I piedi nudi a contatto con il pavimento gelido mi fanno sussultare.
Avevamo deciso che per la nostra missione non dovevamo trascinarci appresso troppi intoppi e le scarpe erano di sicuro uno di quelli.
È difficile perciò stare al passo con i miei amici, che sono più eccitati di me all'idea di salvarmi le penne.
-Jen, è questa- Chris si gira verso di lei sussurrando .
Di colpo afferra la maniglia di una grossa porta grigia in acciaio, situata nel lato più isolato della scuola, ossia il seminterrato.
-Ragazzi davvero, non mi sembra una buona...-
Jen e Chris mi zittiscono all'unisono e decido di lasciarli perdere.
-Cazzo le chiavi...-Chris si tasta i pantaloni ripetutatamente senza riuscire a trovare l'oggetto in questione.
-Non ci posso credere, dopo tutto quello che abbiamo fatto per prenderle tu le perdi così?- Jen si mette le mani sui fianchi e osserva innervosita Chris che si gratta la nuca.
-Comunque io sapevo che sarebbe andata a finire così, infatti appena ho visto che le avevi appoggiate come se niente fosse sul tavolino prima di andare in bagno, le ho prese- Tira fuori la mano dalla piccola tasca del suo giubbotto e sventola trionfante il mazzo davanti a noi.
Infila diverse chiavi nella serratura e finalmente dopo circa due, tre prove la porta decide di spalancarsi.
-E inutile che vi chieda come avete fatto a prenderle vero? -
Chris mi fissa e inizia a ridere.
-Già lo è.
Lo prendo in parola e non chiedo più nulla.
Entriamo nella grande stanza grigia che si espande davanti a noi.
In quella stanza tutto sembra più freddo, ma soprattutto più buio.
-Okay sbrighiamoci, Chris la torcia.
Chris gli passa una torcia e lei inizia a puntarla in diversi angoli della stanza.
La luce porta in vita diversi computer, fili elettrici, contatori e altre cose di cui non saprò mai la vera utilità, ma che sicuramente erano di vitale importanza per il nostro piano.
Dopo un paio di puntate di torce qua e là, il viso di Jen si illumina dallo stupore e subito corre verso un masso di fili collegato al muro, al fianco di essi ci sono diverse targhe che ne spiegano l'utilità.
-Perfetto, allora dobbiamo disattivare tutti questi fili senza scollegarli dalla presa, in modo da non destare troppi sospetti.
Insomma staccarli sarebbe troppo semplice e troppo rischioso.
Sorgerebbe il dubbio di una sommossa studentesca.
E noi saremo subito nei casini, perciò dobbiamo accendere questo computer.-
Jen si gira e indica un vecchio e polveroso computer, posto su una scrivania altrettanto polverosa.
Lo accende e dopo dieci minuti finalmente il motore parte, mostrando i file.
A tentoni, riesce a trovare le cartelle riguardanti i sistemi di collegamento elettrico dell'istituto.
Mi giro e rigiro per vedere se qualcuno avesse potuto seguirci, ma per fortuna l'ingresso non è occupato da nessuna figura di troppo.
Non sto molto attenta al lavoro che fa Jen, ma ogni tanto sento qualche piccolo bip che avverte che i vari sistemi elettrici si stanno disattivando.
Dopo un altra eternità finalmente si alza trionfante.
-Finito, non è stato poi così difficile, questo sistema era abbastanza semplice, non hanno messo neanche una password, chissà da quanto è che non danno una controllatina qua dentro.
Fa scrocchiare le dita e inizia a scuotere la testa.
Subito sento il cuore martellarmi nel petto e la paura inizia a crescere.
-Non mi sembra che abbiamo fatto la cosa giusta, lo verranno a sapere, sicuri che non c'è qualche telecamera?
Mi giro intorno alla ricerca di qualcosa che potesse incastrarci, ma non sembra esserci nulla di particolare.
Jen aveva ragione, questo posto era praticamente abbandonato.
-Non c'è nulla, perché dovrebbero mettere telecamere in uno seminterrato? Si da il caso che degli studenti normali non vadano a disattivare gli impianti elettrici, e si da il caso che non sappiano neanche farlo.-
Sgrano gli occhi confusa.
-Ma tu ci sei riuscita, è stato semplice da quel che è sembrato.
-Infatti lo è per una che ha studiato informatica avanzata.
Ma non lo è per il resto dei teenager normali, su basta chiacchierare andiamo via da qua.-
Non ci penso due volte e fuggo via lasciandomi indietro una marea di casini.
Chiudiamo la porta e corriamo via dal seminterrato, raggiungendo l'ascensore della sala grande.
Clicchiamo ripetutamente sui tasti senza ricevere alcuna risposta.
È spento.
-Oh, sei davvero un genio Jen, l'elettricità è andata-
Chris le fa un occhiolino e arrossisce leggermente.
Una strana sensazione mi pervade e non riesco ad opprimerla.
Prendiamo le scale fino alle nostre camerate, notando, una volta arrivati al nostro piano, che sono già le sei del mattino.
Da lì a mezz'ora Natalie Bane avrebbe iniziato i suoi controlli mattutini.
-Grazie ragazzi, in realtà non so davvero se dovrei ringraziarvi però apprezzo che vi siate preoccupati per me- li abbraccio tutti e due insieme e mi sorridono.
-E solo che non ti vogliamo fuori.
Mi danno una pacca sulla spalla e dopo avermi scompigliato i capelli se ne ritornano nelle rispettive stanze.
Resto ferma lì nel corridoio per qualche minuto ad osservare il vuoto e metabolizzo solo dopo un po' l'accaduto.
Se non sarei stata buttata fuori per la festa, lo sarai stata per questo.
E con me, anche i miei due amici.