Poco a poco capirete,
27Marzo2014
E stava seduta su un banco di scuola con un coltellino in mano, ma nessuno in quella piccola stanza si rese conto che si stava facendo del male. Erano tutti uniti in un angolo dell aula e lei dall'altra parte sola con la sua musica, sola senza neanche se stessa.
Nessuno osa avvicinarsi a lei, hanno tutti così paura di chi è diverso, stanno lì, col sorriso, a chiamarla "asociale", ma nessuno si è mai chiesto il perché. Incise sul suo banco una croce, sperava così tanto che almeno Dio potesse salvarla, e anche se nulla succedeva lei ci credeva sempre, perché se la conosci bene, sai che lei cade per ogni cosa, ma si rialza sempre. Se la conosci bene, diresti che non molla, che alla fine, le sue lotte le vince sempre, e si, un giorno sconfiggerà anche le sue paure, un giorno, perché infondo non vuole davvero morire; ma ciò che fa più male è che sta sconfiggendo anche se stessa.
"E io come faccio ad essere felice?" se lo chiedeva sempre. Voleva salvare sua madre, voleva salvare suo padre. Nessuno si salva da solo. Si sta riscaldando l'acqua per la tisana, lei è nel bagno piccolo a struccarsi, non lo fa per lei, poco importa se la sua pelle è rovinata quando ha il vuoto dentro, lo fa per sua mamma. Fuori ci sono le stelle, è venerdì sera e si sente il liscio dalla villa, mentre il suo cane abbaia alla luna. Come fa ad essere felice?.
Arrivò anche domenica, non si può amare la domenica, è solo una grande illusione. La primavera era arrivata da poco, e per stare in tema, si mise una maglia a fiori rossi, purtroppo era coperta dai suoi lunghi maglioni, gli stessi di sempre, quei maglioni che servono a coprire le ossa, e anche senza lividi, perché le da fastidio se qualcuno la nota, parrebbe di sicuro star male.
No, non si deve mai chiedere scusa a nessuno per come si è, ma lei, quel carattere morto non lo sopportava. Cercava in continuazione scuse per quel suo carattere talmente fragile da riuscire a resistere, quel carattere che in fondo non era così male, ma lei non si accettava, provava ad essere un altra persona, ma alla fine piangeva sempre.
La sera della domenica è sempre un po' speciale, il cielo è più blu e ci sono più sogni infranti. La sera della domenica, sai che fra un ora sarà un po' più primavera. Quella sera erano tutti sdraiati su una collina verde smeraldo; aspettavano le stelle cadenti, ma lei non ha mai voluto che cadessero, perché il suo unico desiderio sarebbe stata la loro guida in questa vita.
- hai paura vero?. Le dissero.
- si, tanta.
- di cosa hai paura?
- di perdermi.
Forse si era già persa, dentro se, non sentiva nient'altro che malinconia, si vedeva il suo passato nei suoi occhi, ma mai il suo presente, così ignoto, odio ma senza amarezza, odiava l'amaro, ma glielo lasciavano ostinamente in bocca dopo ogni bacio.
Cos ha di diverso dagli altri?
Stava seduta per ore in quel piccolo giardino ad immaginarsi il mondo. Era un immagine stupenda quella che aveva in testa, ma che pultroppo non si poteva fotografare, pultroppo nessun altro poteva vederla. Fu come avere l'amore più grande del mondo e non poter sussurrarlo neanche al vento.
Preferiva essere senza amore che amare l ignoranza.
Poi un giorno ti risvegli e sei costretto a crescere. Devi cresce all'improvviso, senza che nessuno ti avverti, ti sveli e hai gli occhi da grande. La vedi? Quella era la tua bambola da piccola, ora è solo un ricordo.
-lo senti che fa freddo anche se è primavera?
No, lei non lo sentiva il freddo, era una di quelle persone calde, che tremano sempre, anche d'estate. Era, ora è rannicchiata su se stessa e sta piovendo, ora sulla sua testa non c'è più nulla. Dovunque andava lasciava amore, ma nessuno lo considerava, e stava li, stava lì per anni.
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Nessuno si salva da solo.
Teen FictionHo quasi sedici anni, è la semplicemente la storia di una ragazza ed i suoi problemi. P.s. Ho bisogno di far ascoltare la mia voce, ho tanto, fin troppo bisogno che qualcuno mi stia accanto. Questa è la mia vita, ora è nelle vostre mani.