Roma, 12 Settembre 2008
"Il mio bambino, non trovo il mio bambino", grida una donna.
Le chiedono con calma cosa sia successo
"Il bambino vuole camminare senza essere tenuto per mano", certe volte lei lo lascia fare, ma lo segue con lo sguardo, sta attenta. "E' stato un attimo", giura. Maledice se stessa.
Le chiedono "Com'è fatto, quanti anni ha?"
"E' un bambino sensibile al buio", risponde, come se bastasse questo a riconoscerlo tra mille. Lei ha paura soltanto al pensiero che lui possa averne, nessuno in una vita intera potrà mai arrivare a conoscerlo come lei. Si piega sulle ginocchia, si culla.
Quando vedo la folla intorno a lei penso: "porca puttana"
Un poliziotto allontana la folla, "un bambino è stato rapito".
Mi faccio avanti e dico quello che devo, ma il poliziotto chiede i documenti, promette giustizia, ha bisogno di prove. Da una cartello tiro fuori i documenti, quelli miei e quelli di lei. L'agente li controlla, poi dice "prenda la signora e vada". Provo ad alzarla da terra, ma lei mi scaccia. Mi avvicino ancora, le parlo sottovoce "il poliziotto mi ha detto che il bambino è salvo, lo riporteranno direttamente a casa."
"Dici davvero?".
Glielo assicuro e non so se sono sincero o meno, so che non ci farò mai l'abitudine, la prendo sottobraccio mentre gli altri ci fissano. Io vorrei sbrigarmi.
"Su, andiamo mamma"
Non mi sono perso e non mi hanno rapito. Sono cresciuto e lei lo dimentica.
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Tutto torna - Giulia Carcasi
RomanceFuori piove e tu sei la persona con cui voglio guardare fuori, quando fuori piove.