Capitolo 1° Mindie

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6.45. La sveglia suona, allungo un braccio per spegnere questo fastidioso suono mattutino e con molta calma mi alzo dal letto. Stamattina l’ansia mi sta uccidendo, oggi è il primo giorno di college qui a Seattle, dopo la morte di papà mamma ha deciso, senza chiedermi nulla, che cambiare aria ci avrebbe fatto bene…Così eccomi qua, casa nuova, vita nuova, o così dicono.
Vado in bagno, ho bisogno di fare una doccia fredda, dalla cucina arriva un buon odore, probabilmente mamma mi sta preparando i cupcakes, i miei preferiti.
-Min!! ti ho preparato la colazione, muoviti o farai tardi il tuo primo giorno di scuola!- urla mia madre,
-Arrivo!-  mi asciugo con fretta e mi trucco un po’.
Scendo le scale e corro a fare colazione, trovo mia madre appoggiata al divano dietro al tavolo, ha un gran sorriso stampato sul viso, brutto segno mi dico tra me e me.
-Min, ieri ha chiamato Logan! Voleva chiederti scusa per come si è comportato, ha detto che ti ama e vuole farsi perdonare, è stato molto carino-
Lo sapevo, io l’avevo detto che quel sorriso non era un buon segno, Logan è il mio ex fidanzato, l’ho beccato con una puttanella in macchina mentre si toccavano amorevolmente, mia madre non conosce la vera storia, diciamo che le ho raccontato una mezza verità, faceva troppo male e avevo perso da poco mio padre, non potevo darle un colpo così forte.
-È finita, non ne voglio più sapere niente di lui. Ho voglia di riniziare, qui, con te, basta ragazzi, basta Logan. Sono stanca-
Mia madre mi guarda con un’espressione triste, forse è delusa, forse è solo preoccupata per me. A Vancouver non ho lasciato solo Logan ma anche i miei amici… Beh un tempo erano miei amici, dopo il mio incidente nessuno mi ha pù parlato, ma lo capisco, o almeno penso di aver capito.
Guardo l’orologio sopra il frigorifero e scatto in piedi facendo cadere la sedia alle mie spalle, sbatte con forza ma non ho tempo per occuparmene.
-il bus!- do un bacio veloce a mia mamma, prendo il mio zaino e corro fuori casa, per fortuna lo trovo fermo nel vialetto davanti, pensavo di averlo perso. Sollevata salgo e consegno all’autista la mia tessera.
-Mindie Crowler, Vancouver- dice l’uomo di mezz’età leggendo le mie informazioni
-Ragazza mia, sei la benvenuta, accomodati!- 
Sorrido mentre cerco un posto vuoto, ne trovo uno in fondo vicino ad una ragazza con i capelli nero corvino e con un rossetto rosso fuoco.
-Scusa, posso?- le dico indicando il sedile, lei mi guarda, mi scruta bene bene poi con un colpo di testa mi da il permesso.
-Grazie, mi chiamo Mindie piacere-  la ragazza dai capelli neri mi guarda, mi fa' un piccolo sorriso e dice:
-Diana, ma puoi chiamarmi Dana- mi porge la mano e noto subito le sue unghie laccate di nero con mille anelli, mi piace già. E’ molto carina, una bellezza particolare che può non piacere a tutti.
Dieci minuti più tardi, l’autobus si ferma davanti a un grosso edificio, cavolo! È enorme, c’è anche un infinito cortile pieno di ragazzi che parlano, beh Min, forza e coraggio. Attraverso il cortile seguendo una stradina che porta all’entrata, o almeno credo.
Ad un certo punto sento urlare il mio nome:
-Mindie! Mindiee! Aspetta- Dana sta cercando di raggiungermi e insieme a lei ci sono due ragazze molto simili al suo stile punk rock.
-Dove stai andando così presto? Ancora non si può entrare dentro,  la mattina si deve aspettare fuori fino all’arrivo dei professori-
Che regole sono queste? Seattle è così faticosa, adesso ho capito perché qua fuori è strapieno di ragazzi.
-Oh beh, non lo sapevo!-  le sorrido per ringraziarla.
-Loro sono Sophie e Loren, mie amiche-
Le saluto presentandomi anche io e iniziamo a parlare del più e del meno fino a quando dai grandi cancelli arrivano cinque donne e cinque uomini, i professori.
Aprono le grandi porte d’ingresso, mai vista una cosa del genere. Pochi minuti dopo i ragazzi iniziano ad entrare spingendosi e ridendo a squarciagola facendomi quasi perdere l'udito, ma dove la trovano tutta questa energia alle 8 di mattina?
-Qual è il tuo primo corso?- mi chiede Dana, sto in panico, si sto decisamente entrando in panico.
Loren lo nota e mi tocca una spalla:
-Tranquilla, ti abituerai presto- prende il foglio che ho stampato ieri sera con tutti i miei corsi ed esclama:
-Letteratura inglese! Sei con Sophie!- Sophie si fa’ avanti, mi prende a braccetto e mi trascina verso l’ala est del college.
È così bello questo posto, passiamo davanti a due grandi edifici che dovreb..:
-Confraternite e dormitori, ecco cosa sono-
Sophie mi batte sul tempo leggendomi nel pensiero.
Ho sempre sognato di vivere in un dormitorio, condividere la stanza con qualcun altro che non sia mia madre, non che mi dispiaccia ma certi giorni è davvero pesante.
-Io sono qui da già due anni, oggi in mensa ti  farò conoscere la mia compagna di stanza, vedrai ti piacerà- mi dice facendomi l’occhiolino
-Sarebbe fantastico! mi farebbe molto piacere-.
Arriviamo che siamo in anticipo, in classe ci sono solo due ragazze che si mettono lo smalto e ridono in modo fastidiosamente fastidioso come direbbe Kloe.. oh Kloe quanto mi manca, era la mia migliore amica, abbiamo sempre immaginato la nostra vita al college insieme, stanza 14 del dormitorio perché era il nostro numero fortunato e partecipare a tante feste come sua sorella Meggy.
Kloe era l’opposto di me, io sono sempre stata una ragazza non troppo sicura di me stessa, lei invece si adorava, adorava il suo corpo e tutto ciò che le apparteneva.
La classe sta iniziando a riempirsi e tutti mi guardano con fare accusatorio. Ma perché qui a Seattle sono tutti così stronzi?
Il professore si presenta e nel frattempo fa l’appello, ho sempre odiato i primi giorni di scuola, fanno così tante domande.
Dopo venti minuti di una stressante lezione di letteratura inglese, bussano alla porta...

I'm just coldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora