Christian non appena vide la ragazza dai capelli mori, Elena, notò un qualcosa di diverso, non seppe se era qualcosa che le mancava o qualcosa che aveva in più oppure qualcosa che li accomunava ,la trovava comunque diversa.
Scattò qualcosa in lui, un ingranaggio del suo cervello era appena partito: dietro di lei c'era una ragazza bionda, dai capelli esageratamente ossigenati e gli occhi di un colore banale, ma che con tutto quel trucco facevano la loro figura, il suo corpo era ridotto a essere coperto con qualcosa che non potevano essere chiamati vestiti, anzi erano proprio brandelli di tessuto. Lei lo aveva già notato, i suoi muscoli e i suoi tatuaggi guizzavano fuori dalla maglietta nera, i propri occhi e labbra erano fameliche, non appena gli si avvicinò la ragazza le sussurrò poche parole all'orecchio, un poco incomprensibili perché nel frattempo si occupava a leccargli l'orecchio, ma capì all'istante, la prese e la portò nella prima aula in ristrutturazione che trovò, come faceva nella sua scuola degli Stati Uniti con le centinaia di ragazzine a scuola.
In pochi minuti entrambi erano soddisfatti del servizietto, la ragazza se ne andò trionfante ammiccando al ragazzo, mentre Christian pareva indifferente all'accaduto. Si specchiò in un vetro della finestra e si mise apposto i capelli leggermente arruffati e si asciugò la bocca con il polso che poi strofinò sulla maglietta per asciugarla.Il ragazzo andò un po' in giro per la scuola e vide che stavano ristrutturando, li dispiaceva rovinare qualcosa di nuovo, ma lo avrebbe fatto comunque, lui rovinava tutto quello che li era attorno, compreso se stesso.
Quando si ritrovò alla ricerca del suo coinquilino sentì lo stomaco brontolare, controllò l'ora e vide che era il momento di pranzare. Controllò quanti soldi avesse nel portafoglio e trovò un cinquantina di euro, un preservativo e un pezzo di carta che si rivelò essere il numero di telefono della ragazza bionda, sul retro era scritto il suo nome, Caterina, fino a quel momento non si era preoccupato di volerlo sapere e neanche in quel momento gli interessava.
Mentre camminava vide un posticino caldo e accogliente dove servivano buon cibo a vedere dal menù appeso fuori. Non appena entrò, una cameriera molto giovane, che doveva avere all'incirca la sua età, gli venne incontro con un sorriso smagliante, aveva un piercing al sopracciglio che le donava.
-Benvenuto da Olivander's, la porto ad un tavolo libero, ha preferenze?-
-Mi piacciono i posti vicino alle finestre-
La cameriera lo condusse al tavolo 17, e mentre camminava sembrava che sculettasse a posta per lui, li porse il menù e se ne andò per lasciarlo decidere, nel frattempo aveva chiesto una coca. Dopo aver scelto, posò il menù in attesa della ragazza e si guardò in giro, i suoi occhi balenarono su quelli di un ragazzo, erano grigio verde, erano di una certa familiarità, anche i suoi ricci li ricordavano qualcuno, ma in quel momento non riusciva ad associare, poi vide che accanto a lei c'era Elena, la prima cosa che pensò era che fosse il suo ragazzo, ma poi vide una coppia, il loro sguardo sprigionava quel sentimento, mentre quello loro no.
-Allora ha deciso cosa prendere?-
-Patatine e Hamburger e perfavore mi porti un'altra cola, anzi voglio una birra.
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William la faceva ridere raccontando piccoli aneddoti sulla città in cui era cresciuto, entrambi avevano ordinato un thè freddo al limone e da una semplice offerta di pace per il piccolo malinteso stava crescendo un'amicizia, lei lo osservava nei suoi lineamenti, osservava le sue labbra mentre parlava e poi i suoi occhi quando la guardavano, sembrava tutto finto, tutta una maschera protettiva.Lui le faceva delle domande ma lei evitava di rispondere, non sapeva perché rifiutasse la sua vita, per quanto non l'avesse vissuta poi tanto male, togliendo il fatto della mancanza della madre.
Poi sentì una seconda voce maschile al loro tavolo, era Christian, il ragazzo dagli occhi da un milione di dollari.-Hey Elena chi si rivede-disse mentre teneva le mani in tasca.
-Piacere sono William-i due si strinsero la mano.
-Io sono Christian-
Poi il riccio sussurrò qualcosa in tono molto basso che suonò come un "trovato", ma i suoi denti erano serrati in un incantevole sorriso e non ne era sicura.
-Posso sedermi con voi?-
Lei guardò riluttante William che però sorrise amichevolmente e lo invitò.
Parlarono del più e del meno, poi però il fratello di lei la chiamò per tornare a casa dicendole che era in ritardo. Andò a casa accompagnata da entrambi però poi Will dovette cambiare via e rimase sola con Christian ed un silenzio imbarazzante li avvolgeva insieme alla leggera brezza.Il quartiere di Elena era abbastanza caotico, le macchine sfrecciavano nella loro velocità e i negozi che ti circondavano emettevano tantissima luce e odore di vestiti nuovi. Ma la sua famiglia era riuscita a trovare un appartamento in affitto situata in una zona tranquilla.
