capitolo 5

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Nico pov's

Alla fine della giornata ero veramente sfinito. I muscoli facevano più male di prima, e non riuscivo a reggermi in piedi. Non potevo allenarmi ancora e la cosa mi dava molto fastidio. Soprattutto perché avrei dovuto ammettere che Will aveva avuto ragione sin dall'inizio. Se non mi fossi riposato quei tre giorni probabilmente non mi sarei mai più potuto allenare. Quella notte una volta addormentato sognai di essere tornato nel Tartaro. Mi succedeva spesso. Ero circondato dal buio totale, come nel covo di Nyx. Un fiume uno di quei cinque scorreva accanto a me, lo potevo sentire. Non si vedeva niente. Fu come essere bloccato in un viaggio nell'ombra, cosa che non volevo assolutamente riprovare. Come essere in una stanza che sai essere senza uscita, ma non riuscire a vederne la fine. Mi girai in cerca di una via di fuga. Niente, da nessun parte. Non una luce, non un movimento.  Poi il sogno cambiò. C'era il sole, ero in un giardino. Il lago si vedeva in lontananza. Will mi sorrideva da lontano. Aveva le braccia aperte, per mostrare quello splendore. Preso dall'istinto io correvo, volendo gettarmi tra le sue braccia. Poi quando ci ero arrivato, in quel momento, quando mi sentivo circondato dal calore, iniziarono ad uscire dappertutto i mostri che avevano popolato i miei incubi per  mesi. Sussurravano alle mie orecchie. Quello non era il mio posto, dicevano. Come non credergli?
Aprii gli occhi. Ero tutto sudato.
È stato solo un sogno mi dissi. Ma le immagini continuavano a tornarmi in testa. Guardai l'orologio, segnava le sei. Non sarei riuscito ad addormentarmi una seconda volta, così mi alzai. Andai fuori e iniziare a correre, senza pensare a niente. Dopo 5 minuti di corsa mi ritrovai all'albero di Will. Mi sedetti accanto al tronco lasciando tornare la mia mente al giorno prima. Non mi ero mai divertito così tanto al Campo ed era solo merito suo. Ma non sarei restato, sarebbe tornato tutto come prima. Sussurravano alle mie spalle, pensavano che io non li sentissi.
Sì allontanavano, pensavano che non li vedessi. Ma dall'ombra nonostante sia buio si notano molti più particolari che dalla luce. Fui rimesso alla realtà dal suono dei passi di qualcuno che era in quel momento proprio accanto a me. Alzai la testa e mi ritrovai davanti un tizio che sorrideva sempre. Anche in quel momento. Ma dove la trova questo la voglia di vivere? Pensai.
-Ciao-
-Non pensavo di trovarti qui-
Non dissi niente
-Come mai sveglio così presto-
Non volevo dirgli quanti incubi facessi. Non volevo spiegargli quanta fatica facessi a dimenticare. Di come tutto mi perseguitasse sotto le mie palpebre. Di quanto desiderassi rivedere mia sorella.
Di quanto io fossi debole.
-Non sono affari tuoi- risposi diventando freddo.

A quel punto secondo la logica se ne sarebbe dovuto andare via. Ma non lo fece. Mi aspettavo la seconda opzione ovvero avrebbe dovuto iniziare a urlarmi contro.
-Come stai?- chiese sedendosi accanto a me.
-Non siano più in infermeria-
Replicai
-Lo so, come stai?-
-Sto...bhe...- stavo per rispondere bene ma poi mi zittii. Come stavo in realtà.
-Veramente intendo-
-Non capiresti-
-Potresti parlarmene-
Tenni lo sguardo fisso davanti a me.
-Io sto bene..credo,adesso...ma non stavo bene-
-Tutto ciò che mi ha fatto stare male è ancora lì...se ne sta come in attesa che io crolli...ma io non posso crollare capisci? Non posso...non voglio-
-Tutto ciò che di giorno sta rinchiuso nella mia testa, di notte, nei momenti in cui rimango solo con la mia testa, fluisce ai miei occhi. E lo rivedo, lo sento. E non ce la faccio, perché sono solo e non voglio, non posso crollare-
Mi girai verso di lui con le lacrime agli occhi.
-Non avrei dovuto sfogarmi con te, neanche mi conosci-
-Ti sembrerò uno stupido-
-Ho capito- rispose solamente
-Sai la soluzione è non lasciarli nascondere-
Lo guardai stupito
-La mattina quando ti svegli, non lasciarli nascondere, combatti con quella sensazione di essere nel passato, finché non ti ritroverai nel presente-
-A quel punto nel presente non potrai ritrovarti da solo con la tua testa-
-Perchè hai i tuoi amici, gli amici, quelli veri intendo, non sono con noi fisicamente, sono i nostri ricordi, sono il nostro presente e speri che restino il tuo presente-
-Lasciali essere ciò che respingerà tutto ciò che ti ha fatto stare male, e stai bene nel loro nome-
-Perchè hai loro, non sei solo-
Le lacrime erano scese sulle mie guance.
-Hai me-
Quello che feci dopo non fu frutto della mia volontà. Ma mi fece stare bene.
Mi gettai tra le sue braccia.
Lo strinsi a me, perché ne avevo bisogno. Perché era quello che volevo. Perché fu ciò che mi fece sentire bene in quel momento.
E lui mi strinse a se. Il motivo non lo sapevo. Ma lo aveva fatto. La sua maglietta era bagnata delle mie lacrime e non volevo uscire da quella stretta. Semplicemente perché poi sarebbe stato libero di correre via. Sì separò lui, alzandosi e provocandomi un tuffo al cuore.
-Vieni?- disse poi tendendomi la mano. Sorrisi felice che fosse ancora lì e sempre più stupito da quel ragazzo.

Due ore dopo mi ritrovai disteso nell'erba a dimenarmi dal ridere, mentre Will mi faceva il solletico.
-Smettila subito Solace- ordinai cercando di contenermi.
-Ok- disse guardandomi sorridente.
Mi tirai a sedere sorridendo a mia volta.
-Grazie-
-Di che?-
-Di tutto-
Dissi andandomene e lasciandolo lì mentre io sorridevo come un ebete.

Arrivai alla mia cabina e ancora il sorriso non se ne era andato dalla mia faccia.
Mi appoggiai alla porta una volta richiusa.
Come avrei fatto a dirgli che non sarei restato. Era la prima volta che mi sarei lasciato indietro qualcuno di cui mi importava. E non mi riferivo solo a Will. Mi riferivo ai miei...amici.
Amici.
Quella parola.
Potevo definire Jason o Percy o Reyna degli amici? Avevi affrontando di tutto con loro. Tutti si erano preoccupati per me. Potevano reggere la definizione che Will aveva dato di loro. Non erano solo una definizione per me erano molto di più.
Io avrei potuto essere per loro quello di cui io avevo bisogno in quel momento.
Senza pensarci due volte, mi dissi.
Tutto sommato potevano essere degli amici.
Poi pensai a Will. Lui era un amico?
Zitti i miei pensieri.
Non dovevo pensare a Will ne in quel momento ne mai.
La conchiglia per il pranzo mi fece sussultare.
Era già ora?

Lessi tutto il giorno, finendo il libro per poi addormentarmi.
Passai tutto il mio tempo a pensare alla decisione che avrei dovuto prendere.
Il giorno seguente decisi che non mi sarei allenato, non uscii dalla mia cabina quasi mai.
Mentre mi accingevo ad uscire per la cena sentii bussare alla porta.
-Avanti- dissi chiedendomi chi fosse
Mi ritrovai davanti un biondo e mi maledissi per essere rimasto deluso una volta constatato che si trattava di Jason.
-Ciao- disse sorridendo imbarazzato.
-Ehi-
-Hai già deciso, è troppo tardi per farti cambiare idea?-
Lo guardai e mi venne in mente una cosa molto banale. Voleva che restassi. Mi scappò un sorriso.
-Resto- risposi semplicemente.
Fu la seconda persona in due giorni ad abbracciarmi, un numero decisamente troppo elevato.

😍É la scena descritta anche da Rick Riordan fra Jason e Nico, non la volevo cambiare perché personalmente l'ho adorata😍

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