Capitolo 29

42 7 1
                                    

"Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere."

Oggi ho il mio primo appuntamento dallo psicologo!
Dovrò spiegargli, per filo e per segno, ciò che mi tormenta da anni, so che non sarà facile ma devo farlo!
Per il mio bene e per il bene delle persone che hanno deciso di starmi accanto.
Prima di andare all'appuntamento ho la mia, solita, giornata a scuola e a lavoro.
Ultimamente non ho più tempo, nemmeno per me stessa!
Vedo e sento Alex, raramente.
Andando in classi differenti e avendo l'orario di lavoro che non combacia, ci incontriamo solo nei corridoi o a mensa.
Non abbiamo ancora parlato sull'argomento "noi".
Non abbiamo ancora deciso se stiamo insieme o no, però mi ha invitato ad una festa, magari capiterà qualcosa!
Ci divertiremo e forse riusciremo a parlare un po'!
Io so che sento qualcosa per lui, ma non saprei dire, con certezza, se è amore o solo una profonda amicizia con dei sentimenti, davvero, forti!
Staremo a vedere!
Dovrò aspettare una settimana, ma niente che no riesca a sopportare.
Arrivo nello studio del dott. Wiland con dieci minuti di anticipo, praticamente, il tempo di andare in panico e poi farmi questa, bella, seduta.
Arriva la segretaria nella sala d'aspetto.

-Signorina Jonson?
-Si, sono io!

Mi alzo immediatamente.

-Prego, mi segua! Il dott. Wiland la sta aspettando!

Seguo la segretaria che si ferma davanti alla porta, dello studio, e bussa contro il vetro che ci separa dallo strizza cervelli.
Sentiamo un, semplicissimo, avanti!
Apro la porta e mi ritrovo davanti un uomo sulla trentina d'anni.
Niente male!

-Signorina Jonson, prego si accomodi pure.

Rimango in silenzio e mi sdraio sul lettino vicino alla sua poltrona.

-Si rilassi, io arrivo subito.

E così dicendo, esce dalla stanza lasciandomi da sola.
Mi guardo in torno.
Cavolo! Bello studio!
Le pareti sono bianche e tutto il mobilio è fatto di legno antico.
L'odore che aleggia nell'aria sa di pino silvestre.
La mia attenzione viene catturata da, un'immensa, libreria!
Anch'io volevo comprarmi una libreria così, ma con lo stipendio che prendo arrivo, a malapena, a fine mese.
Peccato però, magari più avanti riuscirò a permettermela.
Sento la porta aprirsi e il dott. Wiland fa il suo ingresso.
Si siede sulla sedia vicino al mio lettino e mi guarda.
Quest'uomo mi mette un po' in soggezione.
Mi fa un sorriso cordiale, probabilmente per mettermi a mio agio!
Lo ringrazio mentalmente e a mia volta sfodero un sorriso.

-Allora! Mi parli un po' di lei, di quello che fa e del perché si trova qui!

Improvvisamente ho la bocca secca e prima di parlare, mi inumidisco le labbra.
Sono, decisamente, nervosa!

-Beh, mi chiamo Ava Jonson, ho 18 anni e frequento l'ultimo anno di liceo, lavoro in un pub per poter mantenere gli studi e la casa.
Mia mamma lavora fuori città, mio padre ci ha lasciate quando ero molto piccola, quindi me la sono dovuta, sempre, cavare con le mie sole forze.
Mi sono rivolta a lei perché vorrei capire che cosa mi sta succedendo!
Purtroppo ho avuto una relazione con un ragazzo più grande di me!
Lui era possessivo ed ossessivo nei miei confronti, era anche molto aggressivo con me, delle volte, negli ultimi tempi soprattutto, mi alzava le mani addosso!
Ho resistito per tre anni, perché credevo di amarlo, ma poi l'ho beccato a letto con la mia migliore amica e da lì ho deciso di troncare, definitivamente, la nostra relazione.
Dopo questa decisione, ho pensato bene di allontanarmi da tutto e tutti, non ho permesso più a nessuno di avvicinarsi a me!
-E adesso cos'è che ti tormenta?
-Il fatto di innamorarmi di nuovo!
Di lasciar entrare nella mia vita un'altra persona, per paura che mi possa ferire come ha fatto David, con me!
-Credo che lei dovrebbe lasciarsi un po' andare, Ava!
La paura può farle sfuggire tante occasioni.
Si è vero, potrebbe soffrire, tutte le persone soffrono, ma senza la sofferenza non potremmo mai crescere, non potremmo mai capire chi merita, davvero, il nostro affetto, la nostra presenza, la nostra considerazione.
Si butti, in qualsiasi cosa!
Non si precluda nulla, nella vita, e se va male è solo un'altra lezione da cui può imparare!

Un solo minuto di te #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora