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Credeva che sarebbe morta ma l'atterraggio si rivelò più morbido del previsto, infatti si trovava sopra a qualcosa di confortevole con una forma familiare che aveva, con successo, attutito la caduta.

Aprì gli occhi lentamente e sollevò le  mani davanti al viso per assicurarsi di essere tutta intera, ma la sua attenzione si diresse subito al tunnel che, come una voragine, l'aveva fagocitata in quel luogo,si ma, quale luogo?

Fece per rialzarsi e capì che il suo salvatore era stato un comunissimo materasso, il quale doveva aver salvato altri malcapitati date le sue discutibili condizioni, ma Will fu comunque davvero grata a quel compensato di piume informe.
Si guardò intorno cercando si intuire dove fosse, un corridoio si allungava di fronte a lei, furtiva avanzò lentamente lungo il passaggio che man mano che avanzava si faceva sempre più artificiale, ma il che avveniva quasi come se il legno si trasformasse nelle pianelle bianche e nere disposte a scacchiera che ricoprivano il pavimento, intanto il soffitto si allungava e acquisiva la forma di un arco.
Raggiunse ben presto la fine del corridoio e si trovò dinnanzi ad un arcata perfetta che, attraversandola, rivelava una stanza circolare con il soffitto a cupola, esso recava un affresco raffigurante delle nuvole e un cielo limpido, il quale, a dispetto della logica, sembrava vero. Sulle pareti, ad intervalli regolari, erano collocate delle porte, ogni una di forma e  dimensione differente, in fine al centro della stanza troneggiava un tavolo rotondo di vetro.

Will entrò lentamente, un piede davanti all'altro, raggiunse il tavolino, dopo essersi guardata intorno, e lesse «bevimi» su di un foglietto attaccato ad una boccetta contenente una sostanza non identificata di un azzurro intenso, «mangiami» era invece riportato su di un altro pezzo di carta attaccato ad una scatola di biscottini a forma di cuore. Will rimise la scatola al suo posto e si guardò in torno dubbiosa, poi notò all'altro capo del tavolo una chiave dorata con un biglietto che diceva «Sottomodo» che strano; la prese tra le mani soppesandola e studiandone le rifiniture.

Un rumore alle sue spalle, ma voltandosi sorpresa vide solo una porta dorata più piccola delle altre, che strano avrebbe giurato di aver sentito qualcuno starnutire; posò la chiave sul tavolo e si guardò nuovamente attorno perplessa, era certa di non essere sola, così si avvicinò ad un portone nero con ai lati delle tende rosso fuoco, prese tra le mani la maniglia dorata a forma di cuore e provò ad aprirla, ma non successe nulla; allora riprovò con un' altra porta, questa era di legno con al centro un' incisione a forma di fiocco che portava le iniziali "B.C." alla base, anch'essa non si aprì; tentò una terza volta, quella che aveva davanti era una porta lunga e stretta, tanto da lasciare a mala pena lo spazio per attraversarla, era verde acceso, anche se rovinata dal tempo, il batacchio, di ottone, era a forma di bombetta attaccata alla porta per un'estremità, provò ad aprirla, ma ovviamente anche quel tentativo fallì.
Eppure, anche se intrappolata lì sotto con chissà cosa, non se la sentiva di bussare, avrebbe preferito intrufolarsi dentro alle stanze celate dietro alle porte evitando di annunciare la propria presenza, per ragionare in seguito su come dileguarsi, dato che non era certa di voler sapere chi o che cosa le abitasse.

Continuò a provare cercando di non fare troppo rumore, ormai mancavano solo due porte; una era molto alta e larga con l'apertura centrale che la divideva a metà, però passandoci davanti Will si sentì quasi in soggezione come se non fosse ancora pronta per quella, o per ciò che celava; il che sembrò ai suoi occhi assurdo data la situazione, ma decise comunque che non avrebbe provato ad aprirla, o almeno, non ancora.

Si avvicinò all'ultima porticina, la più piccola, rivestita d'oro con ricchi decori lungo tutto il bordo e una maniglia sproporzionatamente grande per lei.
Will si chinò allungando lentamente la mano, dopo essersi assicurata di non avere nessuno alle spalle, e  l'afferrò con decisione «aaahh!» disse una voce nasale proveniente dal suo pugno, ovviamente Will la ritrasse immediatamente finendo seduta per terra davanti alla porta.
«Hei signorinella ma chi ti ha insegnato le buone maniere?! Non si strizza il naso agli sconosciuti! E tanto meno se questi ultimi hanno già difficoltà ad accettarne la proporzionalitudine rispetto al proprio viso!», già a parlare era stata proprio la porta, Will avvicinò la faccia alla maniglia e notò come la cornice rettangolare nella quale era inserita riportasse anche la serratura, anch'essa spropositata che dedusse fungere da bocca, dato il continuo muoversi mentre la voce risuonava; in oltre al di sopra del
"a-questo-punto-definibile-naso"
Si trovavano due grandi occhi severi, chiusi fino a quel momento.
La ragazza non sapeva cosa dire, continuando a squadrare a bocca aperta cio che le si parava davanti, fu la porta a parlare di nuovo «allora, questa giovane maleducata ha forse un quesito da pormi o posso tornare a riposare in pace, senza che continui a fissarmi con un'espressione da pesce lesso?» sbottò.
Will, cercando di non pensare al fatto che stesse discutendo con una porta,   - doveva essere più pazza del previsto data la situazione- rispose «scusi se l'ho interrotta signore, ma sono arrivata qui solo ora e non avendo potuto aprire un'altra porta sono dovuta venire da lei, e scusi per il naso ma lei è la prima porta con cui ho il "piacere" di parlare, dato che da dove provengo le porte non parlano» concluse cercando si essere gentile, la porta la osservò e alzando gli occhi al cielo sbuffò «scuse accettate mia cara e dimmi, cosa ti porta qui? Sei forse la famosa Alice di cui ho sentito parlare?
Beh, perché se così fosse è normale che tu non abbia aperto alcuna porta, non sei ancora pronta per quello che celano» disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Will stava iniziando a sentirsi male, e se ora neanche questa porta si fosse aperta, non tanto perché non fosse pronta ma piuttosto perché lei non è Alice?! Così pose la domanda che la stava attanagliando dall'inizio della conversazione, sperando che la risposta comprendesse una possibilità d'uscita; «e se io non fossi Alice? Cioè, le porte non i sarebbe aperte comunque e io sarei bloccata qui per sempre?» domandò ormai in procinto di avere un attacco di panico, data l'ansia che le stava velocemente montando dentro.
La maniglia si mosse appena prima di deformarsi quasi si arricciasse come un vero naso, mentre la porta ridacchiava «bazzecole se tu non fossi Alice, non saresti tu ad essere qui no? E poi il Bianconiglio non sbaglia, se ha detto che sei Alice devi esserlo».
Concluse convinto, ma questo ovviamente non aveva calmato la ragazza «beh, ecco potrebbe esser che io, beh potrei, in qualche modo, aver ingannato il Bianconiglio facendogli credere che io sia Alice...» borbottò guardando di lato e grattandosi la testa con un' espressione ebete sul volto, sperando che anche l'interlocutore potesse trovare la situazione divertente.
La porticina aggrottò la fronte «no impossibile signorina, il Bianconiglio passando di qui mi ha esplicato che sarebbe giunta una giovane di nome Alice, beh eccoti qua...»disse osservandola «il punto è che io non mi chiamo Alice, mi chiamo WILLAMANE!» Esclamò cercando di essere più convincente, ma l'interlocutore continuò a storcere il naso; «no, no,no, se non fossi lei le porte si sarebbero aperte e ti avrebbero ricondotta al punto di partenza, quindi è questo il percorso che devi seguire.
Sei sicura di aver mentito al coniglio e non a te stessa?» concluse aspettando una reazione di Will, la quale si mise a ragionare sul dafarsi.

Certo avrebbe potuto insistere sul fatto di non essere Alice, ma per cosa?
E nel caso in cui fosse riuscita a convincere la porta e avesse ottenuto l'agognata via d'uscita, avrebbe dovuto lasciare quella situazione a metà, senza poter quindi mai scoprire cosa le avrebbe riservato.
Ma, seppur scorretta come mossa, nulla le impediva di indagare su dove si trovasse e percorrere il sentiero di qualcun'altro, in fondo era​ il saltafossi ad aver sbagliato.
Così Will alzò lo sguardo verso la maniglia e mormorò, facendo la parte della finta tonta che ha appena colto l'esistenza dell'acqua calda, «certo, se ha ragione in fondo devo fidarmi del coniglio, e poi le porte non si sono aperte, devo essere Alice, non c'è altra spiegazione, chissà cosa mi riserverà il futuro...certo è che, senza poter raggiungere il Bianconiglio, sarà impossibile scoprirlo...» concluse abbassando il capo e sorridendo di sottecchi.
La porta la studiò attentamente e mormorò «suvvia, si da il caso che io sia stato attraversato dal coniglio poco fa, farai in tempo a raggiungerlo».
Allora prese, sta volta con più delicatezza la maniglia e fece ruotare il polso ma la serratura non diede segni di cedimento così guardò la porta che negli occhi «sono chiusa a chiave» precisò «avresti potuto avvertirti» rispose lei inginocchiandosi .
Will allora misurò la porta osservandola per poi abbassare lo sguardo sulle proprie gambe
«oh, è impossibile» mormorò delusa, ormai dubitando di poter proseguire, ma venne subito contestata dalla porta che precisò «impassabile, è impassabile, nulla è impossibile».

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