Capitolo 10: Nuovi incontri!

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A volte mi chiedo chi sono, mi chiedo cosa sono e dove sono. Mi guardo attorno e penso a quello che c'è stato prima e a quelle che ci sarà dopo. Sono una dei miliardi di abitanti del mondo, conta quello che faccio? Quello che sono? Insomma, io chi sono? Tara Martinez, sì, ma cosa conto nel mondo?

Mi getto nel letto, sospiro, all'improvviso suona il telefono.

-Ciao Tara, come stai?- è Saul

-meglio- rispondo secca

-quindi domani torni?-

-non credo, dopodomani-

-okok-

Prima di iniziare a studiare afferro la scatola, la apro e inizio a tirare tutto fuori, non ricordo di averla mai fatta.

Ci sono decine di lettere tutte uguali, imbustate con francobollo e data. Le affilo tutte in ordine di data, che strano! Risalgono tutte al 1968. Afferro la prima e inizio a leggere.

"Cara, sono io. Sono quello che ti ha fatto star in ansia svariate settimane. Parto dicendoti che tutto quel che ho è lì, quello sono io. Mia madre è la donna che io ho sempre lodato e amato, ma quando ti ho vista, ho capito che avevi tante di quelle cose in comune con lei che non ho saputo resistere e ho fatto quel che ho fatto. Sono pronto ad amarti per il resto di quel che resta della mia vita. E non mi vergogno a dirti quel che provo. Quei capelli raccolti, quel vestito strausato, quell'aria sfacciata, ma allo stesso tempo ansiosa mi ha rapito. Ti scrivo perché so di non poter arrivare a sposarti, ma voglio che tu sappia tutto quel che io provo nei tuoi confronti".

Entra mia madre-

-hey mamma che ne dici se per natale mi compri un bel computer nuovo?- urlo

-hey figlia che ne dici se usi quello che hai?- risponde

-hey mamma che ne dici se mi faccio la tinta ai capelli?-

-hey figlia che ne dici di fartela dopo i 18 anni, così sarà tutta responsabilità tua-

-hey mamma che ne dici se mi faccio un tatuaggio con il mio nome?

-hey figlia che ne dici se il tuo nome te lo ricordi senza scrivertelo-

-hey mamma...- mi interrompe

-che ne dici se metti a posto i tuoi vestiti- conclude la mamma appoggiando sul suo letto una fila di panni ben piegati.

-Stasera esco- dico ai miei genitori tutta pimpante

-ma solo le dieci è già tardi per dire "stasera" finchè ti prepari sono le undici, e poi non eri in punizione?-

-mamma il mio stasera è inteso come tra due minuti, Sara è uscita e poi sono passate quasi due settimane dalla punizione, sì che il tempo non passa mai, ma non così tanto...- dico prendendo la borsa e uscendo di casa.

- Gio, è stato facile!- le dico al telefono

-non me lo sarei mai aspettato- ridiamo

-dai, non sono così duri- apro il portone

-no, ma non rendono le cose facili-

-dove sei?-

-qua-

-interessante, dov'è qua?-

-qua-

-che ironica- rispondo

Vedo un ragazzo in lontananza che mi incuriosisce, è molto carino occhi scuri, capelli biondo scuro, alto e in forma. Anche se molto distratta dalla sua presenza, continuo per la mia strada.

-ciao, scusa se chiedo, potresti prestarmi il telefono, ho perso il mio qui vicino. Vorrei farlo squillare- mi dice il ragazzo preoccupato

-sss...ì tieni- chiudo la chiamata e gli passo il telefono. Lui digita il numero e lo fa squillare. Io lo fisso, mi sento moltissimo in soggezione. Una canzone inizia a suonare, non una canzone qualunque, la mia preferita, "Listen".

-Ecco squilla, ma non lo vedo- mi dice

-deve essere qui o non lo sentiremmo- rispondo

-Eccolo!- mi dirigo verso un albero e raccolgo un cellulare tra l'erba dell'aiuola

-Grazie mille ti devo due favori!- mi risponde

-Due? Di solito si dice "ti devo un favore"- ridiamo

-Uno per lo squillo e l'altro per avermi ritrovato il telefono- sottolinea il ragazzo

-Ah, va bene, ora devo proprio andare-

-Ok- sorride e ognuno continua a camminare nella direzione opposta

-Hey, ma se ti vedo per strada posso salutarti?- mi chiede

-certo- sorrido e continuo a camminare, che strana domanda, ma anche molto intelligente, quante figuracce si eviterebbero. Rido e salvo il suo numero nella rubrica per stolkerarlo un po'.

Richiamo Giorgia

-scusa un ragazzo mi ha chiesto di prestargli il telefono-

-quindi è più importante un ragazzo che la tua migliore amica?- mi chiede facendo finta di piangere

-sinceramente sì, dove sei?-

-qua con Alessia che ti saluta-

-qua dove?-

-qua- chiudo il telefono e chiamo Alessia

-dove siete?-

-in piazza vicino le bancarelle di natale-

Mi avvicino a loro e guardiamo ogni bancarella in cerca di qualcosa da comprare tutte e tre uguale.

-guardate queste!- dice Gio agitando delle collanine con un cuore diviso in tre

-banale- boccia ale

-e questi?- mostro alle mie amiche dei bellissimi orecchini a forma di gufetto confezionati in un pacco con tre paia.

-a me piacciono- risponde Ale

-anche a me!- conferma Gio

-prendiamo questi- faccio vedere il pacco alla signora di colore che è proprietaria della bancarella

-bella scelta ragazze, questo pezzo unico, questo avere sistema bluetooth e quindi voi parlare tra voi con questo oggetto- spiega lei

-quindi noi possiamo parlare attraverso gli orecchini?- chiede Ale

-sì, massimo 4 metri distanza- risponde la signora

-perfetto quanto le devo?- chiedo gentilmente prendendo il portafoglio dalla borsa

-9 euro, 3 a orecchini- risponde. La pago e continuiamo a camminare

-tieni!- Gio mi porge i tre euro

-è il mio regalo di natale- le spingo la mano come gesto per dire "non preoccuparti" mi ringraziano e ci dirigiamo verso la nostra pizzeria preferita.

-sono tornata!- urlo percorrendo la soglia di casa!-

-hey, hai mangiato vero?- chiede papà

-sisi- rispondo

-voi?- domando

-sì- dice la mamma con un pacco in mano l'appoggia sotto l'albero e dice -i regali si aprono a natale intesi?-

-sì- rispondo

Ragazza non tumblr (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora