The Century Fall

Capitolo 1 Rachele

La pioggia cadeva sottile, appena percepibile. Il cielo non era amico degli uomini in quella mattina, non riservava loro uno sguardio compassionevole. Forse Dio non approvava i loro peccati quel giorno o forse, semplicemente, non era dell'umore giusto per affrontare quel giorno.

La macchina era una vecchia vettura in dotazione all'esercito a benzina, tenuta con grande dedizione e passione dal soldato Elijah Marr, il quale da piccolo aveva sempre sognato di poter fare due cose nella sua vita: entrare nell'esercito regolare della repubblica e guidare macchine. Nessuno aveva creduto che sarebbe riuscito a fare nessuna delle due cose. Per la prima, semplicemente, perché era troppo debole. Bastava pensare a tutte quelle volte che aveva gridato come una signorina di fronte ad insetti, topi o anche solo a stanze buie, meritandosi così le prese in giro degli altri ragazzi del suo quartiere. 

Per la seconda, si pensava semplicemente che non sarebbe mai diventato abbastanza ricco per potersi permettere le macchine dei suoi sogni.

Aveva sorpreso tutti, in qualche modo, riuscendo, attraverso mezzi più o meno chiari, ad ottenere tutto ciò che voleva. Ora era felice, a modo suo, o quantomeno abbastanza soddisfatto da non dover pensare a quanto di ciò gli mancava ancora.

Guidava con prudenza lungo le strade della campagna brulla dei confini dell'impero, pieni di piccoli paesi ricolmi di gente ignorante, come diceva sempre sua madre, mentre i lampioni continuavano ad illuminare debolmente la strada di una luce arancione ed innaturale. 

Dietro, ricoperto dal suo pastrano nero, stava un uomo dall'aspetto non troppo sano e piuttosto taciturno.

Era piccolo, abbastanza magro, pallido, dai capelli rossicci, sporchi, come il sangue che si è appena raggrumato, ed osservava incupito il cielo attraverso della finestra con stanchi occhi verdi, ricolmi di sonno e di qualcosa che Elijah Marr non conosceva e che forse, temeva, poteva essere intelligenza. Ma le cose che non lo riguardavano non avevano importanza per lui. Soprattutto se il suo assistito portava cucita sulla manica del logoro cappotto che lo copriva a mò di coperta il simbolo del reparto speciale dell'esercito.

Soltanto alcuni degli stregoni più particolari e potenti dell'intera repubblica potevano sperare di entrare a far parte di quel corpo, ed erano sempre impiegati in missioni delicate ed estremamente importanti.

Elijah Marr aveva guidato per tutta la notte, evitando i centri abitati e le strade troppo trafficate, come gli era stato domandato. Nessuna domanda. Era una buona regola non scritta non fare domande. Tanto, non avrebbe ricevuto comunque nessuna risposta.

Una qualità piuttosto utile di Elijah era la sua totale mancanza di curiosità. A lui bastava guidare, sentire la strada scorrere sotto le sue ruote, il rumore rassicurante del motore che macinava la sua strada, che consumava benzina e procedeva verso dove doveva andare, là dove lui desiderava.

Il cielo, che pure pareva voler resistere al nuovo giorno che giungeva, pure si stava ritirando di fronte alle luci dell'alba, che lentamente stavano inondando il mondo di una luce azzurrina ultraterrena. 

Attorno a loro ora solo alberi ed una pianura sconfinata, amplissima, forse troppo per poterla sopportare. 

Erano arrivati in una zona in cui non vi erano città nè centri abitati di sorta. Solo una strada lunga e sottile che tagliava la pianura in due, strisciando sibilante tra basse colline e piccoli boschetti lasciati crescere selvaggi. Dove essa conduceva lo sapevano tutti, ma nessuno mai vi andava.

In lontananza, davanti a loro, ad occidente, si stava ora stagliando l'imponente mole di qualcosa che a quella distanza ancora non si riusciva bene a distinguera a causa della pioggia, e che tuttavia tutti gli abitanti della repubblica conoscevano anche troppo bene.Ufficialmente il suo nome era Nefas, la città della malasorte. Immensa, grande quasi quanto la capitale, era comparsa un giorno di circa cento anni prima, dal nulla, o quasi. Come ciò fosse accaduto nessuno riusciva a capirlo.