Poi il ragazzo ruppe il silenzio:-E così tu vai in classe con Federico?
-Esattamente, tu che scuola frequenti?
-Veramente io mi sono trasferito 2 anni fa da Detroit, ho studiato un anno di Italiano e mi sono iscritto alla scuola che frequentate voi due.
L'unica cosa che uscì dalla sua bocca era "ah", Elena si sentiva in imbarazzo a stare in sua compagnia, tanti pensieri affollavano la sua mente mentre lui era presente.
-Che tipo di rapporto hai con Fede?
Lei rimase un pò interdetta dalla domanda:-Siamo compagni di classe e basta.
-Neanche amici?
-Conoscenti.
-Concetto difficile di amicizia?
-Esatto
E il silenzio li riavvolse, forse era la prima volta che lo vedeva pensieroso, o era quello che pensava che fosse.
Mentre camminavano vedeva il modo in cui le ragazze lo osservavano e lui rispondeva a quelle occhiate fugaci con un sorriso smagliante, lui era di nessuno, ma anche di tutte.Ogni cosa di lui era affascinante, partendo dal viso spigoloso, al corpo scolpito nei punti giusti e senza esagerazione , al modo disinvolto in cui camminava e alla sua voce seducente, era ovvio che usasse la sua bellezza a suo favore se non lo avesse fatto sarebbe stato stupido, infatti faceva cadere le centinaia di ragazze ai suoi piedi, ma lui quando lo faceva sembrava interessato e allo stesso tempo indifferente, un vero controsenso della natura.
-Giriamo a destra e siamo arrivati.
Pochi metri più in là arrivò al portone di casa della ragazza.
-Elena, ti avevo detto di venire per pranzo-urlò dalla finestra del palazzo suo fratello, che poi ripose gli occhi sul ragazzo moro-Che ci fai tu qua? Devi stare lontano da mia sorella o giuro ti ammazzo.
Improvvisamente sparì dal riquadro della finestra e si ritrovarono tutti e tre sul pianerottolo. Il fratello di Elena prese per il collo il ragazzo moro e lo attaccò al muro:-Che cazzo ci fai con mia sorella?-quasi fece un vero e proprio ringhio. Christian cercava di liberarsi dalla presa dura di lui, ma era troppo sorpreso dai fatti accaduti per poter applicar la forza giusta, anzi la prima cosa che fece è scoppiare in una risata soffocata:-Tu sei l'eroe di Veronica non è vero!? Devi capire che è solo una bella troia e ti sta usando per i i suoi stupidi scopi- e rise ancora finché non lo mollò, ma appena lo poggiò a terra si piegò in due e prese un gran fiato:-E così lei è la tua sorellina?-.
Elena non riusciva a capire cosa succedeva, l'unica cosa che poteva fare era rimanere in silenzio e ascoltare, mentre le vene di entrambi i ragazzi si gonfiavano
-Esatto, e farai bene a starle lontano o ti aggancio ad un chiodo fisso come ho fatto prima-disse andando in contro a sua sorella e avvolgendole il braccio intorno a lei come per proteggerla, in quel momento la sua testa c'era solo confusione.
-Tesoro, ti sei chiesto perché non ho reagito? Non pensi che sarebbe stato brutto farti a pezzi davanti alla tua sorellina? E poi frequenteremo la stessa classe, vedremo se non le starò lontano, per ora me ne vado-disse lui in tono di sfida e ammiccando ad Elena.I due fratelli fecero in fretta i tre piani di scale ed Elena a stento riusciva a tenere il suo passo e appena varcata la porta di casa iniziò ad urlare.
-Non bastava il fatto che non sei stata puntuale, ma te la stavi anche passando con quel gran coglione!
La ragazza era sorpresa da lui, non le si era mai rivolta in questo modo.
-L'ho incontrato per caso a scuola e quando siamo andati a mangiare c'era pure lui e si è avvicinato, e poi non ho ritardato di molto, smettila di fare così.
Concluse lei incrociando le braccia e il fratello si accorse di quanto era stato irruente contro di lei e con voce più calma cercò di spiegare:-Si, scusami, però devi promettermi che cercherai di evitarlo.
-E perché dovrei?
-Perché è un pezzo di merda e non fare altre domande.
-Voglio vedere com'è questa Veronica, invitala a cena eroe- disse citando le parole del ragazzo moro.
-Lo farò, ma non in questo momento è un periodo difficile per lei.
-Perfetto.Se ne andò in camera sua e si mise a leggere e a voce alta, come se il libro la potesse ascoltare disse di amare i suoi romanzi.
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Il Cielo, la mia Terra
Roman d'amourUna storia d'amore tra due ragazzi acidi,stronzi, menefreghisti, (o meglio etichettati così).