno in cerca di qualcosa o qualcuno che mi possa aiutare ad uscirne fuori. Vedo un commesso e faccio per chiamarlo quando si allontana senza sentirmi. Al diavolo anche lui.
Mi giro dall'altra parte per vedere una ragazza intenta a scegliere tra i pacchi di merendine poco lontano dal punto in cui sono io.
Mi fermo più di qualche istante a guardarla. Indossa un cappotto nero lungo fino a metà coscia, un maglione boerdeaux, dei leggins, degli stivali e una sciarpa molto grande che le copre il mento lasciando scoperto il resto del viso.
Potrei descriverla come un'opera d'arte. Potrei guardarla per ore e ore senza mai stancarmi. Sembra una melodia di Bach, o un quadro di Monet. Sembra talmente tanto disegnata che non riesco a distinguere se sia vera o no.
I capelli castani chiari sono sollevati delicatamente in uno chignon non troppo grande lasciando alcune ciocche libere di accarezzare il suo volto. La vedo alzare il braccio per portare dietro l'orecchio una ciocca ribelle e portare la mano sulla sciarpa per portarla ancora più su sul viso e immergere la testa in essa.
Ha il viso pieno di lentiggini, o per lo meno sul naso, sulle guance, e un po' di meno sulla fronte e sul mento. Sembrano lasciare una traccia sul naso, sembrano una piccola galassia, una costellazione, un microcosmo di bellezza nel mio osservarla. I suoi occhi verdi illuminano le sue gote, e le sue labbra sono tremendamente rosse dal freddo, esattamente come i suoi zigomi e il naso.
Come degli spruzzi di pittura sulla sua meraviglia di volto.La sua espressione tranquilla e armoniosa mi infonde calore fino a irradiare tutto il mio corpo e dimenticarmi di tutto ciò che mi affliggeva prima di notare questa piccola ma grande stella che tutto questo tempo stava scegliendo merendine dietro di me.
La guardo mentre si alza leggermente con le punte dei piedi per arrivare all'ultima mensola e prendere un altro pacco di merendine. Nel frattempo le cade una confezione di caramelle che teneva sottobraccio, che recupera dopo aver preso le merendine ed essersi abbassata leggermente verso il pavimento.
Continuo a guardarla mentre sul suo volto appare un cipiglio molto diverso dall'espressione tranquilla che aveva prima. Che cosa avrà mai interrotto la sua pace? Cosa l'avrà turbata tanto? Che genere di nuvola mi proibisce di guardare la mia nuova preferita costellazione? Cosa si è insediato nella tua mente? Potessi io con le mie mani toglierle ciò che la affligge.
Si gira verso di me. Cielo.
Non volevo mi notasse. Solo adesso mi accorgo di averla fissata tutto il tempo. Mi guarda con i suoi occhi verdi confusi dall'estraneo ragazzo che ha osato posare lo sguardo su questa meravigliosa ragazza. Si acciglia guardandomi forse chiedendosi perché la guardi così tanto tempo. Chiedendosi magari cosa volessi io da lei.Mi sento così sporco a guardarla. Sembra un angelo divino mandato da qualsiasi dio onnipotente e mi sento un profano, uno sporco peccatore a guardarla. Penso al suo odore, a come la sua pelle potrebbe essere morbida sotto il mio tocco. Penso a come potrebbe essere la sua voce, dopo essere uscita dal sipario che le labbra rosse carnose rappresentano.
Stupido ragazzo. Chissà che cosa avrà pensato di me. Chissà cosa le sarà saltato in testa accorgendosi di me. Stupido ragazzo. Stupido ragazzo.
Non è lontana da me, anzi, è molto vicina, ma non abbastanza da togliermi quella frustrazione di dosso. Vorrei averla accanto a me, vorrei che fosse qualcosa di mio, vorrei sfiorarla, sfiorare ogni singola parte della meravigliosa costellazione, vorrei ammirare la mia notte di San Lorenzo e vorrei che la sua vicinanza mi togliesse tutto quello che mi affligge su questa Terra. Vorrei avere tutto di lei, e più lo penso, più mi accorgo di essere lo psicopatico più psicotico su questa terra. Non la conosco, cerco di dirmi. Non la conosco, cerco di convincermi, ma più ci penso, e più penso che tutto ciò che voglio fare è saperla mia. Da ogni punto di vista.
"Posso aiutarti?"
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chocolate feelings
RomanceUn giorno riuscirò a dirle quanto amo perdermi in quella galassia di lentiggini sulle gote illuminate da quegli occhi. Dovrò confessarle anche che, spesso, perdendomi in quel microcosmo, ho tralasciato qualche parola. Ma spero che riuscirà a perdona...