La Planet é più affollata del solito oggi, c'è già della musica che si diffonde nelle casse, la riconosco, Dream degli Imagine Dragons.
Ma oggi non balliamo questa, vero?
Oggi balliamo Stand By Me.
Sei già riscaldata, cammini avanti e indietro per la sala, cercando di tenere il controllo di tutto e tutti.Mi noti, sono accanto a Fabrizio, ci stiamo scambiando delle battute. Eri distratta da chissà quali pensieri. Al piede sinistro porti gli elastici del Taing Kinesiologico già da qualche giorno. Distorsione alla caviglia.
Siamo troppo distratte ultimamente, professoressa?
Non mi dici nemmeno 'ciao' quando ti avvicini a me. Agli altri dici "amore", arrivo io e me dici "oh te sbrighi a riscaldatte?"
Va bene, inventiamoci nuovi 'ciao' per ogni volta che ci ritroviamo.
Va bene, sostituiamo i 'mi manchi' con insulti velatamente ironici.Siamo tutti pronti. Mi cerchi con lo sguardo mentre gli altri sono già posizionati accanto a te.
"Michy, tu ed Andre venite qua vicino?"
Chiedi al mio amico, che annuisce e va sulla tua destra.
"Io sto dietro"
"Perché?"
"Imparo meglio dietro"
"Ma sei scemo?"
"Veró, vojo sta dietro"
"Stai n'po dove te pare" rispondi rassegnata, ma sorridente.
Sei una cazzo di palla al piede.
Tanto quasi quanto me.
Devi sempre leggere nei pensieri.
Spegni il cervello e balliamo.
Che ballare è sempre stata la risposta a tutti i casini, no?
Balliamola, stand by me.
Che domani ti inventerai un'altra canzone che sappia di noi.La lezione finisce, lei ringrazia tutti, rimane un po' seduta a terra a gambe incrociate, mentre io parlo con Michele e Fabrizio, e quest'ultimo ci sta invitando a cena. Michele ha un altro impegno, io no.
Sono a Roma con Leonardo, il mio manager. Era un patto con me stesso, venire qui ogni volta che posso, e da solo. Ma con lui mi sento bene.
Credo abbia capito il mio bisogno fisiologico di Roma.
Credo abbia capito l'assurdità del legame fra Roma e lei.Pranziamo in una trattoria qui vicino, poi ritorniamo alla Planet per riprendere le robe. Sono appena uscito dalla doccia quando Fabrizio dice di dover andare via, ha un appuntamento con sua sorella e tornerà prima di cena.
Ci lascia le chiavi della macchina.
A chi?
"Chi mi fa da tassista oggi?" Urli da un angolo della sala, senza nemmeno avvicinarti.
Michele dice che non può.
Ma che è tutti 'sti impegni che c'ha oggi questo?
Dice che deve andare da Ale."Ho altra scelta?" Ti prendo in giro.
Non vedo l'ora di portarti dovunque tu voglia.
"No" dici dispettosa. "Però dobbiamo fa un po' de giri"
"Basta che non ci chiudiamo da Zara tre ore "
"No...ma quasi"
"Allora ne te ne vai a piedi"Sbuffi. Rido.
È che dovrebbe essere strano, io al volante e tu dal lato passeggero che guardi attraverso il finestrino, stanca per la lezione.
È che dovrebbe risultare strano, un barlume di quotidianità che non dovrebbe appartenermi, che prendo in prestito da chi per lui é solo routine.
È che non mi risulta per niente strano, tutto questo.
Non ce la faccio, mi dispiace.In macchina parliamo poco, finchè a metà strada prendiamo Leo, che viene accolto con un grande entusiasmo da te. Ti sta simpatico, ti sei trovata fin da subito bene con lui, come me.
In casa tua non c'è nessuno, apri una finestra per lasciar entrare la luce di un sole troppo caldo e prepotente, basta solo quella per illuminare l'area giorno. Casa è stranissima senza i bambini. Ti chiedo dove siano, rispondi che sono in ludoteca, qualche isolato distante da qui. Del loro passaggio ci sono solo giochi sparsi accanto ai divani, su uno di questi noto 3 spinner, uno colorato, uno rosso, e quello verde che avevo regalato io a Dani, qualche giorno prima.
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Aubade ||
FanfictionGuarda da qui le luci della città E mentre i taxi vanno via Mi chiedevo se vanno via tutti Resti con me? || Andreas Müller - Veronica Peparini ||