Capitolo 5: Troppo strano per essere vero!

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Mi sveglio. Stendo le braccia, faccio un grande sbadiglio, ma poi mi chiedo, ma come mai la sveglia non è suonata? Ma cosa succede? Giro lo sguardo, guardo l'orologio, sono le 9:00. Come le 9:00? Sono in ritardo salto giù dal letto, corro in bagno, mi sciacquo la faccia e poi mi guardo allo specchio, non riesco a vedermi. Che strano, vado in cucina, non c'è nessuno, vado nella camera di mia sorella, non c'è nessuno. Vado nella camera matrimoniale, non c'è nessuno. Controllo tutte le stanze, ma sembra che tutti siano usciti di casa. Non c'è né un bigliettino, nè la colazione pronta. Perché? Si sono dimenticati di me. Provo a chiamarli al cellulare, ma nessuna risposta. Nessun messaggio sul telefono e nessun tipo di notifiche. Di corsa mi preparo, indosso i jeans, le solite scarpe e una maglia nera a strisce rosa. Prendo lo zaino e ci infilo alcuni libri e alcuni quaderni. Corro a scuola, spero mi facciano entrare! Busso alla porta della scuola, ma non rispondono. Ok, è uno scherzo, continuo a suonare, ma niente. Non c'è un'anima. Mi guardo intorno e mi incammino verso il centro del mio paese. Non si muove nulla, non c'è un cane, un gatto, una signora, un bimbo, niente di niente. Torno a scuola e twitto "C'è qualcuno?" . Mentre aspetto una risposta, mi siedo su una panchina vicino a scuola. Inizio a chiamare tutti i contatti che ho. Arrivata alla lettera M mi fermo. Una notifica di Facebook. Allora qualcuno è vivo! Non posso crederci. È Saul! Lo chiamo e gli dico di vederci davanti scuola, ha la voce un po' turbata. Quando arriva lo vedo ansioso almeno quanto me.

–Cosa succede?- mi domanda

–Non lo so, non ci sto capendo niente-

–Facciamoci un giro!- propone lui-

Camminiamo lungo la pista ciclabile, ancora niente. Non capisco cosa stia succedendo, ci penso e ci ripenso, ma non trovo una spiegazione logica. C'è un leggero imbarazzo tra noi due. Lui si ferma, io continuo a camminare facendo finta di niente.

–Se non c'è nessuno possiamo fare tutto quello che vogliamo, no?-

Io gli dico che è un cretino e che dovrebbe preoccuparsi invece di dire cose stupide.

–Ma ci pensi? Possiamo fare tutto! Non hai mai pensato di entrare nei negozi e usare tutte le cose, visitare luoghi che ti intrigano, provare vestiti, guidare!- io sbuffo, ma poi mi lascio andare, forse in questo "disagio" c'è qualcosa di positivo.

La prima tappa è il negozio di telefoni. Spacchiamo i vetri ed entriamo, accendiamo tutti i telefoni, utilizzo i telefoni più nuovi e poi usiamo la PS4, uno scontro tra noi due, ovviamente vinco io. Mi sto divertendo tantissimo, non facciamo altro che ridere ed infrangere le regole, cosa che mi ha sempre messo ansia. Poi siamo entrati nel supermercato, io sono entrata nel carello e Saul mi spingeva. E proprio mentre cerco di scendere dal carrello, per andare a mangiare un bel po' di Oreo, Saul muove il carrello e io piombo a terra, arrabbiata lo rincorro per tutto il supermercato. Dopo avergliela fatta pagare, abbiamo mangiato schifezze varie e poi siamo tornati a scuola. Qui siamo entrati in tutte le stanze in cui era proibito l'ingresso. L'ufficio della preside, in cui si accende una sigaretta, la segreteria, l'aula dei bidelli, lo scantinato e il bagno dei professori! Questo mi ha meravigliata parecchio, tutti avevano sempre detto che è uno dei bagni più belli del mondo, che è sempre pulito e che non manca mai la carta igienica, ma ... non è proprio così. Non ci sono finestre, è molto piccolo e al posto della carta igienica, ci sono dei tovaglioli giallastri.

–Meglio andare, mi mette l'ansia questo posto- dico. Allora andiamo a casa di Saul. Lui lì prende le chiavi della macchina e scendiamo in garage. Arriviamo al parcheggio auto e ci sediamo nell'automobile. Lui parte, sembra esperto! Lo fisso, è molto carino. Fin ora sono stata benissimo con lui, mi guarda e sorride. All'improvviso si ferma, siamo in uno spazio grandissimo. Mi prende la mano.

–Ora tocca a te guidare!- dice, ci scambiano di posto e parto sembra che io sappia guidare benissimo, ma come è possibile, non ci ho mai provato!?

Tutto ad un tratto cambia lo scenario. Siamo in campagna, conosco questo posto! Ci venivo sempre con mio nonno da bambina. Saul è affianco a me, non capisce dove siamo. Faccio un passo in avanti e poi vedo una stradina. Sapevo dove portava e allora prendo Saul per mano e lo trascino dietro di me. Inizio a correre, con lui dietro. È una cosa involontaria, stiamo andando in uno dei posti più speciali della mia infanzia. Io corro come non mai, non sono affaticata, anzi, sono molto tranquilla e felice. I nostri capelli volano al vento, nell'aria c'è odore di grano e il paesaggio è stupefacente. Siamo su una collina, da qui si vede tutta la valle e i colori caldi del panorama rendono ancora più suggestiva la situazione. Mi fermo, siamo arrivati. Saul è meravigliato. Gli appoggio le braccia sulle spalle, lui appoggia le sue mani lungo la mia schiena e proprio mentre stavamo per baciarci un uragano mi butta a terra e porta con se Saul. Io inizio a gridare e poi... suona la sveglia, mi sveglio di getto. È stato solo un sogno!

Spazio all'autrice                                                                                                                                                               Devo ammettere che questo non è uno dei capitoli migliori che io abbia scritto,ma comunque spero che la storia vi stia piacendo! Se è così fatemelo sapere con un messaggio, se non vi piace, fatemelo sapere lo stesso. Mi piacerebbe tanto parlarne con voi!

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